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FOCUS SALONE DEL MOBILE 2010

Oggetti, di-segni del futuro/ modi/mode

26 Apr 2010 - 17:53

FOCUS SALONE DEL MOBILE

Oggetti, di-segni del futuro: rappresentazioni di modi & mode intorno al Salone del mobile happening della creatività

Da pochi giorni si è concluso il Salone del Mobile, nato nel 1961 alla Fiera Campionaria di Milano e dal 2006 a Rho Pero: tempio della cultura progettuale "Made in Italy" e il padiglione Satellite di quest’anno non ha tradito le attese; chi l’ha visto si è trovato nel bel mezzo di un universo di idee creato da 700 designer internazionali, under 35, impegnati nelle tematiche di sostenibilità sociale e all’insegna dell’ecologismo, minimalismo, funzionalismo e dell’arte relazionale, come dimostra il progetto "Think Green", la mostra laboratorio a cura di Fortunato D’Amico e Alessandra Coppa . Questi coraggiosi architetti hanno organizzato un workshop originale affrontando temi dell’uomo in relazione al suo habitat , al territorio, per mettere in relazione alcuni progettisti con gli ospiti del MAPP, Museo d’Arte Paolo Pini),ospitato all’interno dell’ex ospedale Psichiatria, dove sono esposte oltre 140 opere. D’Amico ha commentato "Attualmente domina l’edonismo autoreferenziale nell’ambito del design e dell’ architettura , tanto narcisismo genera confusione e confonde il progetto del design con quello della moda, quindi per fare chiarezza e porre l’uomo al centro della l’uomo della cultura del fare è necessario adottare un design etico, che si pone l’obiettivo il bene comune e la sostenibilità sociale. Il design è nato per proporre soluzioni concrete alle esigenze delle persone e della società contemporanea, oggi invece vede la forma e nega il contenuto. Il progetto " Think Green" sarà presentato a Culture-Nature, evento collaterale della Biennale di Architettura a Venezia.

La tendenza sperimentale è l’innovazione tecnologica, come il lavandino LO4 di Iv Design, fino alla provocazione dell’inglese Steve Waston che alla Fiera ha esposto non un oggetto, ma la sua rappresentazione virtuale in 3D.

Si sono viste nostalgie di un Radical design , in versione più stilizzata e funzionalista, in generale hanno trionfato modi versatili di arredare gli ambienti, di esibire lo spazio come puro oggetto del desiderio.

Il mobile d’arredo è funzionale e decorativo insieme, la seduta è flessibile, organica, ha forme antropomorfe è realizzata con materiali naturali e artificiali, ma eco-compatibili, il tavolo e altri componenti sono progettati come estensione del corpo, diventando linguaggio simbolico e sensoriale in perpetua interazione con chi li vive, li usa , insomma li abita.

L’oggetto riformula lo spazio, gli arredi in impiallacciatura di legno lavorato come se fosse tessuto e altri come il metallo gonfiato dimostrano che la creatività comincia dall’esplorazione della materia. Gli arredi diventano parte integrante dell’ambiente in cui si collocano, e Milano per una settimana si trasforma in un Luna Park di esperienze, uniche e irripetibili, in bilico tra mondanità e comunicazione, performances e happening, mettendo in scena forme e cose effimere, ma solide che ci rappresentano.

Si distinguono "s-oggetti" a misura d’uomo, progettati come un estensione del corpo dalle forme sinuose, ergonomiche, armoniose che "soggettivizzano" lo spazio abitabile.
Dunque nella fiera degli oggetti del desiderio non solo ornamento, lusso e vacuità, ma soprattutto funzionalità trasformabile e riadattabile a contesti diversi e richiamo etico e sociale a favore di un design dall’anima ecologista. Ovunque la creatività era di scena: da zona Tortona, Lambrate, Porta Romana, Brera, Isola, fino a Dergano, in ogni caso la star come sempre in questa occasione è stata Milano in questo periodo più che mai cantiere del nuovo nell’attesa dell’Expo 2015.

Il design è l’espressione della socializzazione e democratizzazione del lusso, la tecnologia permette la sperimentazione di una nuova forza di gravità , sprigionando un energia rigenerante che investe il corpo e lo spazio. Gli oggetti sono progettati come corpi mobili, non seguono mode, ma aspirano a diventare archetipo di forme anatomiche per eccellenza.

Le forme sinuose, curvilinee, flessibili, dominati materializzano il movimento come still-life del comfort, recuperando il valore plastico del corpo e teatralizzano i suoi valori anatomici attraverso materiali-linguaggio che lo rappresentano.

  Il quinto elemento della creatività, della sperimentazione tecnologica come al solito è stata declinata al meglio dai designer "Made in Japan", per esempio Toschiba con l’installazione Led Lighting, dal titolo "Luceste" ( luce –light+celeste ), potrebbe far concorrenza a Eliasson , Turrell e altri artisti che utilizzano la luce per alterare la percezione dello spazio. Toshiba ha sovvertito le idee preconcette sul Led (www.toshiba.co,jp/lightting/ - www.toschiba.eu/newlighting/).

Anche l’installazione multimediale progettata da Canon, ospitata nella Triennale ha stupito per la riconosciuta capacità dell’azienda di applicare la tecnologia non solo alla fotografia, ma all’ambiente. Il concept alta tecnologia in bilico tra semplicità formale e complessità tecnologica si è materializzato soprattutto negli elementi della cucina e del bagno, esposti a Rho-Pero.
Nell’ambito illuminotecnico , la Flos, azienda che ha rivoluzionato il modo di progettare la luce, propone un architettura di luce soft che si mimetizza con gli spazi, soprattutto piace l’effetto "vedo non vedo", soluzioni con lampade a incasso e affascinano le cucine che nascondono i loro elementi funzionali . L’imperativo del nuovo è bio-tecnoambiction: l’ambiente sta interagendo la sua naturalezza con la tecnologia e la scienza e l’ingegneria rappresentano il design del futuro.

Jacqueline Ceresoli

 

 

 

TOSHIBA - Lucv®ste, foto di Editta Grasso

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