© Ansa
© Ansa
Raid di Israele contro Hezbollah nel sud del Libano. Il Papa incontra Abu Mazen: "Serve una soluzione a due Stati"
di Redazione online© Ansa
© Ansa
La tregua in Medioriente resta fragile. Iniziano i negoziati all'Onu per l'approvazione della risoluzione Usa per Gaza: la proposta prevede una forza militare di stabilizzazione di 20mila unità, pronta a usare "tutte le misure necessarie" per portare a termine il proprio mandato. Il Papa vede Abu Mazen e lancia un appello affinché si raggiunga una soluzione a due Stati e che si scriva la parola fine alla guerra. L'esercito di Tel Aviv, dopo aver ordinato ai residenti l'evacuazione di due villaggi nel sud del Libano, ha eseguito una serie di attacchi contro Hezbollah.
"Le forze di peacekeeping dell'Unifil hanno osservato numerosi attacchi aerei israeliani a Tayr Dibbah, Taibe e Ayta al Jabal, all'interno della nostra area di operazioni nel Libano meridionale". È quanto si legge in un comunicato dell'Unifil pubblicato sul suo canale Telegram. "Questi attacchi aerei costituiscono chiare violazioni della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza. Si verificano mentre le Forze Armate libanesi stanno intraprendendo operazioni per controllare armi e infrastrutture non autorizzate nell'area del Litani meridionale. Qualsiasi azione militare, soprattutto di tale portata distruttiva, minaccia la sicurezza dei civili e mina i progressi compiuti verso una soluzione politica e diplomatica", continua il testo. "Le forze di peacekeeping - prosegue la nota - continuano a sostenere sia il Libano che Israele nell'attuazione della risoluzione 1701 e sono sul campo con i soldati libanesi, lavorando per ripristinare la stabilità nel Libano meridionale. Chiediamo a Israele di cessare immediatamente questi attacchi e tutte le violazioni della risoluzione 1701. Allo stesso modo, esortiamo gli attori libanesi ad astenersi da qualsiasi risposta che possa aggravare ulteriormente la situazione. Sia il Libano che Israele devono rispettare gli obblighi previsti dalla risoluzione 1701 e dall'intesa raggiunta a novembre, per evitare di mettere a repentaglio gli attuali progressi duramente conquistati".