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Gb, Parlamento boccia accordo su Brexit raggiunto da Theresa May

Debacle storica per il premier inglese che non si dimette: mercoledì si voterà la mozione di sfiducia presentata dal leader laburista Jeremy Corbyn. Jean-Claude Juncker: "Rischio caos, Londra chiarisca"

Gb, Parlamento boccia accordo su Brexit raggiunto da Theresa May - foto 1
-afp

Si riapre la partita della Brexit: l'accordo sul divorzio dall'Ue raggiunto a novembre da Theresa May con Bruxelles è stato bocciato dalla Camera dei Comuni britannica con 432 no contro 202 sì.

La ratifica è stata negata con uno scarto pesante per il governo Tory di 239 voti. Sono stati 118 i conservatori che hanno votato contro il premier. Mercoledì si vota la mozione di sfiducia presentata da Jeremy Corbyn che ha parlato di "sconfitta devastante".

La Brexit torna alla casella di partenza o quasi: fra ipotesi di rinvio oltre la scadenza del 29 marzo, ombre di crisi di governo e d'elezioni anticipate, timori di un divorzio no deal, sogni di rivincita referendaria. A poco è servito l'ultimo, accorato appello della signora di Downing Street all'aula, dopo i moniti martellanti di questi giorni contro lo spauracchio di una separazione caotica dai 27 o quello di un "tradimento" del volere popolare espresso nel referendum del 2016.

Batosta senza precedenti dal 1924 - Una batosta senza precedenti dal 1924, segnata dal muro innalzato dalle opposizioni ma anche dalla rivolta di massa di decine di deputati d'una maggioranza alla deriva: alimentata dall'alleanza di fatto fra i conservatori brexiteers ultrà e i loro compagni di partito schierati sulla barricata dei pro-Remain irriducibili favorevoli a un nuovo "People's Vote"; oltre che dagli alleati unionisti nordirlandesi del Dup, furiosi contro l'inserimento nell'intesa del vincolo teorico del backstop imposto dall'Ue a tutela del confine aperto fra Dublino e Belfast e a garanzia dello storico accordo di pace del Venerdì Santo.

Corbyn presenta una mozione di sfiducia contro la May - Il leader laburista Jeremy Corbyn ha presentato una mozione di sfiducia dopo il voto contrario dei Comuni all'accordo sulla Brexit presentato da Theresa May. Corbyn ha accusato il premier d'essersi negata al dialogo con l'opposizione per scongiurare un no deal e di aver privilegiato gli interessi del partito conservatore su quelli del Paese. Ha infine auspicato che la Camera dia il suo "verdetto sull'incompetenza di questo governo".

Theresa May non si dimette - Dopo il voto negativo dei Comuni sull'accordo sulla Brexit, Theresa May non si è dimessa e aspetterà il voto di mercoledì per vedere se l'esecutivo dispone ancora del sostegno di una maggioranza. Il premier ha detto che il no all'accordo è chiaro, ma che non sono emerse chiaramente altre proposte sul tavolo. E ha insistito, in caso di fiducia, sulla volontà di andare avanti e di continuare a lavorare per attuare la Brexit.

Premier verso la fiducia - Il portavoce del Dup, il partito degli unionisti nordirlandese, ha annunciato che voterà la fiducia a Theresa May. I 10 voti del Dup sono decisivi per assicurare la maggioranza al governo. Secondo indiscrezioni la May dovrebbe essere quindi riconfermata: è improbabile infatti che i Tory, anche quelli che hanno votato contro l'accordo, faranno cadere il loro premier.

Barnier: Ue determinata a trovare accordo - "L'Ue resta unita e determinata a raggiungere l'accordo" con la Gran Bretagna. Lo ha detto il capo negoziatore di Bruxelles Michel Barnier dopo la disfatta del premier britannico Theresa May ai Comuni.

Verhofstadt: diritti cittadini siano salvaguardati - "Il Parlamento britannico ha detto ciò che non vuole. Ora è il momento di scoprire che cosa vogliono i parlamentari britannici. Nel frattempo, i diritti dei cittadini devono essere salvaguardati". Così in un tweet Guy Verhofstadt, membro del Comitato del Parlamento Ue sulla Brexit (Brexit Steering Group).

Tusk: ora c'è solo una soluzione positiva... - "Se un accordo è impossibile, e nessuno vuole un no deal, allora chi avrà alla fine il coraggio di dire qual è l'unica soluzione positiva?": ha affermato via Twitter il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk dopo il voto su Brexit.

Juncker: sale il rischio di no deal - "Con rammarico prendo nota del risultato del voto" ma "da parte Ue il processo di ratifica dell'accordo di recesso prosegue". Lo ha sottolineato il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker aggiungendo: "Il rischio di un'uscita disordinata è aumentata con il voto di stasera. Mentre non vogliamo che accada, la Commissione proseguirà il suo lavoro per assicurare che l'Ue sia pienamente preparata. Chiedo al Regno Unito di chiarire le sue intenzioni il prima possibile. Ci siamo quasi", ha concluso.

Tajani: il voto di Londra è una brutta notizia - "Il voto di Londra sulla Brexit è una brutta notizia. Il nostro primo pensiero sono i 3 milioni e 600mila cittadini europei nel Regno Unito e i britannici che vivono nella Ue. Hanno bisogno di certezze sul loro futuro. Noi ci batteremo sempre per loro!". E' questo il commento del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani dopo il voto.

Palazzo Chigi: pronti a ogni scenario - "In attesa di un chiarimento delle intenzioni di Londra sui prossimi sviluppi, il governo continuerà a lavorare in stretto contatto con le istituzioni Ue per limitare le conseguenze negative della Brexit, e, in particolare, per garantire i diritti dei cittadini italiani nel Regno Unito". Lo si legge in una nota di Palazzo Chigi commentando il voto di Westminster. "Siamo pronti a ogni scenario incluso il recesso senza accordo", afferma.

Mercati ora scommettono su rinvio, sterlina recupera - Sterlina in recupero, nonostante la storica sconfitta del governo di Theresa May ai Comuni nel voto di ratifica dell'accordo sulla Brexit. La divisa britannica ha guadagnato a caldo uno 0,25% contro il dollaro e quasi uno 0,3 contro l'euro, a dispetto dei timori della vigilia. La reazione dei mercati viene spiegata dagli operatori con la convinzione che il no all'accordo possa tradursi ora in un possibile allungamento dei termini negoziali - con una richiesta di estensione della scadenza del 29 marzo fissata dall'articolo 50 per l'uscita di Londra dall'Ue - e in un rinvio di qualche mese della Brexit, non in un divorzio no deal.

Mentre gli stessi allarmi per la stabilità politica sembrano al momento dalla scommessa fra gli analisti della City sul fatto che il governo Tory di Theresa May possa restare in sella malgrado tutto: e ritrovare d'incanto mercoledì, nella sfida sulla mozione di sfiducia presentata dal leader dell'opposizione laburista Jeremy Corbyn, la maggioranza persa malamente nel voto.