LA NOSTRA RECENSIONE

Metal Gear Solid Delta: Snake Eater, il glorioso ritorno del videogioco di Konami

Konami procede l'opera di restauro dei suoi vecchi classici per avvicinare una nuova generazione di utenti ai suoi videogiochi più importanti: dopo Silent Hill, è il turno di Metal Gear

22 Ago 2025 - 10:00
 © Ufficio stampa

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A dieci anni dall'ultimo episodio canonico, senza considerare esperimenti più o meno riusciti come Survive o raccolte come la Master Collection, la serie di Metal Gear si prepara al ritorno con un progetto ambizioso e al tempo stesso rischioso: un rifacimento del capitolo probabilmente più amato della saga di Konami, Snake Eater, simbolo della generazione di PlayStation 2 e a conti fatti "prequel" dell'intera storia.

Metal Gear Solid 3: Snake Eater è uno dei videogiochi più apprezzati di sempre, considerato tra i capolavori (se non il più importante capolavoro) del leggendario autore giapponese Hideo Kojima e certamente uno dei titoli più rappresentativi della console di seconda generazione di Sony. Lanciato nel 2004, il gioco d'azione si appresta a tornare su PC e console Metal Gear Solid Delta: Snake Eater, un remake realizzato in Unreal Engine 5 che rimette a lucido il comparto audiovisivo, ammodernando qualche meccanica di gioco senza modificare una singola virgola della visione dell'autore originale, non coinvolto (ma comunque menzionato) in questo progetto.

SI TORNA A TSELINOYARSK

L'idea di ripartire da questo episodio per riportare in auge la saga di Metal Gear è una mossa certamente intelligente, se si pensa che l'avventura (ambientata molti anni prima degli altri capitoli creati da Kojima sotto l'egida di Konami) rappresenta la sceneggiatura perfetta per introdurre ai personaggi e al complesso mondo creato dal fondatore di Kojima Productions, ma anche molto insidiosa se si considera l'affezione che il pubblico prova nei confronti della lunga epopea che partirà dalla "Missione Virtuosa" di Naked Snake e si evolverà in una storia ricca di personaggi, colpi di scena e momenti memorabili.

Per questo, l'opera di restauro e ammodernamento di Konami è stata per certi versi più contenuta rispetto a quanto proposto dalla software house nipponica con il più recente Silent Hill 2, che aveva dalla sua parte un team con grande esperienza in materia di videogiochi horror e probabilmente più margini di manovra per ritoccare qualche elemento qua e là senza rischiare di scontentare il pubblico della saga. Metal Gear Solid Delta: Snake Eater decide di prendere un cammino diverso e si preoccupa principalmente di rendere più contemporanea l'opera di Hideo Kojima dal punto di vista grafico e sonoro, soffermandosi su qualche aspetto di gioco che era invecchiato eccessivamente e introducendo delle piccole novità apprezzabili, ma preoccupandosi di mantenere ogni scena, ogni inquadratura, ogni frase e ogni boss fight della storia identica al passato.

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Per certi versi, si tratta di un modo decisamente rispettoso di dare nuova vita a uno dei videogiochi più importanti della storia di questo medium, permettendo non soltanto a chi l'ha già vissuto di (ri)apprezzarlo oggi come più di vent'anni fa, ma in un certo senso era lecito attendersi qualche intervento più mirato per rendere non solo l'aspetto esteriore (modelli poligonali dei personaggi, espressioni facciali, filmati e animazioni, comparto sonoro e così via), ma anche l'esperienza di gioco vera e propria, che in alcuni casi risente particolarmente di una concezione ancorata a quelli che erano i limiti tecnologici dell'epoca e che oggi, forse, avrebbero potuto portare a qualche scelta differente sia in termini di esplorazione, sia nell'uso delle tante meccaniche di gioco presenti tanto nell'originale quanto in questo rifacimento.

Uno scenario, questo, che avrebbe avuto senso soprattutto alla luce della presenza di due modalità, "Stile moderno" e "Classico", che tuttavia si limitano solo a variare lo schema di comandi (fattore molto evidente soprattutto nei tasti per abbassarsi e strisciare) e a utilizzare due tipi differenti di visuale di gioco: se la modalità Classico consente di rivivere l'opera di Kojima con la stessa inquadratura dall'alto già apprezzata su PlayStation 2, lo "Stile moderno" trasforma Snake Eater in un gioco d'azione in terza persona con visuale alle spalle del protagonista e consente di vivere la missione di infiltrazione di Naked Snake da una prospettiva tutta nuova, utile (e decisamente apprezzabile) per godersi appieno l'incredibile opera di trasformazione e ammodernamento degli ambienti da parte di Konami e dello studio di supporto Virtuos.

