tgmagazine

La seconda vita delle cose

Quando riciclare diventa un'arte

12 Mar 2009 - 16:23

Lattine, lampadine, vecchi ingranaggi, pezzi di plastica o di camera d’aria, bottoni, stoffe e vetri. Sono solo alcuni degli oggetti che caratterizzano la cosiddetta “arte del riciclo”. La tecnica di realizzare, praticamente dal nulla, piccoli capolavori di bigiotteria o originali pezzi d’arredamento, utilizzando materiali che sarebbero, altrimenti, destinati alla spazzatura o, nel migliore dei casi, al riciclo in senso stretto. Dare nuova vita a un oggetto in apparenza insignificante e inutile è lo scopo di quest’arte originale e insolita, che trova spazio soprattutto nei mercatini e nelle fiere.

L’artista tipo del riciclo è quasi sempre un personaggio originale, dotato di grande creatività e vena artistica, con un’eccellente manualità e che si dedica a questa attività come hobby. Bijoux, orologi, lampade e cornici sono gli oggetti più gettonati, quelli che meglio si prestano ad essere realizzati con materiali poveri o di scarto. Anelli, bracciali, orecchini, collane e monili vari sono certamente tra gli oggetti più richiesti, essendo, il pubblico femminile, quello maggiormente attratto dalle curiosità e dalle sorprese che si “nascondono” nei mercatini.

Così troviamo Maurizio Doninelli, bergamasco ed ex analista software Ibm. Questo mago del riciclo e artista creativo, ha iniziato la sua attività “per caso”, prendendo spunto dalla foto, vista su un periodico, di un orologio realizzato con una lattina e due cucchiai. Ha iniziato quindi a creare piccoli oggetti che ha fatto conoscere nei mercatini e nelle fiere. La sua specialità sono senz’altro gli orecchini, dai quali “pendono” lampadine, dadi, tappi di birra, plettri, temperamatite, monete e perfino vecchie diapositive.

Poi c’è Giovanna Gruber, una dinamica infermiera professionale della provincia di Trento, che realizza invece oggetti di bigiotteria utilizzando esclusivamente materiali poveri, di recupero, come bottoni di madreperla, cotone grezzo, canapa, cavetti di freni di biciclette, stoffe, pezzi di vetro, pietre e ceramiche.

Oltre agli artisti “per caso”, c’è anche chi ha fatto del riciclo il mestiere della sua vita. È il caso di Giovanni Erbabianca, designer specializzato nella progettazione e realizzazione di sistemi di illuminazione per interni. Attraverso l’uso esclusivo di materiali riciclati, crea oggetti “su misura” per il cliente. Con un giusto equilibrio tra materiali e ambienti, punta a conferire allo spazio un carattere unico e irripetibile.

Come loro, sono tanti in Italia i piccoli e grandi maestri del riuso che, ciascuno a suo modo, contribuiscono a diffondere il messaggio del valore che oggetti e materiali posso assumere, anche quando sembrano ormai inutili e inutilizzabili.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri