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Melitopol, dopo il sindaco i russi rapiscono anche un'attivista | "Fedorov forse torturato per obbligarlo a girare un video pro Putin"

Il governo di Kiev lancia l'allarme. Intanto si muove anche l'Europarlamento: "Mosca rispetti la convenzione di Ginevra"

E' tesissima la situazione a Melitopol, nel sud dell'Ucraina, dopo che le forze russe hanno preso il potere della città e rapito il sindaco che si rifiutava di cedere il potere.

Durante una manifestazione dei cittadini di Melitopol per far liberare Ivan Fedorov, i soldati di Mosca hanno rapito Olga Gaisumova, l'organizzatrice del corteo. Lo riferisce l'Ukrainska Pravda, citando la pagina Facebook dell'attivista.

 

Kiev: "Forse i russi stanno torturando il sindaco" - Ed è un mistero su dove si trova in questo momento il sindaco Ivan Fedorov. Il governo di Kiev arriva a lanciare l'allarme sulla possibilità che in soldati stiano torturando Fedorov per spingerlo a registrare un video in loro sostegno, dopo che era stato sequestrato per non aver accettato di ammainare la bandiera. Volodymyr Zelensky ha chiesto alle forze russe di ascoltare le richieste dei residenti di Melitopol, che hanno protestato per domandare la liberazione del loro sindaco. Zelensky ha affermato che la detenzione del Ivan Fedorov sia stata un tentativo di "mettere in ginocchio la città". L'Ucraina, ha detto, si aspetta che "i leader del mondo mostrino come possono influenzare la liberazione di un uomo che personifica gli ucraini che non si arrendono". Zelensky ha anche incoraggiato gli ucraini a continuare a combattere, dicendo che è "impossibile dire di quanti giorni avremo ancora bisogno per liberare la nostra terra, ma e' possibile dire che lo faremo".

 

 

Attivista rapita al corteo per il sindaco di Melitopol - Di fronte al cordone eretto dai russi davanti all'amministrazione regionale di Melitopol, questa mattina aveva radunato almeno duemila cittadini, alcuni avvolti nelle bandiere ucraine, per chiedere la liberazione del sindaco Ivan Fedorov, sequestrato in un blitz di agenti di Mosca e portato via con un sacchetto sulla testa. Ma mentre la manifestazione che aveva organizzato era ancora in corso, i russi hanno rapito anche lei. E Olga Gaisumova, nota attivista nella città sul mar d'Azov, è scomparsa nel nulla.

 

 

Il blitz compiuto da uomini vestiti di nero - Secondo la ricostruzione di alcuni testimoni, un piccolo convoglio di auto si sarebbe avvicinato ai dimostranti. Da lì sarebbero usciti una decina di uomini, vestiti di nero e senza insegne, lanciando fumogeni per disperdere la folla. A quel punto avrebbero bloccato la donna, che si trovava a qualche metro di distanza dai manifestanti per coordinarli, caricandola a forza sulla loro auto e allontanandosi a velocità. Al momento, non c'è alcuna notizia sulla sorte dell'attivista.

 

Europarlamentari: Russia liberi subito sindaco Melitopol - "Siamo inorriditi e scioccati dal rapimento illegale del sindaco di Melitopol Ivan Fedrov da parte dell'esercito russo. Questo è un altro esempio della barbara, cinica, illegale azione perpetrata dall'esercito russo. Chiediamo con forza alle autorità militari russe di liberare Fedrov immediatamente e di tutelare la sua salute". E' quanto sottolineano gli europarlamentari, rappresentanti di tutti i gruppi dell'Aula di Strasburgo, che hanno fatto parte della missione dell'Eurocamera svoltasi in Ucraina all'inizio dello scorso febbraio. "Chiediamo alle autorita' russe con urgenza di rispettare pienamente quanto previsto dal diritto internazionale nonché la Convenzione di Ginevra in merito ai civili combattenti e non combattenti e ai prigionieri di guerra. Le violazioni dei diritti fondamentali dei civili e gli attacchi contro infrastrutture civile non saranno dimenticati e gli autori saranno perseguiti internazionalmente", aggiungono. 

 

San Pietroburgo, è tornata in piazza contro la guerra in Ucraina la veterana di Leningrado arrestata dalla polizia

Il tempo di sbrigare le pratiche burocrative successive al suo fermo ed Elena Osipova, la 77enne sopravvissuta all'assedio nazista di Leningrado che grida il suo no alla guerra di Putin e per questo il 3 marzo era stata trascinata via dalla polizia, è tornata in piazza a San Pietroburgo. Così, a partire dal 6 marzo e nei giorni successivi, la nonnina resistente si è presentata solitaria al suo solito angolo, mostrando, in piedi e in silenzio, come prevedono le normative russe sulle manifestazioni dei singoli cittadini, scritte e disegni sui cartoni che lei stessa realizza. E il tono è sempre acceso nel suo pacifismo, che va avanti da anni. Così si può leggere, per esempio, "L'indifferenza di oggi ucciderà i tuoi figli domani". Intorno a lei, si affollano passanti e sostenitori. La donna è stata soprannominata "la coscienza di San Pietroburgo", città che ha dato i natali, tra l'altro, allo stesso Putin.

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