OPERAZIONE MANGIASERPENTI

A livello di meccaniche di gioco, Metal Gear Solid Delta: Snake Eater mantiene l'essenza dell'esperienza originale alternando esplorazione, sequenze furtive, combattimenti contro i boss (i membri dell'Unità Cobra guidata da The Boss e il perfido colonnello Volgin) e tanti, tantissimi filmati che raccontano una storia di spionaggio ancora oggi particolarmente intensa, emozionante, brutale e per certi versi incredibilmente attuale nonostante i ventidue anni sul groppone. O ancora, i tanti dialoghi opzionali accessibili dal codec, che permette in ogni momento di interagire con la squadra di supporto e approfondire la conoscenza di personaggi ed eventi, ma che testimonia anche l'incredibile passione di Kojima per il mondo cinematografico, come testimoniano le continue citazioni di uno degli alleati principali del protagonista.

Nel mezzo ci sono caratteristiche che rendono l'avventura di Naked Snake più simile a quello che oggi definiremmo "videogioco di sopravvivenza", con la necessità di andare a caccia di fauna locale (o di recuperare razioni e cibi preparati qua e là) per recuperare vigore, col rischio di prendersi un'intossicazione per aver mangiato una rana o un fungo non commestibile, oppure il bisogno di curarsi da ferite da armi da fuoco, lesioni e fratture, ustioni e avvelenamenti sfruttando le numerose risorse che è possibile recuperare esplorando a fondo ogni scenario di gioco (che nascondono inoltre gli immancabili collezionabili, come pupazzi a forma di rana e papera) e sfruttando un minigioco basilare per curare ogni ferita utilizzando le medicazioni richieste (ma senza "penalità" in caso di ordine errato o risorsa sbagliata).

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Importantissima, ai fini dell'essenza furtiva da sempre centrale nella serie, la possibilità di utilizzare mimetizzazioni differenti sia per il corpo di Naked Snake, sia per il viso: lungo il cammino, il protagonista potrà ottenere nuovi completi che gli permetteranno di mimetizzarsi nell'ambiente o, in particolari casi, di entrare in aree altrimenti inaccessibili con veri e propri travestimenti. Una meccanica, questa, utile per non dare nell'occhio ed evitare di farsi scoprire dai nemici (fondamentale per chi desidera completare il gioco senza uccidere nemmeno un soldato) e che in questo rifacimento è stata resa ancora più pratica da usare tramite una funzione rapida che, con la pressione di un tasto, consente di cambiare rapidamente mimetizzazione scegliendo tra opzioni preconfigurate.

Lo stesso accesso rapido è stato garantito al succitato codec, che può essere richiamato in ogni momento con la pressione prolungata di un tasto e consente di accedere in pochi istanti alle frequenze utilizzate più spesso (utile, in questo caso, per salvare rapidamente una partita), mentre la stessa sorte non è toccata sfortunatamente alle altre due meccaniche principali del gameplay, ovvero la necessità di nutrirsi e curarsi, aspetto che rende particolarmente tedioso l'uso di queste due funzioni in alcuni momenti nevralgici dell'avventura, visto che tocca entrare spesso e volentieri nei menu, mangiare un animale o curarsi da una ferita e poi riprendere l'azione interrotta, con il rischio di spezzare eccessivamente il ritmo.

LUCI E OMBRE

Se il rifacimento di Snake Eater si limita ad agire più sulla forma che sulla sostanza, non si può fare a meno di storcere il naso per alcune scelte che avrebbero potuto rendere l'esperienza di gioco effettivamente più "moderna" anche alla luce delle due modalità (Stile moderno e Classico) citate in precedenza: come nell'originale, anche la versione Delta di Metal Gear Solid 3 non include un vero e proprio mondo aperto, ma una serie di "zone" esplorabili sconnesse tra loro e caratterizzate da un breve tempo di caricamento al passaggio da una zona all'altra, con tanto di bande nere che compaiono all'avvicinarsi a una delle zone di transizione per lasciare intendere il passaggio da una sezione all'altra.

