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Accordo Brexit, che cosa succede dal 1° gennaio

Scongiurato lo spettro del no deal, ecco le novità: dal commercio ai viaggi

Si apre una nuova era nelle relazioni tra Unione europea e Regno Unito. Trovato l'accordo che entrerà in vigore il 1° gennaio, ecco che cosa succede in alcuni settori di vitale importanza per le due parti, come viaggi, istruzione e commercio con il divieto quasi totale di applicazione di dazi alle frontiere sulle merci.

I negoziati si erano arenati sulla parità di condizioni per garantire una concorrenza leale negli scambi - in particolare sugli aiuti di Stato - la governance sulla risoluzione di eventuali controversie e la pesca. Questi punti sono stati superati in modo da potere garantire a Londra di non seguire più la guida europea e a Bruxelles di non doversi preoccupare di concorrenza sleale da parte dell'ex Stato membro.

 

Ok dei Parlamenti Westminster si riunirà per votare l'accordo il 30 dicembre, mentre per la ratifica da parte l'Eurocamera bisognerà attendere. L'accordo sarà esaminato "in dettaglio prima di decidere se dare il consenso nel nuovo anno", ha precisato il presidente, David Sassoli.


Dazi Sarà evitata in modo quasi completo l'applicazione di dazi alle frontiere sulle merci e i prodotti esportati dal Regno Unito ed Europa e non ci sarà un limite alla quantita' di prodotti commerciabili tra i due Paesi.

 

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Pesca Un settore di ridotto impatto economico era diventato il maggior nodo da districare. In base all'accordo, l'Europa rinuncia a un quarto della quota di pesce catturato nelle acque del Regno Unito, molto meno dell'80% inizialmente richiesto dalla Gran Bretagna. Il sistema sarà in vigore per 5 anni e mezzo, dopo le quote saranno riesaminate.

 

 


Università Il Regno Unito non farà più parte del programma Erasmus, quindi non solo gli studenti britannici non potranno accedervi ma dall'anno prossimo anche i loro colleghi europei dovranno richiedere il visto per studiare e pagare la retta universitaria (alta) come gli studenti non britannici. 

 

 


Viaggi e lavoro Se per turismo basterà il passaporto per recarsi nel Regno Unito, per potere lavorare oltremanica bisognerà essere in possesso di un visto, ottenibile solo nel caso in cui si abbia già un impiego, retribuito almeno 26.500 sterline (circa 29mila euro) e a patto di avere un livello di conoscenza di inglese B1. E' prevista invece una corsia preferenziale (fast-track entry) per ottenere il visto per i lavoratori del settore sanitario. La questione visto non coinvolge gli oltre 4 milioni di europei che già vivono e lavorano in Gb.

 

 

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