Il caso scosse il Paese

Francia, ergastolo senza sconti all'assassina della piccola Lola Daviet

La pena è stata motivata per "l'estrema crudeltà" del crimine, definito dal tribunale "un vero supplizio". Il movente resta ignoto

24 Ott 2025 - 20:37
 © Dal Web

© Dal Web

In Francia è stata condannata all'ergastolo, senza possibilità di sconti né di pene alternative, Dahbia Benkired, riconosciuta colpevole di stupri, atti di tortura e barbarie e dell'assassinio di Lola Daviet, di appena 12 anni. E' la prima donna a subire questa condanna nel Paese transalpino. La pena è stata motivata per "l'estrema crudeltà" del crimine, definito dal tribunale "un vero supplizio", e per la personalità dell'imputata, "segnata da un percorso di vita caotico ma che non può spiegare questo odio sfrenato". Il caso della piccola Lola, il cui movente resta ignoto, scosse l'intera Nazione.

Condanna pronunciata all'unanimità

 La condanna, la più pesante prevista dal codice penale, è stata pronunciata all'unanimità. A questa si aggiunge un periodo di massima sicurezza illimitato, che impedisce ogni minimo sconto di pena o pena alternativa, ipotesi che potrebbe essere presa in considerazione, a certe condizioni, soltanto dopo 30 anni di carcere.

Il delitto efferato e il tentativo di fuga

 Nell'ottobre del 2022 Dahbia Benkired abitava non stabilmente dalla sorella, in un appartamento in un palazzo del 19esimo arrondissement di Parigi. Il 14 ottobre attirò nella sua abitazione, costringendola e minacciandola, la piccola Lola, figlia dei portieri del palazzo. La ragazzina fu quindi violentata, torturata e poi uccisa, soffocandola con un nastro adesivo sulla bocca. A quel punto Benkired si diede a una fuga senza meta, trascinando con sé una valigia nella quale aveva chiuso il cadavere della piccola.

Il profilo psicologico dell'assassina

 Nel corso del processo, i periti psichiatrici non hanno appurato una vera patologia nell'imputata pur ravvisando in lei una "personalità schizotipica ma non schizofrenica in senso stretto" descritta come "freddezza affettiva, pensieri anomali, e affermazioni sconnesse dalla realtà senza essere del tutto deliranti". L'imputata ha affermato di essersi sentita "normale" dopo aver ucciso la bambina, aggiungendo che a suo avviso "le cose si sarebbero fermate da sole". Il movente dell'omicidio della piccola non è mai stato chiarito. L'imputata ha cambiato versione più volte, parlando di "rabbia contro la madre di Lola", la portiera dello stabile, di un "incantesimo", poi, negli ultimi giorni davanti ai giudici, di un gesto diretto contro il suo ex compagno, per "punirlo". Ventiquattro anni all'epoca dei fatti, Dahbia Benkired è nata ad Algeri ed era in situazione irregolare in Francia. Poco prima dell'assassinio, aveva ricevuto l'ordine di lasciare il territorio francese. Il caso della piccola Lola è stato evocato più volte dall'estrema destra come un esempio evidente della politica lassista dello Stato in tema di espulsione degli immigrati irregolari. 

Ti potrebbe interessare