L'intervista

Milano 2: ai suoi tempi una rivoluzione, ora un'oasi

Tgcom24 ha intervistato Riccardo Assi, CEO della società immobiliare Assi&Partners, che lo scorso anno ha rilevato la Clem, agenzia storica del quartiere, presente dal 1983

17 Mag 2024 - 15:26
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© Assi&Partners
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All'inizio degli anni Settanta, l'allora giovane imprenditore Silvio Berlusconi realizzò una cittadella ideale: Milano 2. Ai tempi fu una rivoluzione, un'idea visionaria: vivere praticamente in città, ma in un modo diverso, più sano e più umano. Oggi, sono passati cinquant'anni e il quartiere, in linea con tutte le necessità di chi cerca una casa immersa nel verde, attaccata alla città e creata a misura di famiglie, è un'oasi. Sul tema, Tgcom24 ha intervistato Riccardo Assi, CEO della società immobiliare Assi&Partners, che lo scorso anno ha rilevato la Clem, agenzia storica del quartiere, presente dal 1983.

Com'è nata Milano 2? Come il sogno di Silvio Berlusconi è diventato realtà?
 
Milano 2 è nata all'inizio degli anni Settanta da un sogno di Silvio Berlusconi: creare la città ideale. Città che è stata studiata e pensata principalmente per i bambini. Infatti, una delle accortezze di Berlusconi - che poi, chiaramente, trasferiva ai suoi tecnici - era che i più piccoli non dovessero correre pericoli. Quindi, le ciclabili, i ponti - pensati in modo tale da non avere mai un attraversamento pedonale a livello stradale - e la strada principale sono stati creati in modo tale che quando una persona cammina o gira in bici non vede la strada, ma l'erba, i prati, le case. Insomma, il principio cardine dell'idea di Berlusconi era che Milano 2 dovesse essere una cittadella per famiglie focalizzata sui bambini, dove ci si potesse sentire sempre in vacanza.
 
 
Cosa rappresentava?
Per Berlusconi sicuramente un grande salto nel buio, perché non esisteva nulla di simile. È stato un uomo visionario perché ha cercato in tutti i modi di creare un concetto che oggi ci sembra quasi normale, ma che è ancora oggetto di studio, anche da parte del Politecnico di Milano. Abbiamo intervistato i suoi architetti e sono venuti fuori aneddoti fantastici dell'epoca.
 
 

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Ad esempio?  

Ad esempio, una volta Berlusconi e uno degli architetti hanno fatto a gara a chi realizzava l'aiuola più bella. Immaginarmi un uomo e un imprenditore come Silvio Berlusconi mettere le mani nella terra - lui era molto amante del verde - e fare una cosa del genere mi ha abbastanza colpito.

 
 
Com'è oggi Milano 2?
Oggi Milano 2 mantiene il suo fascino, continua a rappresentare un'eccellenza da un punto di vista architettonico e il giusto compromesso tra la vicinanza alla città e una dimensione green e a misura di bambino. I piccoli ancora oggi vanno in giro in bicicletta e a scuola col piedibus, grazie a dei volontari che al mattino li accompagnano. Inoltre, a Milano 2 le distanze sono alla portata di tutti. Io ci sono cresciuto e ci abito tuttora e la cosa che a me piace sempre è il contesto green in cui è ubicata. Per esempio, il lockdown lo abbiamo vissuto sicuramente meglio rispetto a chi si è trovato in un palazzo in cemento armato con davanti altri edifici. Facevamo i pranzi in terrazza. Poi, un'altra cosa che percepisco fortemente quando torno a casa è che mi sento veramente in un paradiso terrestre. Nel weekend, differentemente da tanti miei amici che invece vivono in città, non sento il bisogno di evadere. Qui tutti hanno delle terrazze vivibili, dove si possono fare cene, colazioni, pranzi. E a dividerci da Milano è solo il parco Lambro, praticamente due fermate di autobus o tre minuti di scooter. È proprio la qualità della vita che cambia in un contesto come Milano 2, non si ha il problema del parcheggio, di dover scaricare la spesa, è tutto veramente a misura di famiglia. Quando sei a casa, sei veramente in un'oasi.
 
 
Quanto è importante Milano 2 per l'urbanistica?
Sicuramente ha dato una svolta all'urbanistica più vista in senso lato: dalla viabilità ai prati, dalle piantumazioni allo stato di conservazione delle palazzine. Queste ultime, che sono state costruite tra gli anni Settanta e Ottanta, sono state pensate in modo già avanzato. Milano 2 era all'avanguardia, è stato un progetto molto ambizioso.  
 
 
Riassumendo, perché Milano 2 è the place to be?
 
Un anno e mezzo fa, ho rilevato la Clem, agenzia storica del quartiere, presente dal 1983, per l'unicità che Milano 2 rappresenta e per il suo forte appeal nel settore immobiliare. In particolare, io, che ho la mia società a Milano da più di 25 anni, ho fatto un ragionamento molto basico: era appena finito il Covid; i prezzi in città continuavano - e continuano tuttora - a crescere e quindi le giovani famiglie non potevano - e non possono - più permettersi di comprare una casa. Milano 2 era ed è rimasta, invece, con dei valori che sono la metà di quelli di Milano. Oggi, con 600mila euro una persona compra 180 mq di casa, che vuol dire 4 camere da letto, con 500mila, acquista 150 mq. A Milano con 450/500mila compra un bilocale. E, probabilmente, non ha il box, fa fatica a parcheggiare e la sera quando torna a casa deve girare per un'ora. Inoltre, se si vogliono tutti i servizi di prima necessità - il servizio scolastico pubblico copre dall'asilo nido alle scuole medie, e non mancano strutture private come il liceo e l'Università del San Raffaele e l'International School; le fermate della metropolitana di Udine e Cascina Gobba sono nelle vicinanze; sono presenti supermercato, farmacia, bar, centro estetico, uno sporting club e quant'altro; c'è la sicurezza di una vigilanza h24 - Milano 2 è the place to be

Tra l'altro, stavo riflettendo nei giorni corsi, a Milano 2 ci sono 28 residenze per un totale di circa 2600/2.700 appartamenti. Se andiamo a guardare sui portali, gli appartamenti in vendita a Milano 2 sono 50/55, cioè il 2% del mercato. Questo significa che chi ci abita ci sta bene e non vuole andare via. 

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