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Brexit, premier May: "Ok all'intesa con l'Ue, ma non è stato facile"

La prima ministra ha sottolineato che la decisione è stata "presa per costruire un futuro per il Paese, altrimenti saremmo tornati alla casella numero 1 e avremmo mancato la promessa del referendum"

Brexit, premier May:
-afp

Il governo britannico ha deciso "collettivamente" di adottare la bozza d'accordo sulla Brexit definita a Bruxelles.

Lo ha annunciato la premier Theresa May dopo 5 ore di riunione con i suoi ministri, precisando che non è stata una decisione "leggera", ma difendendo il testo come il migliore possibile "nell'interesse nazionale". Secondo May, la bozza consentirà a Londra di "recuperare il controllo".

"Questo è decisamente nell'interesse nazionale, è un accordo che mantiene le promesse del referendum", "la decisione protegge il lavoro e l'unione", ha detto la prima ministra britannica, annunciando la luce verde del governo. May ha parlato anche di "un lungo, dettagliato e acceso dibattito" con i ministri, definendo l'intesa come il "risultato di negoziati molto difficili, di lunghi incontri in questi ultimi due anni". "Questa è una decisione che arriverà sotto intenso controllo, è stata presa per costruire un futuro per il Paese", ha aggiunto ancora.

L'inquilina di Downing Street 10 ha affermato in maniera concisa: "Questo accordo, nessun accordo o nessuna Brexit". La decisione del suo governo però è stata criticata da molti Brexiters nonostante non sia ancora emerso alcun dettaglio sull'intesa. Una frase che ha fatto pensare a non pochi laburisti che la Brexit non sia inevitabile e in caso di bocciatura parlamentare potrebbe aprire la strada a un secondo referendum.

Farage: "Questo è il peggior accordo della storia" - "Ogni membro del gabinetto che è un autentico Brexiteer deve dimettersi subito o non sarà più attendibile, questo è il peggior accordo della storia". Lo ha detto su Twitter l'europarlamentare britannico Nigel Farage.

Ue: "Cammino ancora lungo e difficile" - "Siamo giunti a un momento importante in questi negoziati straordinari" sulla Brexit ma "resta molto lavoro da fare, il cammino è ancora lungo e difficile per garantire un'uscita ordinata e costruire un partenariato futuro". Lo ha dichiarato il capo negoziatore Ue Michel Barnier dopo l'ok del governo britannico all'accordo di divorzio dall'Ue. "Questo accordo rappresenta una tappa determinante per concludere questi negoziati", ha ribadito. "Considero che questa sera sono stati fatti progressi decisivi" per un "ritiro ordinato" della Gran Bretagna dall'Ue e per gettare le basi per "la relazione futura" tra le due.

Sarà "possibile estendere il periodo di transizione" della Brexit di 21 mesi previsto dal 29 marzo 2019 al 31 dicembre 2020 "attraverso un accordo congiunto" nel caso in cui "non saremo pronti per il luglio 2020" a un accordo definitivo sulla frontiera irlandese. E "solo se giungerà al termine il periodo di transizione senza accordo, allora scatterà il backstop" sui cui è ora stata trovata un'intesa tra Ue e Gran Bretagna.

Bbc: un terzo dei ministri contrario all'accordo - Circa un terzo dei ministri del governo britannico si è espresso contro la bozza d'intesa sulla Brexit con l'Ue approvata a maggioranza su proposta della premier Theresa May. Lo riferisce la Bbc citando fonti secondo le quali fra 9 e 11 componenti del gabinetto hanno manifestato riserve durante la discussione, alcuni con particolare foga come la titolare del Lavoro, Esther McVey. I media non escludono le dimissioni di alcuni di loro, anche se stasera non sono emerse finora intenzioni del genere. Mentre sottolineano come fra i ministri dichiaratamente Brexiteers solo Michael Gove, capofila della piattaforma pro Leave nella campagna referendaria del 2016, abbia parlato apertamente a favore della proposta avanzata dalla premier. Fra gli ex ministri degli Esteri, Boris Johnson è tornato da parte sua a denunciare l'accordo come "totalmente inaccettabile per chi tenga alla democrazia". Mentre William Hague, già leader Tory, si è schierato con May avvertendo che silurarne la linea negoziale significherebbe "non avere affatto una Brexit".

Giovedì mattina, incontro Barnier-Tusk - Giovedì alle 7.50 il capo negoziatore Ue per la Brexit Michel Barnier incontrerà il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk per informarlo dei "progressi decisivi" fatti sull'accordo di addio. Questo apre la strada per la convocazione da parte di Tusk del vertice Ue a 27 per dare l'ok all'intesa sul ritiro ordinato della Gran Bretagna dall'Ue. Barnier non ha fatto date, ma quella finora ipotizzata dal premier irlandese è per domenica 25 novembre. Barnier, dopo aver visto Tusk, andrà a Strasburgo dove il Parlamento europeo è riunito in plenaria per informarlo degli ultimi sviluppi. È infatti necessario anche l'ok dell'Aula per avallare l'accordo sulla Brexit.

Le prossime tappe - Potrebbe essere il 25 novembre il giorno da cerchiare in rosso per la certificazione politica del patto di divorzio consensuale tra Unione europea e Regno Unito. La data del summit Ue straordinario, nel giorno del via libera del gabinetto di Theresa May al piano d'accordo, è stata evocata dal premier irlandese Leo Varadkar durante il suo discorso in Parlamento a Dublino, ed è un appuntamento cruciale.

25 novembre 2018 - Possibile summit straordinario della Ue per l'ok dei 27 all'accordo.

Entro il 29 marzo 2019 - Procedure di ratifica da parte dei 27, delle istituzioni Ue e, soprattutto del Parlamento britannico, dove i numeri non sono affatto scontati.

Mezzanotte del 29 marzo 2019 - Scatta la Brexit, parte il periodo transitorio di 21 mesi dove Londra continuerà ad applicare le regole Ue ma non avrà più potere decisionale, e si avviano i negoziati per gli accordi commerciali tra Gb e gli altri Paesi.

31 dicembre 2020 - Fine del periodo transitorio (a meno che i negoziatori non chiedano altro tempo), cessa l'applicazione del diritto Ue in Gran Bretagna.

1 gennaio 2021 - La Gran Bretagna è a tutti gli effetti un Paese Terzo.