La procura di Innsbruck ha incriminato due 27enni: sono accusati di aver sottoposto il figlio a mesi di maltrattamenti e privazioni fino a provocarne il decesso
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Orrore in Tirolo. La procura di Innsbruck ha incriminato una coppia di 27enni con l'accusa di omicidio, tortura e sequestro di persona per la morte del figlio di tre anni, avvenuta a maggio 2024 per fame e disidratazione. Secondo la ricostruzione della magistratura austriaca, il bambino sarebbe stato sottoposto per mesi a violenze e privazioni nella casa di famiglia nel distretto di Kufstein, in Austria. Le indagini hanno portato alla scoperta di messaggi, foto e video che documenterebbero i maltrattamenti. La vicenda, riportata dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung, ha suscitato sconcerto in Austria per la brutalità degli abusi e per la freddezza con cui, secondo gli inquirenti, i genitori avrebbero agito.
Gli inquirenti hanno ricostruito un quadro di violenze sistematiche avvenute nella casa di famiglia a Kufstein, vicino al confine con la Baviera. Secondo l’atto d’accusa, il bambino sarebbe stato ripetutamente picchiato, legato e rinchiuso in una stanza buia, costretto a restare nudo per giorni dentro un cassetto. La magistratura ha sottolineato che la coppia avrebbe deliberatamente privato il piccolo di cibo e acqua, fino a ridurlo a pesare appena sette chilogrammi, meno della metà del peso normale per la sua età. Le prove a carico comprendono messaggi scambiati tra i due genitori e materiale fotografico e video che documenterebbe le violenze. Entrambi avrebbero ammesso le proprie responsabilità durante gli interrogatori.
La perizia psichiatrica disposta dalla procura ha stabilito che i genitori erano pienamente imputabili al momento dei fatti. Gli esperti hanno tuttavia rilevato un grave disturbo di personalità con tratti sadici, che avrebbe influenzato il comportamento della coppia. Secondo quanto emerso, i due vivevano in condizioni di forte disagio economico e si sarebbero progressivamente isolati, elaborando convinzioni deliranti. Avrebbero creduto che il figlio fosse posseduto da un demone e che rappresentasse la causa delle loro disgrazie. Nonostante tali convinzioni, la perizia ha escluso l’incapacità di intendere e di volere, confermando la piena responsabilità penale degli imputati.