Israele, si infiamma anche il fronte nord: battaglia con Hezbollah
I miliziani sciiti filo-iraniani hanno lanciato un raid su due caserme israeliane.
Si accende il fronte nord di Israele al confine con il Libano dominato dagli Hezbollah: il partito armato filo-iraniano ha impegnato l'esercito israeliano in una sparatoria alla frontiera, preceduta e seguita da bombardamenti di artiglieria contro zone non abitate del sud del Libano.
I miliziani sciiti filo-iraniani, che hanno ammesso di aver perso quattro miliziani, hanno poi lanciato un raid su due caserme israeliane.
La tensione lungo il confine nord è iniziato dopo che l'esercito israeliano ha parlato di alcuni sospetti miliziani infiltratisi dal Libano. "I soldati - ha detto il portavoce - si sono dispiegati nella zona" nei pressi di Ayta Shaab, vicino agli insediamenti israeliani di Shtula e Zarit. Ai residenti di numerose località è stato detto di chiudersi in casa. È iniziato uno scontro a fuoco, che si è concluso con l'uccisione di tutti i miliziani, hanno riferito le forze armate, che hanno anche iniziato a colpire postazioni del nemico in territorio libanese.
Inizialmente Hezbollah, che domenica aveva rivendicato il lancio di razzi contro tre postazioni militari lungo la Linea Blu di demarcazione, ha sistematicamente smentito di esser coinvolto nell'operazione militare lungo la Linea Blu. Mentre questo blitz di terra è stato rivendicato dalla Jihad islamica, il gruppo fondamentalista palestinese attivo a Gaza insieme a Hamas. In serata Hezbollah ha tuttavia cambiato registro annunciando che "gruppi della Resistenza islamica hanno attaccato due caserme israeliane usando missili guidati e colpi di mortaio che li hanno colpite direttamente". Un attacco avvenuto come "prima risposta" all'uccisione dei suoi 4 miliziani.
L'escalation è seguita con preoccupazione a Beirut dove il premier Najib Miqati, a capo di un governo di cui fanno parte ministri di Hezbollah, ha pronunciato la prima reazione ufficiale libanese a quanto sta avvenendo tra Gaza e Israele, sostenendo che questo è "il risultato inevitabile delle azioni del nemico israeliano contro i palestinesi e le loro rivendicazioni legittime".
Poche ore prima il ministro degli Esteri libanese, Abdallah Bou Habib, era stato rassicurato dai vertici del Partito di Dio che non ci sarebbe stato nessun attacco contro Israele, a meno di un'aggressione al Libano. Ma la situazione è degenerata nello spazio di poche ore. Sulla guerra tra Israele e Hamas, con il coinvolgimento di Hezbollah, continua ad aleggiare l'ombra dell'Iran. Teheran, che aveva smentito in mattinata ogni coinvolgimento diretto nell'offensiva di Hamas, come invece riportato da fonti di stampa statunitensi è tornato rivendicare un ruolo di appoggio politico all'azione delle forze armate palestinesi a partire dalla Striscia.
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