STALLO INGLESE

Brexit, la Camera dice no alla mozione del premier Johnson per elezioni il 15/10

Nuovo schiaffo a Boris Johnson: la legge "anti no deal" avanza e niente voto anticipato

04 Set 2019 - 23:49
 © -afp

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Non passa alla Camera dei Comuni, come previsto, la mozione presentata da Boris Johnson per la convocazione di elezioni nel Regno Unito il 15 ottobre. Le opposizioni hanno detto no alla data indicata dal premier Tory, chiedendo garanzie sull'attuazione della legge anti-no deal e su un rinvio della Brexit alla scadenza del 31 ottobre prima del voto. La situazione è ora in pieno stallo.

Dopo il voto, segnato da una larga maggioranza di astensioni che comunque hanno inciso sul non raggiungimento del quorum, Boris Johnson ha ripreso la parola in aula per accusare il leader dell'opposizione laburista di voler "impedire al popolo di votare". E' la prima volta "nella storia di questo Paese che un leader dell'opposizione rifiuta" l'offerta di andare al voto, "posso solo immaginare che Corbyn ha paura di non vincere", ha insistito il premier conservatore, preannunciando imprecisate nuove iniziative per superare lo stallo.

Per votare il 15 ottobre c'era bisogno della maggioranza dei due terzi, maggioranza non raggiunta. Il capo del governo aveva immediatamente optato per questa iniziativa dopo che i deputati avevano approvato, anche in terza lettura, il disegno di legge per bloccare una Brexit senza accordo (no deal) se il primo ministro non avesse negoziato un nuovo accordo con l`Ue entro la scadenza del 31 ottobre.

Questi risultati certificano lo sgretolamento della maggioranza di governo, ma a cui il premier Tory mostra di non avere alcuna intenzione di rassegnarsi. Lo ha confermato nel suo primo Question Time da inquilino (per ora precario) di Downing Street ribadendo a brutto muso di non pensare minimamente di farsi teleguidare da un Parlamento che pretenderebbe di mandarlo a Canossa fra un mese, dai 27 di Bruxelles, per piegarsi a quella proroga ulteriore che egli continua viceversa a rigettare come "priva di senso".

Il no alla mozione sulle elezioni è stato condiviso per ora con i leader degli altri partiti di opposizione (dagli indipendentisti scozzesi dell'Snp ai LibDem). In sostanza l'obiettivo degli oppositori pare al momento quello di provare a tenere il governo a bagnomaria e allontanare le urne a non prima di novembre. Anche se non è chiaro come si possa pensare di costringere un premier che ripete di voler portare il Regno fuori dall'Ue il 31 ottobre 'senza se e senza ma' a negoziare per legge un rinvio della Brexit. Tanto più sullo sfondo dell'incoraggiamento che a Boris - nella cui manica potrebbe esserci ancora qualche carta di riserva per tentare di arrivare al voto a breve - rimbalza dalla Bank of England (col ridimensionamento dei timori sugli scenari peggiori d'un eventuale no deal). E dell'assoluzione incassata in un primo tribunale, l'Alta corte di Scozia, sulla legittimità della contestatissima sospensione del Parlamento.

Londra: "In caso no deal cittadini Ue potranno restare per 3 anni" - Il governo britannico ha annunciato che i cittadini europei potranno richiedere di restare nel Regno Unito per tre anni, nel caso di una Brexit no deal. Quelli in arrivo prima della fine del prossimo anno potranno richiedere i permessi secondo le nuove regole, ha confermato il governo di Londra, citato dalla Bbc. Ciò consentirà ai cittadini dell'Ue che arrivano prima della fine del 2020 di restare sino al dicembre 2023.

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