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Iran: "Il Paese che ci attacca diventerà un campo di battaglia"

A poche ore dallʼannuncio di Trump dellʼinvio di nuove truppe nel Golfo, arriva il monito delle Guardie rivoluzionarie: "Siamo pronti alla guerra"

Iran:
ansa

"L'Iran risponderà sicuramente a qualsiasi minaccia e chiunque voglia che il suo Paese diventi il campo di battaglia principale, può iniziare la guerra".

Lo ha detto il comandante delle Guardie rivoluzionarie iraniane, il generale maggiore Hossein Salami, a poche ore di distanza dalle parole di Trump che ha annunciato l'invio di rinforzi militari della regione del Golfo dopo gli attacchi agli impianti petroliferi in Arabia Saudita.

L'Iran, ha precisato il comandante delle Guardie rivoluzionarie, "di sicuro non lascerà che alcuna guerra resti circoscritta, andrà avanti fino al completo annientamento dell'aggressore e non lascerà alcun posto al sicuro".

"Se qualcuno entra in Iran, lo colpiremo" - "Le Guardie rivoluzionarie iraniane hanno condotto esercitazioni di guerra e sono pronte per la battaglia o a qualsiasi scenario", ha aggiunto Salami durante una cerimonia in cui ha mostrato i detriti del drone americano, abbattuto dalle Guardie rivoluzionarie a giugno. Poi il monito finale: "Se qualcuno attraverserà i confini dell'Iran, lo colpiremo".

Venti di guerra - A rinnovare i timori di uno scontro militare tra Stati Uniti e Iran sono stati gli attacchi, che hanno dimezzato la produzione di petrolio saudita. Gli Usa, come risposta, hanno annunciato l'invio di rinforzi militari nella regione del Golfo e il rafforzamento delle sanzioni contro la Banca centrale iraniana, presentato da Donald Trump come "il più duro mai imposto in un Paese". "Ciò significa che non ci saranno più soldi destinati alle Guardie della rivoluzione per finanziare il terrorismo", ha dichiarato il capo del Tesoro Usa, Steven Mnuchin.