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Corea del Nord, dall'Onu dura condanna per il lancio del missile

Il Consiglio di Sicurezza, convocato dʼurgenza nella notte, ha chiesto a tutti gli Stati membri di attuare "pienamente, in modo rigoroso e veloce" le sanzioni imposte dalle Nazioni Unite

Corea del Nord, dall'Onu dura condanna per il lancio del missile - foto 1
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Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu "condanna fortemente" il nuovo lancio di un missile da parte della Corea del Nord e chiede che tutti gli Stati membri "attuino pienamente, in modo rigoroso e veloce" le sanzioni imposte dalle Nazioni Unite.

L'assemblea non ha tuttavia minacciato nuove sanzioni al Paese asiatico. Nella dichiarazione del Consiglio si chiede al regime di Kim Jong-un di abbandonare i programmi nucleari e di non effettuare altri test.

Già prima della riunione d'urgenza del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, si erano moltiplicate le condanne internazionali (tra cui quelle del segretario delle Nazioni Unite Antonio Guterres e del ministro degli Esteri Angelino Alfano) e gli "inviti alla moderazione" lanciati da Russia e Cina.

"E' chiaro a tutti che l'opzione delle sanzioni alla Corea del Nord si è ormai esaurita", ha detto il vice ministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov, aggiungendo: "Maggiori sanzioni non risolveranno il problema, l'Onu deve passare una risoluzione che dica chiaramente no ad una soluzione militare e a sanzioni unilaterali fuori da quelle approvate dal Consiglio di Sicurezza".

La Cina, alleato storico di Pyongyang, ha criticato il Nord e ha annunciato che sosterrà "completamente e per intero" le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza. "Le sanzioni uniaterali o quelle adottate seguendo le leggi nazionali non sono in linea con il diritto internazionale", ha affermato il ministro degli Esteri cinese Wang Yi.

Pechino "si oppone" alle mosse del Nord contro le risoluzioni dell'Onu, ha inoltre affermato Hua Chunying, portavoce del ministero degli Esteri, rilevando il "momento critico" della situazione "altamente sensibile" per la quale tutti dovrebbero creare le condizioni per la ripresa del dialogo e i negoziati".

Quel missile è "una seria minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale", ha affermato dal canto suo l'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini. "L'unità della comunità internazionale in questa sfida è essenziale. L'Ue valuterà ulteriori risposte adeguate, in stretta consultazione con i partner chiave, ed in linea con le decisioni del Consiglio di Sicurezza", ha proseguito.

La Corea del Sud risponde con le bombe - La risposta della Corea del Sud al "primo missile per testata atomica" di Pyongyang, che sorvolando il Giappone è finito nel Pacifico settentrionale, non si è fatta in effetti attendere: quattro caccia F-15 hanno sganciato otto bombe MK-84 usate per demolire i bunker sotterranei e del peso di una tonnellata ciascuna al Pilseung Range, campo militare dall'emblematico nome "vittoria sicura" nella provincia di Gangwon, vicino al confine con il Nord.

La prova di forza indirizzata oltre il 38esimo parallelo è stata tenuta allo scopo di affinare le capacità d'annientamento totale della "leadership nemica". "Le nostre forze aeree spazzeranno via la leadership del regime nordcoreano con la forte capacità di attacco in caso sia a rischio con armi nucleari e missili la sicurezza del nostro popolo e dell'alleanza Usa-Corea del Sud", ha assicurato il maggiore Lee Kuk-no, a capo delle manovre sudcoreane.

Ambasciatrice Usa: "Regime capisca il rischio che corre" - "Ancora una volta i membri del Consiglio di Sicurezza hanno parlato all'unisono nel condannare la Corea del Nord", ha affermato l'ambasciatrice americana al Palazzo di Vetro, Nikki Haley, dopo la denuncia del lancio del missile da parte delle Nazioni Unite. "E' il momento che il regime di Pyongyang capisca il rischio che sta correndo con le sue azioni", ha dichiarato Haley.

Da parte sua il presidente americano Donald Trump ha più volte ribadito che "tutte le opzioni sono sul tavolo" per rispondere alle continue provocazioni di Kim Jing-un, incluse quelle militari. In un colloquio telefonico con il premier nipponico Shinzo Abe, il tycoon ha convenuto sulla necessità di mantenere forte il pressing su Pyongyang in assenza dei requisiti per l'avvio di un dialogo, dell'ennesima violazione delle risoluzioni dell'Onu e della presenza di una minaccia "grave e crescente". "Il mondo ha ricevuto l'ennesimo messaggio della Corea del Nord forte e chiaro: questo regime ha segnalato il disprezzo per i paesi vicini, per tutti i membri dell'Onu e per gli standard minimi di comportamento accettabile a livello internazionale", afferma una nota della Casa Bianca.