Storie remote

Uccisa per stregoneria 300 anni fa, il comune propone un nuovo processo

E' successo a Bretonico, provincia di Trento, comune natio della presunta "strega", il cui ricordo grazie all'iniziativa dell'assessore della cultura potrebbe essere riabilitato

20 Ott 2015 - 18:05
 © tgcom24

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Quella di Maria Bertoletti Todini, nativa del comune di Bretonico in provincia di Trento, è una storia come le tante altre presenti negli almanacchi popolari o nei racconti antichi: condannata e giustiziata per stregoneria, infatti, è una delle numerose vittime che, in passato, hanno perso la vita nei roghi o nelle esecuzioni pubbliche a seguito di accuse infondate e spesso senza alcun tipo di prova. Ma il finale questa volta è, almeno in parte, diverso: dopo 300 anni dalla sua uccisione, infatti, il nome della donna potrebbe essere riabilitato grazie all'apertura di un nuovo processo che potrebbe discolparla da tutte le accuse arrecatele.

La proposta, avanzata tramite una delibera del consiglio comunale e caldamente sostenuta dall'assessore alla cultura Quinto Canali, potrebbe diventare effettiva nel marzo del 2016, data in cui sarebbe previsto l'inizio del processo qualora il tribunale d'appello di Trento dovesse dare il proprio consenso. "Il caso di Bertoletti Toldini può rappresentare tutte le donne ingiustamente uccise in quel periodo", commenta l'assessore e potrebbe a suo modo traformarsi in un gesto simbolico per cercare di arginare una follia che, in tempi ormai remoti, ha contagiato gran parte dell'Europa.

Chi era la "strega"? Nel 1716 Maria Bertoletti Toldini aveva circa 60 anni e si era appena risposata con un sagrestano: l'essere vedova e senza figli, infatti, la rendeva, all'epoca dei fatti, piuttosto vulnerabile alle maldicenze. La donna, probabilmente a seguito di dispute patrimoniali, venne accusata dalla propria famiglia di aver ucciso bambini danneggiato raccolti, praticato sodomia, eresia e blasfemia. Come prevedeva in questi casi la legge in vigore, la Bertoletti Toldini fu giudicata colpevole da un tribunale laico e non da uno ecclesiastico, in un processo pro forma, lontano dal vero senso di giustizia. Portata a Palù di Brentonico, dinnanzi al boia, la "strega" fu decapitata, in una pubblica esecuzione. Il suo corpo fu poi arso nel centro del paese.

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