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Far Cry 6, abbiamo provato le prime ore del nuovo FPS open world di Ubisoft

Il paraíso di Castillo si svela in tutto il proprio orrore, sotto il cielo della rivoluzione

A poco più di un mese dalla pubblicazione di Far Cry 6, prevista per il 7 ottobre, siamo stati invitati da Ubisoft a trascorrere qualche ora sull’isola di Yara, per cogliere i primi stralci di una rivoluzione destinata a cambiare le sorti di questo fittizio paese tropicale. Abbiamo vestito i panni di Dani Rojas, nella sua missione per fermare il dittatore Anton Castillo (interpretato dall’attore Gianfranco Esposito, noto per aver recitato in Breaking Bad e The Mandalorian) e porre fine alla sua tirannia.

Yara è un’isola che ha perso da troppo tempo i contatti con il resto del mondo per non averne subito il contraccolpo: la sensazione che si ha, appena vi si mette piede, è quella di essere seduti su una polveriera prossima a esplodere, nutrita dalla disillusione, dal sangue e dalla consapevolezza che non possa nascere, né tantomeno crescere, nulla di buono in una terra che ha perso tutto.

 

 

 

Le prime missioni servono proprio a questo, a delineare il contesto narrativo in cui muoveremo i nostri futuri passi, oltre ovviamente a far prendere la mano con le meccaniche di gioco: Castillo intende sfruttare il Viviro, una fantomatica cura per il cancro, non solo per “ricostruire il paradiso” ma anche come merce di scambio su scala mondiale – il che spiega perché ciascuna delle tre macroregioni che compongono l’isola di Yara sia costellata di raffinerie, piantagioni e stabilimenti chimici, tutti coinvolti nella produzione del Viviro.

 

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Dal punto di vista del gameplay, la prima lezione che ci viene insegnata è l’arte di arrangiarsi: la chiusura di Yara al resto del mondo l’ha resa un paese arretrato e povero sotto diversi punti di vista, non ultimo quello delle tecnologie. Laddove non arriva il progresso, però, l’improvvisazione ne fa egregiamente le veci: tutto è un potenziale materiale con cui costruire i propri strumenti di morte, fosse anche solo una scatola di sardine. Quello che prende forma dal nostro genio diventa una vera e propria arma Fai-Da-Te, strumenti letali che mettono l’efficacia al di sopra dell’estetica: brutti ma funzionali, insomma. Nel corso del gioco si avrà modo di sperimentare con la creatività per realizzare armi di una certa finezza con i quali gettare nel caos i nemici.

 

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Non manca ovviamente l’armamentario classico, dal machete per il corpo a corpo fino a una serie di armi da fuoco, tutte modificabili al Banco da Lavoro: qui probabilmente passeremo buona parte del nostro tempo, poiché per sperare di contrastare l’esercito di Castillo dobbiamo sia avere un arsenale variegato sia di volta in volta sempre più potente – a patto, ovviamente, di avere le risorse necessarie per migliorarlo. Una rivoluzione però non si combatte da sola ed è il motivo per cui Ubisoft ha deciso di affiancarci dei compagni nella forma di animali piuttosto particolari: dal coccodrillo Guapo fino a Chorizo, il cane su sedia a rotelle, passando per il rissoso gallo da combattimento Chicharron, ognuno può offrire un ottimo supporto durante gli scontri contro le legioni del dittatore.

 

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Sebbene appaia familiare a chiunque abbia giocato uno o più dei precedenti capitoli della serie, Far Cry 6 introduce una novità nel suo sistema di gioco: le abilità da combattente di Dani dipendono infatti dal suo equipaggiamento. Niente abilità né punti talento: ciò che saremo in grado di fare in gioco dipenderà sia dalle armi utilizzate sia dagli indumenti indossati, permettendo una maggiore fluidità nel passare da uno stile di gioco all’altro.

 

Questo mette in luce la necessità di essere sempre adeguatamente preparati, se si vuole superare una zona indenni o quasi ma, di nuovo, gli sviluppatori vengono in soccorso del giocatore introducendo un’altra novità. Far Cry 6 ci permetterà di spacciarci per civili, rinfoderando le armi e girovagando persino nelle zone protette senza eccessivi rischi, a patto di mantenere la giusta distanza fra noi e le guardie. Un’infiltrazione in piena regola che piega il ritmo di gioco al volere del giocatore, permettendogli di alternare tra fasi concitate e altre più tranquille.

 

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La domanda a questo punto è: come ci si muove agilmente attraverso le diverse regioni di Yara? Le gambe non sono l’unico mezzo di locomozione del quale potremo disporre, si passerà dai cavalli, alle automobili e perché no, anche un carro armato ogni tanto ci può scappare. Alcune vetture possono persino essere potenziate per scatenare più scompiglio tra le forze armate di Castillo, rendendole di fatto dei dispensatori di caos. Esplorare Yara sarà dunque un piacere non solo perché lo scenario offerto da Ubisoft è splendido, pur nel suo dramma, ma soprattutto perché Far Cry 6 offre la mappa più vasta di sempre per un gioco della serie. Tra giungle, paludi, spiagge, villaggi, insediamenti nemici d'ogni dimensione e montagne, la varietà la fa da padrona.

 

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Al di là della bellezza esotica dell'ambientazione di chiara ispirazione cubana, Yara è stracolma di attività, imprevisti, cacce al tesoro, luoghi da scoprire e chi più ne ha, più ne metta; la maggior parte di queste sono utili per supportare la causa della ribellione, rafforzando le nostre fila e indebolendo quelle di Castillo.

 

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Naturalmente, sebbene una rivoluzione venga combattuta alla luce del sole, la pianificazione deve avvenire in un luogo sicuro. Il campo base dei guerriglieri è l'hub dove è possibile accettare nuove missioni, gestire l'equipaggiamento, inviare in missioni collaterali i Banditos (personaggi non giocanti tramite cui recuperare ulteriori risorse) e, dulcis in fundo, dare una mano concreta al movimento rivoluzionario potenziando il covo.

 

Tra free roaming, assalti furiosi, infiltrazioni furtive, missioni fuori di testa, personalizzazione dell'equipaggiamento, ribelli, segreti, mezzi armati fino ai denti e tanto, tantissimo altro, Far Cry 6 sa sempre come tenere impegnati: da soli o in compagnia, perché sarà possibile completare l’intera campagna assieme a un amico, in una cooperazione che renderà la ribellione al regime di Castillo ancora più esplosiva.

 

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Tirando le somme dopo tutte queste ore, che comunque sfiorano appena la superficie dell’avventura completa, il nuovo capitolo di Far Cry non ci ha dato l'impressione di voler rivoluzionare il franchise. Pur con le dovute eccezioni legate alle nuove caratteristiche e un evidente miglioramento globale, la struttura ludica non sembra volersi discostare molto dal passato. Il giudizio vero e proprio si potrà esprimere solo in fase di recensione, tuttavia, dovendo sbilanciarci con una prima impressione, diremmo che gli amanti del precedente episodio e in generale della serie lo adoreranno grazie al suo essere più grande, più spettacolare e più... tutto, mentre chi desiderava un netto cambio di rotta per il brand probabilmente dovrà attendere.

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