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"Sono triste quando faccio sesso con il nonno", 73enne condannato per 20 violenze su minori

Lʼuomo, un pensionato australiano, è stato incastrato da una lettera di una delle bambine che accudiva nella sua casa famiglia

agenzia

Venti abusi sessuali su sei minori, fra cui lo stupro di tre bambine di 8 anni: questo è il verdetto per Desmond Gore, un pensionato australiano che, nella sua casa famiglia, aveva in custodia alcuni minorenni.

Tutto è partito da un messaggio di una delle persone "accudite" dal 73enne: "Sono triste quando faccio sesso con il nonno". Di lì, è stato allertato il tribunale di Perth. L'uomo adesso è in carcere.

Gore era quasi riuscito a farla franca.  A incastrarlo è stata l'ispezione di un assistente sociale nella sua casa: dopo aver trovato dentro una vecchia scatola la lettera di una delle bambine tenute in custodia tra il 2007 e il 2010, ha subito allertato il dipartimento di Protezione dei Minori e sono cominciate le indagini per rintracciare tutte le persone oggetto di abusi sessuali.

Durante l'inchiesta del tribunale sono emersi dettagli sempre più grotteschi: l'uomo cominciò a molestare le ragazzine quando la moglie si allontanava dalla loro casa di Armadale, nel sud-est di Perth. Dopo le prime molestie con le mani sulle parti intime, cominciarono gli stupri. E poi le minacce: "Nessuno ti crederà se parli", "Non conti niente, se racconti cosa è successo ti abbandoneranno tutti". La bambina della lettera, in effetti, confidò gli abusi solo alla moglie di Gore, che non volle crederle. Anche i racconti a scuola ebbero poco successo, almeno finché una delle bambine, anni dopo gli abusi, fu visitata da un medico scolastico per un dolore alle parti intime e, in quell'occasione, raccontò al medico il rapporto sessuale avuto con "un tutore di cui non ricordava il nome e il volto". Grazie a questa denuncia, le autorità sono riuscite a rintracciare anche le altre bambine molestate, che hanno riconosciuto e testimoniato contro l'orco. 

Gore non ha mostrato alcuna emozione quando ha sentito la condanna che lo porterà in carcere per il resto della sua vita. Come riporta "Western Australia Today", l'unica difesa del pensionato alle accuse è stata ripetere che "nulla è vero, sono solo bugie per estorcermi soldi", spiegando: "Sono impotente dal 1996, non posso avere rapporti con nessuno". Parole poco convincenti secondo i giudici del tribunale di Perth, che l'hanno punito severamente per i suoi reati.