Covid Giappone, dopo due anni di stop a scuola si può tornare a parlare all'intervallo
Col calare dei contagi si allentano le misure: la svolta nella prefettura di Fukuoka. Finora in mensa il silenzio era coperto solo dal suono delle posate nei piatti
Dopo due anni di restrizioni, dovute al moltiplicarsi dei casi covid in Giappone, finalmente arriva qualche segnale di ritorno alla normalità anche per i più piccoli.
Dopo che a inizio giugno Tokyo aveva riaperto i propri confini ai turisti, il Consiglio dell'Istruzione della prefettura di Fukuoka ha deciso di permettere nuovamente agli alunni delle scuole elementari e medie di tornare a parlare durante la ricreazione.
Il mokushoku (tradotto dal giapponese: mangia in silenzio) è un codice di comportamento che gli alunni erano tenuti a osservare nelle scuole per cercare di contenere il diffondersi dell'infezione. Oltre a non poter chiacchierare tra loro durante il pasto, gli studenti non potevano sedersi rivolti verso gli altri e dovevano rispettare la distanza interpersonale. La pausa, da essere un'occasione per confrontarsi con i propri coetanei, era diventata una triste routine: il silenzio era coperto solo dal suono delle posate che colpivano i piatti e per questo motivo qualche preside aveva cercato di rendere il tutto più piacevole trasmettendo della musica attraverso l'impianto acustico della scuola.
Dopo Fukuoka altre prefetture hanno seguito lo stesso esempio. Miyazaki, a sud di Fukuoka, e Chiba, nell'area metropolitana di Tokyo, hanno iniziato a sollevare alcune delle restrizioni riscontrando il favore degli insegnanti che attendevano da tempo qualche segno di ritorno alla normalità. Ma se i docenti sembrano essere d'accordo sull'abbandono del mokushoku, lo stesso non si può dire dei genitori che temono un nuovo aumento delle infezioni.
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