In tal senso, era lecito sperare in un intervento più netto da parte di Konami, con una fruizione senza soluzione di continuità che avrebbe reso molto probabilmente più scorrevole l'avventura nel suo complesso. Il problema diventa più marcato se si considerano gli evidenti limiti di un'intelligenza artificiale che segue pedissequamente i pattern e le routine comportamentali dell'epoca, permettendo all'utente di spostarsi da una zona all'altra per eludere l'allerta dei nemici e tentare un approccio differente nel caso in cui Naked Snake venga individuato. In quest'ottica, i nemici non brillano certo per acume tattico (specialmente se si gioca al livello di difficoltà intermedio) e dimostrano delle strategie decisamente discutibili anche nel caso in cui si decida di andare all'assalto a colpi di fucile automatico massacrando tutti senza pietà.

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Anche l'uso dell'inventario si affida alla struttura classica di Metal Gear Solid 3: Snake Eater (e dei capitoli precedenti), affidando al tasto direzionale di sinistra e di destra la possibilità di attivare oppure disattivare rispettivamente l'equipaggiamento e le armi (che possono essere scelti tenendo premuti gli stessi tasti e navigando nel menu a scorrimento con lo stick analogico). Probabilmente, in tal senso si poteva fare qualcosa in più per rendere più scorrevole l'uso delle numerose risorse a disposizione di Naked Snake nel corso della sua lunga missione, visto che in alcuni casi l'azione diventa particolarmente frenetica (in particolare durante alcuni scontri con i boss) e un'interfaccia/esperienza utente differente avrebbe reso più semplice la gestione dell'arsenale.

Ancora una volta, queste modifiche avrebbero potuto essere riservate allo "Stile moderno", lasciando a coloro che desideravano un'esperienza ammodernata ma fedele all'originale la possibilità di optare per lo stile Classico e prendendosi qualche rischio in più per tentare di svecchiare l'esperienza di gioco per un pubblico più moderno, anche alla luce dell'incredibile evoluzione che i videogiochi d'azione hanno proposto negli ultimi due decenni. È certamente un peccato che Konami non abbia voluto tentare quest'approccio, soprattutto considerando i plausi ricevuti per i numerosi ammodernamenti proposti da Silent Hill 2 Remake, ma ciò non toglie che questo rifacimento di Metal Gear Solid 3 sia decisamente un prodotto degno di nota e meritevole di essere acquistato sia da coloro che hanno vissuto l'originale Snake Eater a suo tempo, sia da chi vuole scoprirne la storia per la prima volta.

Se è vero che l'aggiunta di obiettivi (alcuni dei quali premiano, per esempio, dei "metodi creativi" per sbarazzarsi di alcuni boss particolari, come il peculiare "The End") e mimetizzazioni giustificano la scelta di rivivere l'avventura di Naked Snake più volte, magari optando per una delle difficoltà superiori che si sbloccano al completamento dell'avventura la prima volta, è altrettanto vero che il pacchetto di Metal Gear Solid Delta: Snake Eater non si limita solo alla campagna.

Il gioco, infatti, include anche modalità aggiuntive come Snake contro scimmia (che omaggia Ape Escape ed è disponibile su PC e PlayStation, sostituita nella versione Xbox con una modalità dedicata a Bomberman), la modalità Secret Theater (che permette di rivivere alcune scene con un "tocco particolare"), lo scontro bonus Guy Savage (qui in versione Delta, accessibile sia durante il gioco e sia una volta completata la storia) e, in futuro, la modalità multigiocatore Fox Hunt, che permetterà di vivere una "caccia al topo" in PvP sfruttando le meccaniche di sopravvivenza e furtività.

Come lo abbiamo giocato

Abbiamo completato l'avventura di Metal Gear Solid Delta: Snake Eater in circa quindici ore al livello di difficoltà intermedio su PlayStation 5 Pro, prendendoci tutto il tempo per rivivere la storia di Naked Snake dalla Missione Virtuosa fino allo spettacolare epilogo. Il gioco, disponibile anche su PC e Xbox Series X/S, include un nuovo doppiaggio in inglese e testi in italiano.


Può piacere a chi…
… ama le storie di spionaggio
… adora le esperienze basate su furtività e sopravvivenza
… vuole (ri)scoprire uno dei giochi più importanti della storia

Potrebbe deludere chi…
… sperava in un rifacimento più coraggioso
… non sopporta i giochi caratterizzati da numerosi filmati e dialoghi
… desidera un'intelligenza artificiale moderna e impegnativa

Metal Gear Solid Delta: Snake Eater è un gioco consigliato a un pubblico maggiorenne.

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