DISORDINI AD ANTANANARIVO

Madagascar, possibile colpo di Stato: deposto il presidente | Proteste e tensione altissima, parte dell'esercito si schiera coi manifestanti

I dimostranti hanno marciato insieme ai militari delle forze d'élite Capsat, che nel 2009 attuarono un altro golpe portando al potere proprio il deposto Andry Rajoelina

12 Ott 2025 - 12:32

L'esercito del Madagascar ha annunciato il colpo di Stato, deponendo il presidente Andry Rajoelina. Il Paese era teatro da giorni di violente proteste contro il Capo di Stato, che avevano già provocato la caduta del governo. La tensione ha raggiunto livelli altissimi nella capitale Antananarivo. Alcuni militari dell'esercito sono entrati in città tributando il loro sostegno agli oppositori, senza incontrare resistenza. I soldati hanno preso posizione nella simbolica piazza 13 maggio, nel cuore della capitale, accolti da una folla in festa.

Il presidente in fuga

 Secondo alcuni media, il Capo dello Stato avrebbe lasciato la città per rifugiarsi in ambasciata o addirittura in Congo.

Madagascar, tensione alta ad Antananarivo: proteste contro il presidente

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Nelle ore precedenti, una folla si era radunata davanti al quartier generale delle forze speciali d'élite Capsat a Soanierana, non lontano dalla capitale. All'inizio della mattinata, in un messaggio pubblicato su Facebook, il contingente aveva esortato le forze dell'ordine ad "assumersi le proprie responsabilità" e a "rifiutare l'ordine di sparare" sulla folla. Il gruppo del Capsat ha deciso la traiettoria del Paese già in passato: con un golpe nel 2009 portarono al potere proprio l'attuale presidente Rajoelina.

La presa di posizione dell'esercito in Madagascar

 "Noi militari non svolgiamo più il nostro ruolo", recitava il comunicato del Capsat. "Siamo diventati dei leccapiedi. Abbiamo preferito sottometterci ed eseguire ordini, pur se illegali, invece di proteggere la popolazione. Questo è ciò che è accaduto nella notte del 25 settembre e durante la giornata del 26 settembre. Le violenze continuano: spari contro giovani studenti che rivendicano solo i loro diritti". Un riferimento esplicito alle manifestazioni avviate dal collettivo "Madagascar Gen Z" a fine settembre e violentemente represse dalle forze dell'ordine, con 22 morti secondo dati delle Nazioni Unite. Alcuni militari hanno rapidamente risposto all'appello del Capsat. Il ministero della Difesa, tuttavia, ha invitato all'unità contro i rivoltosi. A metà giornata, fonti locali riferivano di una possibile azione del reggimento di gendarmeria ancora fedele a Rajoelina contro il quartier generale del Capsat.

Perché sono scoppiate le proteste in Madagascar

 Inizialmente i manifestanti chiedevano migliori servizi idrici ed elettrici e denunciavano lo stato del sistema sanitario e la corruzione. Di fronte alla repressione e alla convinzione di non essere ascoltati, hanno iniziato a chiedere le dimissioni del presidente Andry Rajoelina, 51 anni, salito al potere grazie a una mobilitazione popolare nel 2009, poi eletto nel 2019 e riconfermato nel 2023. Pur denunciando un tentativo di "colpo di Stato", Rajoelina aveva annunciato nei giorni scorsi di aver compreso le frustrazioni della gioventu' malgascia, revocando tutti i membri del governo e sostituendo il premier Christian Ntsay con il generale Ruphin Fortunat Dimbisoa Zafisambo il 6 ottobre. La misura non ha però placato la protesta e il 9 ottobre migliaia di manifestanti sono tornati in piazza. Il 10 ottobre l'Alto commissario Onu per i diritti umani, Volker Turk, ha esortato le autorità malgasce a "cessare il ricorso a una forza inutile", mentre continuavano a giungere segnalazioni di numerosi feriti.

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