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Parola d'ordine: riciclo!

Arriva lo swap, la moda "riciclata"

10 Mar 2009 - 11:22

In tempi di crisi e di forte restrizione economica, una nuova tendenza si sta diffondendo nel mondo anglosassone e, da qualche tempo, anche in Italia. Si tratta dello swap che detto all'italiana equivale al baratto. In principio nato e pensato per la Rete, lo swap si sta facendo spazio anche off line, in negozi e magazzini disseminati all’interno delle grandi città.

La “barattomania” permette di risparmiare, riciclando abiti e oggetti in disuso che, anziché restare abbandonati in un cassetto, possono essere utili ad altri. Ci si può scambiare di tutto: dall’abito griffato a quello anonimo, ma originale e “vintage” soprattuto se in buono stato e retrò.

Come funziona lo swap
È semplice. Basta recarsi in uno dei negozi che praticano il baratto e portare con sé abiti, scarpe, cinture e borse che non si usano più. Gli oggetti devono essere di buonissima qualità e originali. Niente a che vedere con i prodotti delle grandi catene di moda, oggetti in serie che spesso costano poco e altrettanto poco valgono. Ogni capo da barattare viene accuratamente selezionato e inserito in una delle categorie prefissate che sono generalmente tre: media, alta e altissima. Lo scambio avverrà a parità di categoria: se l’abito o l’oggetto scambiato viene collocato nella categoria tre (altissima), il cliente potrà scegliere un capo, presente in negozio, appartenente alla medesima categoria.

Quanto costa?
Ovviamente lo swap non è totalmente gratuito, com'era concepitom in origine il baratto. Il negozio, dal canto suo, deve infatti sostenere le spese di gestione e quelle per il lavaggio e la sterilizzazione dei capi di abbigliamento. Anche in questo caso, il costo dello swapping varia a seconda della categoria cui appartiene l’oggetto. Si parte da una cifra di 12-13 euro, nel caso di un capo di categoria uno, arrivando ad un massimo di 20 euro, per la categoria tre. Il tutto, regolarmente fatturato.

Dove sono i negozi che praticano lo “swapping”?
A Milano, è sempre più lanciata l’associazione “Atelier del Riciclo”, nata dall’idea della giornalista Grazia Pellagrosi, con lo scopo di diffondere nuovi stili di vita compatibili. La stessa fondatrice ne riassume così la filosofia: “Crediamo nel riutilizzo di tutte le cose già usate dall’uomo: un processo già finito e già ricominciato”. L’associazione organizza, inoltre, serate di incontro per “baratti mirati”. A Roma, a pochi passi da Villa Ada, c’è "Barattiamo”, una vera e propria boutique, con banchi in cristallo e lampadari antichi. Ideatrice e titolare di questa innovazione nel lifestyle è Arianna Alaimo che sintetizza così l’anima dello “swapping”: "Oggi la gente, soprattutto le donne, ha molta voglia di cambiare, spendendo poco. Mi sono informata su quanto avviene all'estero e ho ritenuto di varare anche da noi uno swap-shop, che poi ho completamente italianizzato, per creare una realtà più vicina ai nostri gusti".

Oltremanica, a Londra, è stato aperto recentemente uno “swap-shop”, abbinato alla rivista di moda “Look Magazine” dalla quale trae anche il suo nome, “Look”.

A coloro che vorranno divertirsi e risparmiare, sperimentando questa nuova forma di shopping, non resta che augurare buono “swapping”!

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