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Dopo Tiangong 1 "piovono" sulla Terra altri detriti spaziali

Il 3 aprile si preparano a rientrare nellʼatmosfera parte del razzo europeo Ariane 5 lanciato nel 2007 e un frammento del razzo indiano Pslv lanciato nel 2012

Dopo Tiangong 1
ansa

Nemmeno il tempo di archiviare la pratica della Stazione Spaziale cinese Tiangong 1 che una nuova minaccia spaziale "tocca" l'atmosfera terrestre.

Altri due detriti spaziali, più piccoli, potrebbero dirigersi verso il nostro pianeta nella giornata del 3 aprile. In questo caso si tratterebbe di "spazzatura" accumulata intorno alla Terra, questione già nota agli esperti ma molto più di attualità dopo che la stazione cinese ha sollevato il problema.

Il 3 aprile si preparano a rientrare nell'atmosfera parte del razzo europeo Ariane 5 lanciato nel 2007 e un frammento del razzo indiano Pslv (Polar Satellite Launch Vehicle), lanciato nel 2012.

Raramente un veicolo spaziale in caduta libera verso la Terra è stato seguito con tanto interesse. Per Tommaso Sgobba, direttore dell'associazione internazionale per la sicurezza spaziale Iaas (International Association for The Advancement of Space Safety), questo è avvenuto anche perché la zona a rischio era inizialmente molto vasta e comprendeva città popolose come Los Angeles, New York, Rio de Janeiro, Roma e Tokyo. In Italia, poi, il rientro della stazione spaziale cinese è stato seguito con tanta attenzione perché il Centro-Sud del Paese era tra le possibili zona di ricaduta".

Più in generale, ha aggiunto, "sta aumentando l'attenzione per eventi del genere, anche a livello dell'Unione Europea". Si sta andando, per esempio, verso la nascita di una struttura centralizzata che fornisca allerta e dati alle strutture di Protezione civile dei Paesi membri. "In futuro il problema del rientro dei detriti spaziali è destinato a tornare sempre più frequentemente alla ribalta", ha osservato Sgobba riferendosi al fatto che "se oggi i veicoli spaziali attivi nell'orbita bassa sono almeno 600, nei prossimi dieci anni sono destinati a diventare 20.000, questo significa che se attualmente i rientri avvengono una volta al mese, tra dieci anni ne avremo uno al giorno".