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Aperitivo: il rito cambia stile

Sostituisce la cena, vince il vino

19 Mar 2009 - 14:03

L'aperitivo è un rito a cui non si è disposti a rinunciare, un appuntamento importante e un momento di socialità che non conosce crisi. Anche quando i tempi si fanno difficili, cambiano semmai i modi di consumarlo, ma l'abitudine non viene meno. Anzi, per molti l’aperitivo diventa un modo pratico ed economico per sostituire la cena fuori casa in compagnia, complici gli stuzzichini e gli assaggi che si accompagnano con abbondanza a ciò che viene servito da bere. I nuovi vissuti legati all’aperitivo emergono da un’indagine commissionata dall'azienda vitivinicola Attems e realizzata dall'Istituto Piepoli a Milano e Roma su un campione rappresentativo di età compresa tra i 18 e i 49 anni.

Dalla fotografia del popolo dell’aperitivo emergono alcuni dati interessanti, ad esempio che Roma batte Milano nell’abitudine di concedersi un brindisi pre-cena, sia pure di corta misura: nella capitale il 58 per cento del campione ha consumato un aperitivo fuori casa nell'ultimo mese, contro il 54 per cento del capoluogo lombardo. Secondo le dichiarazioni degli intervistati l'aperitivo è innanzitutto un'occasione di socialità (60 per cento), in particolare tra i più giovani, ma anche un momento di pausa e di relax (39 per cento, con una percentuale che sale di molto tra i 40-49enni). E in un periodo in cui non si nuota nell’oro, c’é chi vive l'aperitivo come sostituto della cena (7 per cento) o come soluzione economica per trascorrere la serata (6 per cento).

In media, per una serata aperitivo, gli italiani spendono 8,6 euro, ma Milano è più cara di Roma (9 euro contro 8). Sono i più giovani a spendere di più con 8,9 euro per i 18-29enni contro i 7,8 dei 36-45enni. Il fatto di mantenersi all’interno di un budget contenuto è importante per il 5 per cento, ma per la maggioranza l'attributo più importante è la qualità (64 per cento): per il 44 per cento di ciò che si beve, per il 20 per cento del cibo. Questa attenzione per la qualità si accompagna a un forte interesse per la provenienza italiana del prodotto.

E nel bicchiere dell’aperitivo, il vino fa la parte del leone. Secondo i dati raccolti dall'indagine, se è vero che i più giovani continuano a prediligere i cocktail (44 per cento), i vini bianchi e rossi seguono a breve distanza (26 per cento), davanti a birra e soft drink (15 per cento ciascuno). Dai trent'anni in su si registra invece una netta predilezione per il vino (46 per cento nella fascia 30-39 anni, 48 per cento in quella 40-49). Tra i vini preferiti per un brindisi prima di cena spicca il Pinot Grigio, preferito dal 20 per cento dei consumatori abituali di vino durante l'aperitivo e dal 15 per cento del campione totale. Secondo posto per Sauvignon (16 per cento), terzo per Falanghina (15 per cento).

Questa preferenza è confermata da un altro studio, promosso dal Centro Studi Veronafiere-Vinitaly e condotto dalla 'BocconiTrovato&Partners' su mille italiani (uomini e donne) dai 18 anni in su. Secondo questo sondaggio il vino è vissuto innanzi tutto come un piacere e un modo perfetto per stare bene insieme agli altri (47,2 per cento), ed è spesso associato alle occasioni speciali e di festa. Per quanto riguarda le abitudini di consumo emergono tre macro atteggiamenti: gli abitudinari, per i quali il vino è un elemento imprescindibile dal quotidiano (il 42,7 per cento dei consumatori di vino), Ci sono poi le persone per le quali il vino si ricollega al divertimento, alla socialità e alle uscite con gli amici, e che lo bevono 2 o 3 volte alla settimana (17,3 per cento). Infine ci sono quelli che si concedono un bicchiere una volta alla settimana (14,3 per cento) o due o tre volte al mese (8,7 per cento) soprattutto gli under 30. Ci sono poi i "bevitori da anniversario", ovvero coloro che limitano il consumo di vino ad occasioni particolari, I veri esperti sono però ancora pochi: sette italiani su dieci ammettono infatti di non essere ferratissimi in materia e spesso si conoscono solo i vini del proprio territorio. I Wine lovers, ovvero i super appassionati sono una piccola percentuale, il 6,4 per cento degli uomini e il 2,7 delle donne.

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