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Marocco, per la prima volta tre donne guideranno le città principali del Paese

Rabat, Marrakech e Casablanca potrebbero avere un sindaco donna. E' il risultato delle elezioni dell'8 settembre, manca solo la conferma ufficiale

Si respira vento di cambiamento in Marocco dopo le elezioni delle scorsa settimana. Per la prima volta nella storia infatti le tre più importanti città del Paese - Rabat, Casablanca e Marrakech - potrebbero essere guidate da tre donne. Potrebbe essere questa la prima, macroscopica conseguenza della vittoria degli Indipendenti del Rni (Rassenblement National des Indépendants), partito liberale di centro destra, sul partito islamista della Giustizia e dello Sviluppo (Parti de la justice et du développement, Pjd), versione moderata della Fratellanza musulmana.

Aria di rivoluzione - Non era mai successo che le tre città di punta del Marocco fossero guidate contemporaneamente da sindaci donne. Uno che ora si appresta a diventare realtà. L'ultima parola non è stata ancora detta e c'è ancora un margine di incertezza, ma il gioco di alleanze tra i partiti che hanno ottenuto più voti nelle elezioni parlamentari e amministrative di mercoledì 8 settembre delinea uno scacchiere di posizioni e nomine abbastanza definito.

 

I più votati sono stati infatti gli indipendenti di Rni (97 seggi), seguiti dal Partito dell’autenticità e della modernità (82 seggi) e il Partito dell’Istlqlal (78 seggi), entrambi conservatori e vicini alla monarchia. Grande perdita di consenso invece per il partito islamista moderato Giustizia e Sviluppo (Pjd).

 

Prima donna al capo della Capitale - Rabat non aveva mai avuto una donna alla guida del municipio. Asmaa Rhlalou è la prima. Cronista politica del giornale L'Opinion, è uno dei nomi di spicco dell'Rni. La politica fa parte della sua vita ormai da anni: quarantenne, è stata già deputata alla Camera dei Rappresentanti durante l'ultima legislatura ed è stata la prima donna a ottenere l'incarico di segretaria della Camera.

 

Bis per Marrakesh - Il centro del turismo marocchino torna sotto la guida di un volto noto, non solo nel Paese africano. Per Fatima-Zahra Mansouri, 45 anni, è infatti il secondo mandato. Era stata eletta sindaco di Marrakesh già nel 2009, quando divenne la prima donna a ricoprire l'incarico nella città e la seconda dell'intero Paese. Prima dell'avvocato, figlia d'arte - suo padre, ex pascià, era stato governatore del Paese e ambasciatore negli Emirati arabi uniti - il Marocco aveva visto una sola donna sindaco: Asmaa Chaabi, dello stesso partito di Mansouri, il Pam (Partito autenticità e modernità), che nel 2003 vinse le elezioni a Essaouira. Non solo, già nel 2014 Forbes aveva inserito Mansouri tra le 20 donne più influenti d'Africa.

 

A Casablanca una sindaca medico - La città più grande del Marocco ha scelto come sindaco Nabila Rmili. Medico dello sport e direttrice regionale della Salute, si è guadagnata la stima dei cittadini grazie al suo impegno nella campagna vaccinale. Sua è stata infatti l'idea di creare nella città - tra le più colpite dalla pandemia - dei "vaccinodromi". Questi centri, insieme alla digitalizzazione dell'iter per le prenotazione, hanno avuto un ruolo decisivo nel frenare l'aumento dei contagi dovuti soprattutto alla variante Delta. Anche lei non è estranea al mondo della politica: durante il mandato del suo precedessore, Abdelaziz El Omari (Pjd), oltre a essere stata consigliera per il distretto di Sbata, ha ricoperto il ruolo di vice presidente del Consiglio della città.

 

La rottura con il passato - La voglia di cambiamento che è risultata da queste elezioni è dirompente, a maggior ragione se si considera che Rhlalou, Mansouri e Rmli potrebbero insediarsi al posto di tre esponenti del Pjd. Il fallimento degli islamisti del partito della Giustizia e dello Sviluppo è stato d'altronde bruciante con soli 12 seggi conservati dei 125 ottenuti nel 2016.

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