Sudafrica, il processo per la scomparsa della piccola Joshlin
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Joshlin Smith fu venduta per circa mille dollari: la madre e due complici riconosciuti colpevoli di rapimento e traffico di esseri umani. La piccola non è mai stata ritrovata
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Dopo sette settimane di processo, Racquel “Kelly” Smith è stata riconosciuta colpevole di aver rapito e venduto la propria figlia di sei anni, Joshlin, scomparsa nel nulla nel febbraio 2024 a Saldanha Bay, cittadina industriale a nord di Città del Capo. Insieme a lei sono stati condannati anche il compagno Jacquen “Boeta” Appollis e un loro amico, Steveno van Rhyn. Il tribunale li ha giudicati responsabili non solo del rapimento, ma anche di traffico di esseri umani: un verdetto pesantissimo, che ora potrebbe costare a tutti e tre l’ergastolo.
All’inizio sembrava una storia di disperazione e speranza. Kelly Smith, madre della piccola Joshlin, era apparsa pubblicamente sconvolta dopo la scomparsa della figlia di 6 anni, avvenuta il 19 febbraio 2024 nella cittadina costiera di Saldanha Bay, a nord di Città del Capo. La comunità si era mobilitata in massa per aiutare nelle ricerche: volontari, forze dell’ordine e vicini avevano battuto le dune sabbiose di Middelpos, ma della bambina non fu mai trovata traccia.
La svolta è arrivata con l’arresto e il processo alla madre, il compagno Jacquen "Boeta" Appollis e un loro amico, Steveno van Rhyn. Durante le udienze, una vicina di casa, Lourentia Lombaard, ha rivelato che Smith le avrebbe confessato di aver fatto “una sciocchezza” e di aver venduto la figlia a un sangoma – un guaritore tradizionale sudafricano – per circa 20.000 rand (1.100 dollari). Il corpo della bambina, ha testimoniato la donna, sarebbe stato desiderato per “gli occhi e la pelle chiara”. Joshlin aveva occhi verdi e carnagione dorata: due caratteristiche che, secondo la testimone, avrebbero attirato l’attenzione del presunto acquirente per pratiche rituali.
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Il giudice Nathan Erasmus, che ha presieduto il processo durato sette settimane, ha dichiarato colpevoli i tre imputati dei reati di rapimento e traffico di esseri umani. Durante la lettura del verdetto, svoltasi in un centro sportivo di Saldanha Bay per consentire l’accesso al pubblico, molti presenti sono scoppiati in lacrime, altri hanno applaudito. Il giudice ha sottolineato come il comportamento di Smith sia stato “incompatibile con quello di una madre preoccupata” e che le prove raccolte dimostrano la sua piena consapevolezza e partecipazione all’orribile crimine.
La pena definitiva sarà stabilita nei prossimi giorni. I tre rischiano l’ergastolo. Intanto, le autorità proseguono le indagini per cercare di scoprire il destino della piccola Joshlin, che a oggi rimane ufficialmente dispersa. Il Ministro per la Sicurezza della Provincia del Capo Occidentale, Anroux Marais, ha accolto con favore la condanna, sottolineando l’importanza di una giustizia severa per chi si rende responsabile di traffico di minori.
I sangoma sono guaritori tradizionali molto diffusi in Sudafrica, figure centrali nella medicina e nella spiritualità di numerose comunità. Considerati intermediari tra il mondo fisico e quello spirituale, praticano rituali che combinano erbe, incantesimi e invocazioni agli antenati. Sebbene la maggior parte dei sangoma eserciti nel rispetto delle tradizioni, non sono rari i casi in cui pratiche criminali vengano giustificate con motivazioni religiose o mistiche, come l’uso di parti del corpo umano per presunti rituali di potenziamento.
Secondo Missing Children South Africa, ogni anno scompaiono in media 1.000 bambini nel Paese. Di questi, circa il 77% viene ritrovato, ma il restante 23% resta ufficialmente disperso. I motivi delle sparizioni sono vari: da conflitti familiari a rapimenti per scopi economici, fino ai casi di traffico di minori legati a sfruttamento sessuale o rituali illegali. Il caso di Joshlin ha riportato l’attenzione nazionale su questo grave problema sociale.
Nelle credenze più estreme associate alla medicina tradizionale africana, esistono rituali noti come muti, in cui si ritiene che parti del corpo umano – soprattutto di bambini – possano conferire poteri soprannaturali a chi li usa. Gli ingredienti umani vengono spesso utilizzati per preparare pozioni o amuleti destinati a portare fortuna, ricchezza o protezione. Le autorità sudafricane stanno lavorando per distinguere le pratiche culturali legittime da quelle criminali, ma casi come quello di Joshlin mostrano quanto il confine possa essere tragicamente labile.