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Volete risparmiare più soldi? Iniziate a giocare ai videogiochi, lo dice l’esperto

Secondo un neuroscienziato statunitense, giocare ai videogiochi potrebbe aiutare le persone a prendere decisioni migliori riguardo al denaro e su come amministrarlo al meglio

IGN

Quando si parla di videogiochi, non ci si riferisce più soltanto a qualcosa di connesso al puro divertimento infantile. Da diverso tempo l’universo videoludico è oggetto di studi scientifici, proprio perché i videogame sono strumenti che possono essere usati per insegnare nuove abilità, ridurre lo stress e persino cambiare i comportamenti innescando reazioni chimiche nel cervello.

Questi benefici hanno fornito agli scienziati e agli sviluppatori una promettente strada da percorrere. Recentemente un neuroscienziato americano ha persino affermato che i videogiochi aiutano le persone a gestire al meglio le proprie decisioni anche per quanto riguarda l’aspetto economico e finanziario.

 

"I giochi riducono lo stress nella presa delle decisioni", sostiene infatti il professore Paul Zak, neuroscienziato e professore alla Claremont Graduate University nel sud della California. "Gli sviluppatori di app e videogiochi utilizzano ormai tali concetti per aiutare le persone ad apprendere nuove informazioni e gestirle. E una delle applicazioni più consuete è utilizzata proprio nel processo decisionale finanziario".

 

Secondo Zak, i videogiochi possono essere un modo molto efficace per raggiungere l'indipendenza finanziaria perché ci mantengono focalizzati sul compito da svolgere. “I giochi sono progettati per rinforzare il comportamento e portare i giocatori a ritornare a giocare. Il cervello ama la novità. Così quando succede qualcosa di nuovo nel mio ambiente e ottengo una piccola ricompensa, il mio cervello mi suggerisce di concentrarmi su quella cosa”.

 

I giochi utilizzano tecniche che attivano la dopamina e l'ossitocina cerebrale, e questo pone la nostra mente in stati immersivi iper-focalizzati. Ma trasformare semplicemente qualcosa in un gioco non è sufficiente per vedere cambiamenti significativi nelle nostre abitudini. Gli sviluppatori di app hanno trovato il modo di combinare l'esperienza coinvolgente e divertente che ci aspettiamo dai videogiochi con qualcosa che tradizionalmente non è molto divertente: risparmiare denaro.

 

Videogiochi - Finanza - Gamification
IGN

 

"Ho passato 25 anni a fare esperimenti per cercare di capire perché la gente fa quello che fa", spiega Zak. "Tutti vogliamo una gratificazione istantanea, ma per ottenerla dobbiamo risparmiare. Quando si deve rinunciare a qualcosa, come il denaro, il nostro cervello elabora tale rinuncia come una forma di dolore e superare questo stato richiede energia metabolica. Ma trattandosi di un organo molto pigro, c’è bisogno di tanta energia per mantenerlo attivo, come quella generata dai videogiochi".

 

Il cervello, dunque, compensa la sua pigrizia formando percorsi che ci permettono di portare a termine dei compiti innestando una sorta di pilota automatico, ossia le cosiddette abitudini. Per poterle cambiare, secondo Zak devono innescarsi nel cervello due condizioni fondamentali che potranno influenzare il processo decisionale. La prima è prestare attenzione alle informazioni, con relativa produzione di dopamina. La seconda è fare in modo che il cervello pigro si preoccupi dei risultati, guidato dalla risonanza emotiva che è associata alla produzione di ossitocina. Il neuroscienziato chiama la combinazione di questi due eventi immersione neurologica, essenziale per aiutare a sviluppare nuove e migliori abitudini.

 

"Le decisioni finanziarie sono difficili. Quindi, suddividendo i compiti su di una piattaforma che rende divertente prendere decisioni complesse, le persone saranno in grado di capire meglio cosa stanno facendo, ma anche in grado di cambiare il loro comportamento predefinito. Prendendo così l'abitudine, per esempio, di risparmiare", ha spiegato Zak.

 

Purtroppo il professore è consapevole del fatto che non tutto ciò che viene creato nell’universo della "gamification" genera migliori abitudini. Secondo il docente, le applicazioni che si concentrano sul processo decisionale finanziario celano, infatti, un elevato rischio che si possano stabilire anche percorsi negativi nel cervello, portando a risultati inversi come la dipendenza da gaming e le conseguenti "spese pazze" delle microtransazioni.

 

"Dal mio punto di vista, qualsiasi app che ti aiuta ad essere un risparmiatore più efficace è probabilmente una buona app, ma penso che ci sia bisogno di fare molto più lavoro per capire davvero la neuroscienza sottostante alla gamification. Dobbiamo quindi continuare a progettare giochi che insegnino alle persone come salire di livello nella vita e non solo nei videogiochi".

 


 

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