"Il piccolo Adam è in condizioni disperate e ha bisogno di esami e di assistenza accurata, che l'ospedale Nasser di Khan Younis non può dargli. Aiutate l'unico superstite dei dieci fratellini morti sotto le bombe israeliane", afferma Ali Al-Najjar
Respira a fatica e ha gravissime ferite e ustioni su tutto il corpo Adam Al-Najjar, l'unico figlio sopravvissuto alle bombe israeliane che hanno distrutto a Gaza la famiglia di una pediatra, la dottoressa Alaa Al-Najjar. Lo zio di quell'unico superstite, Ali Al-Najjar, lancia un appello all'Italia: "Salvate quel bambino, portatelo via da qui e curatelo". La donna di figli ne aveva dieci, e quella bomba caduta sulla sua casa gliene ha portati via nove. Anche il marito Hamid è all'ospedale Nasser di Khan Younis, in gravi condizioni.
"Adam ha undici anni - supplica al telefono lo zio, scrive "Repubblica" -. Bisogna portarlo via da qui, in un ospedale vero, fuori dalla Striscia. Per favore fate qualcosa, prendetelo voi, salvatelo". Della dottoressa Ali dice che "ama quel lavoro. Ma adesso è mentalmente devastata, non è vero che ha ripreso a visitare i bambini, come qualcuno ha scritto, le servirebbero dieci psicologi per riprendersi. Alaa non funziona più. Cerca di non farlo vedere, ma dentro si è rotta".
Del bambino, lo zio dice: "Oltre alle ustioni, Adam ha fratture alla testa, la mano sinistra rotta e non può camminare. Al Nasser i macchinari moderni per fare le lastre sono stati distrutti dall'esercito israeliano, sono costretti a usare scanner vecchi che non sono accurati. E Adam ha bisogno di esami al cervello, alla testa, ha bisogno di precisione. Vi rendete conto in quali condizioni ci troviamo? Quelle della terapia intensiva non sembrano neppure stanze di ospedale, manca tutto, gli strumenti di base, mi dicono anche i farmaci per le anestesie". Adesso, nell'ospedale dove il piccolo si trova, è attaccato a macchine che non funzionano. E insomma, le sue condizioni richiedono prestazioni ben più accurate.
Della mamma, Ali dice: "Si è sempre presa cura dei suoi dieci figli. Prima della guerra si alzava all'alba, preparava dieci colazioni, li vestiva per la scuola. Al lavoro arriva sempre per prima e spesso rimane in ospedale per 24 ore di fila". Ma adesso, la sua vita è distrutta. Con il figlio Adam e il marito Hamdi appesi a un filo. "Salvate almeno loro", implora Ali. "Questa famiglia ha già sofferto troppo".
Da Gaza in Italia "abbiamo già portato 130 bambini, in tutto 170 persone e stiamo tentando di far venire in Italia il piccolo Adam". Lo dichiara il ministro degli Esteri Antonio Tajani, aggiungendo: "Stiamo vedendo se ci sono le condizioni. Non si può speculare sulla sofferenza dei popoli. Noi ci preoccupiamo di salvare vite umane, non di fare dichiarazioni e propaganda".