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Itinerario: le isole Pontine

Una gita alla scoperta dell'arcipelago

03 Giu 2010 - 12:10

Le isole Pontine sono una meta ideale per un fine settimana da trascorrere tra mare blu e divertimento, immersi in uno scenario di grande interesse storico- culturale. I primi insediamenti su queste isole risalgono infatti all'epoca augustea e portano anche importanti monumenti dell'epoca dei Borboni.

LE ISOLE PONTINE
Ponza- Ventotene- Santo Stefano

IL PERCORSO
Una volta arrivati a Ponza tramite aliscafo, muoversi tra le isole è relativamente facile; infatti è possibile affittare piccole barche  per raggiungere le altre isole dell’arcipelago.

LE SOSTE
Indubbiamente l’isola più famosa dell’arcipelago, Ponza incanta il visitatore fin dall’approdo in porto. Nascosto in un’insenatura, il porto ha i colori della storia. Qui sorgeva l’antico porto romano, ma l’aspetto odierno è dovuto principalmente ai cambiamenti riportati nel settecento. Il Molo Musco, con la sua torre ottagonale rosso mattone, è protetto da un basso muro verso la rada.

Poco più in alto la piazza Carlo Pisacane ospita il Palazzo Comunale, antica sede degli uffici governativi settecenteschi. La chiesa della Trinità, di San Silverio e Santa Domitilla venne progettata da Antonio Winspeare, architetto di età borbonica che ebbe il compito insieme a Carpi di rimodellare l’isola. La chiesa è in stile barocco; all’interno vi è una statua di San Silverio, mentre gli affreschi si ispirano a capolavori michelangioleschi. Nei dintorni è consigliata una visita alla Torre dei Borboni, oggi una struttura alberghiera, e al cimitero di Ponza. Spostandoci dall’altra parte dell’isola, da non perdere una visita al convento di Santa Maria, fondato nel VI secolo. Di particolare interesse anche la chiesa di San Giuseppe, costruita nel 1828.

L’isola di Ventotene conserva, al contrario di Ponza, molti resti degli insediamenti romani. Il porto scavato nel tufo, le cisterne per raccogliere l’acqua e Villa Giulia, sono alcuni dei resti lasciati dagli antichi insediamenti. Villa Giulia è probabilmente una delle zone più visitate dell’isola. A picco sul mare la villa nacque per essere una residenza estiva dell’imperatore Augusto, poi si trasformò in un luogo d’esilio per la figlia dell’imperatore, Giulia.

La vita dell’isola era subordinata alla vita nella villa. Tutto ciò che è stato costruito doveva servire agli ospiti nella casa che sorgeva a Punta Eolo. Così cisterne per la raccolta dll’acqua piovana, piscine adibite alla roccata del pesce vennero progettate e sono ancora adesso visitabili. Subito dopo la caduta dell’impero romano, l’isola conobbe un periodo di abbandono fino a quando la zona passò al dominio dei Borboni. La città fu progettata attorno al Castello e alla chiesa di S. Candida. La struttura originaria del castello venne modificata in epoca fascista, mentre la chiesa è in stile neoclassico. All’interno il quadro raffigurante la Modanno è riconducibile a Sebastiano Conca.

Il carcere, nell’isola di Santo Stefano, è uno dei siti più visitati in tutta la zona. Costruito da Francesco Carpi che lo progettò secondo i dettami di Jeremy Bentham, secondo il quale “era possibile ottenere il dominio di una mente sopra un’altra” tramite un’adeguata struttura architettonica. La struttura a ferro di cavallo faceva in modo che il carcerato si rendesse conto della continuo controllo cui era sottoposto. Inoltre da nessun punto del carcere è visibile il mare, come se si volesse togliere ogni speranza di fuga. Il carcere, per ironia, è identico al teatro S. Carlo di Napoli, anche se posto al contrario. Cioè, dove in teatro stavano gli spettatori, qui alloggiavano i carcerati. Mentre sul palcoscenico, al carcere stavano, le guardie ossia quelli che osservavano i detenuti.