La casa di Mountain View decide di smantellare l'infrastruttura cloud alla base di Stadia, offerta ad alcuni partner dopo la chiusura del servizio
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Lo scorso gennaio, Google Stadia ha chiuso i battenti dopo aver fallito nel ritagliarsi uno spazio di rilievo nel mondo dei videogiochi: il servizio di cloud gaming creato dal colosso americano aveva continuato a "vivere" in una nuova forma che, sfruttando l'infrastruttura alla base di Stadia, permetteva ad aziende di terze parti come AT&T di offrire ai propri clienti dei giochi in streaming come Batman: Arkham Knight. Una "nuova vita" che, tuttavia, è durata meno di due mesi.
Stando a quanto riportato da Axios, Google avrebbe deciso di smantellare definitivamente l'infrastruttura di Stadia e interrompere le attività con i partner che avevano aderito all'offerta.
Tra questi c'era Peloton, gigante dell'industria fitness che aveva scelto di sfruttare ciò che restava di Google Stadia per creare una sorta di versione "ludica" dei propri allenamenti attraverso l'ormai consueto processo di "gamification", permettendo ai suoi clienti di sfruttare un semplice browser web su PC o mobile per mantenersi in forma ovunque grazie a programmi di training specifici.
Con questa mossa, Google ha definitivamente archiviato la parentesi Stadia dopo poco più di tre anni dal lancio, avvenuto nel novembre del 2019: dopo aver rimborsato tutti gli utenti che avessero effettuato acquisti di hardware o software legati al servizio, l'azienda americana aveva provato a non cestinare del tutto un servizio che, al di là del modello di business, aveva dimostrato di funzionare a dovere e di potersi ritagliare uno spazio nel settore del cloud gaming.
Tuttavia, i costi necessari a tenere in attività una simile infrastruttura devono aver convinto Google che non valesse più la pena di tenere in vita Stadia senza un grosso numero di publisher e aziende di terze parti a sfruttarne i servizi con continuità.
Per la società guidata da Sundar Pichai, il settore dei videogiochi continua a essere uno dei maggiori punti di riferimento. Stando alle ultime dichiarazioni ai microfoni di Axios, Google intende offrire la sua competenza in materia per supportare eventuali team interessati a dar vita a giochi live-service: "È stato in quel momento, quando abbiamo dovuto prendere la decisione di chiudere Stadia, che ci siamo resi conto come Google Cloud sia capace di dare il meglio quando aiuta gli altri a creare queste cose, non necessariamente a costruirle da sé", ha dichiarato Jack Buser, il responsabile della divisione videoludica di Google Cloud.