La scheda

Israele e la fondazione Ghf: che cos'è, cosa fa e come opera l'unica Ong autorizzata a Gaza

Sarà l'unico ente autorizzato da Tel Aviv a distribuire aiuti umanitari. Ha sede a Ginevra, il suo capo si è dimesso da poco e ha finanziatori sconosciuti

26 Mag 2025 - 18:52
 © Afp

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Israele ha deciso che entro fine maggio tutte le attività di aiuto umanitario a Gaza, gestite attualmente da diverse associazioni internazionali, saranno prese in carico esclusivo dalla Gaza Humanitarian Fundation (Ghf). Ecco che cosa è questa Ong, dove nasce, come opera e perché Tel Aviv ha preso questa decisione. 

Che cos'è

 Ghf è una Ong svizzera. Operando come associazione umanitaria, deve essere neutrale e indipendente, ma allo stesso tempo deve anche lavorare a stretto contatto con il governo israeliano. È l’amministrazione dello Stato ebraico a decidere i punti di ingresso degli aiuti e ad assicurare la protezione agli operatori. 

Prima della guerra, Gaza riceveva fino a 600 camion carichi di aiuti al giorno. Con l’intensificarsi del conflitto le spedizioni sono state ridotte da Israele per motivi di sicurezza, fino a cessare del tutto tra marzo e maggio di quest’anno. Ora, a fine mese, dovrebbe entrare in funzione il nuovo piano di aiuti gestito da Ghf. L’obiettivo è quello di creare zone sicure per la distribuzione di aiuti alimentari, gestiti da appaltatori privati e protetti dalle truppe dell’Idf, l'esercito israeliano. L'obiettivo è quello di assicurare che gli aiuti arrivino ai civili e non siano rubati dai miliziani di Hamas.

Finanziamenti "oscuri"

 È difficile scoprire quali siano le fonti di finanziamento di questa Ong. Secondo i piani resi pubblici, l’associazione dovrebbe distribuire 300 milioni di pasti in 90 giorni, al costo 1,30 dollari ciascuno. La spesa totale dell’operazione si aggirerebbe intorno ai 390 milioni di dollari. Non sono però stati resi noti i nomi dei donatori, siano essi privati o istituzionali. Alcuni media americani hanno ipotizzato che Trump, durante la sua visita in Arabia Saudita, abbia cercato finanziamenti per l'Ong dai Paesi del Golfo.

Le polemiche

 Non mancano le critiche al progetto del governo di Israele. L’Onu ha pubblicamente respinto il piano di Ghf. Per le Nazioni Unite si tratterebbe di un tentativo di militarizzare e politicizzare gli aiuti umanitari e che porterebbe solo ulteriori violenze e sofferenze ai civili. Le agenzie umanitarie, come Unrwa e Croce Rossa, hanno dichiarato che non collaboreranno con Ghf per non compromettere la loro neutralità e la sicurezza dei loro operatori.

Le dimissioni del direttore

 Sono sorti ulteriori timori sul progetto dopo che Jake Wood, direttore esecutivo dell’associazione, si è dimesso domenica 25 maggio. Come riporta il New York Times, Wood ha affermato che non era possibile sviluppare il progetto rimanendo fedeli ai principi di neutralità, indipendenza e imparzialità. Anche i tentativi di migliorare la propria immagine, rivendicando la collaborazione di personaggi internazionali come Nate Mook (ex direttore di World Central Kitchens) e Tony Blair, sono state un fallimento. I diretti interessati si sono dichiarati estranei a qualsiasi coinvolgimento con l’associazione.

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