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Anche i vizi hanno un sesso

Lui è lussurioso lei superba

24 Feb 2009 - 13:09

La lussuria? Un peccato squisitamente maschile, le donne preferiscono la superbia. Anche in fatto di peccati capitali quindi esistono differenze sessuali. O almeno così rivela uno studio realizzato da mons. Wojciech Giertych, nientemeno che per la Santa Sede. Lo studio si basa sulle "confessioni" di centinaia di persone, confessioni nel senso che sono avvenute proprio nel confessionale tradizionale.

Sotto esame sono stati presi i sette peccati capitali visti in un'ottica maschile e femminile. Uomini e donne sono stati intervistati sulla frequenza e la tipologia dei peccati commessi. ''L'ostacolo più grande alla bontà è la superbia'', scrive il teologo su l''Osservatore romano', ''che fa credere all'uomo di essere autosufficiente e lo porta a rifiutare la grazia di Dio'', meno pericolosi in generale sono i peccati contro la castità che però hanno conseguenze gravi nella vita personale.

Questa la classifica dei peccati capitali, distinti per sesso: lussuria, al primo posto, seguita da gola, accidia, ira, superbia, invidia e avarizia per quanto riguarda gli uomini; superbia, invidia, ira, lussuria e accidia per le donne, in ordine di frequenza. Presto tuttavia la Santa sede aggiungerà alcuni peccati moderni alla lista, come gli esperimenti sulle persone, la modificazione genetica, la contaminazione ambientale, il possesso e la vendita di droga e l'ingiustizia sociale.

In realtà anche in tema di vizi o peccati, come li definisce la religione le teorie si sprecano. Alcuni psicologi sono ad esempio del parere che per alcuni "vizi" si debba ridimensionare il verdetto e addirittura riconoscerne un lato buono.
Insomma non solo comportamenti assolutamente riprovevoli. Purché presi alle giuste dosi anche i vizi capitali possono essere assolti.
Naturalmente dietro ad ogni vizio si nasconde, secondo la psicoanalisi, un disagio della persona, una specie di malattia dello spirito.

La superbia può essere interpretata come autostima, l’invidia, che ha le sue radici in un senso di inferiorità nei confronti degli altri, in desiderio di migliorarsi, l’avarizia in capacità di autocontrollo. Un pizzico di avarizia e di egoismo, infatti, aiuta a non lasciarsi schiacciare dagli altri e a dire no davanti alle richieste eccessive. 

La gola è una delle tentazioni a cui l’uomo occidentale è più esposto ed è un impulso che non ha niente a che vedere con il bisogno di sfamarsi. Il gusto è uno dei sensi più arcaici dell’uomo e, se preso nella giusta misura, è indice della capacità di godere delle piccole gioie della vita. Quando invece si eccedono i limiti, la golosità è il segnale dietro al quale si nascondono delle frustrazioni profonde, il modo in cui si cerca di riempire un senso di vuoto.
Anche l’ira è un sentimento negativo. E’ un impulso aggressivo che mira all’affermazione di sè. L’aggressività, comunque, è una pulsione fondamentale per la sopravvivenza umana e un impulso primario di autoconservazione.

L’accidia altro non è se non noia e ozio. Nell’epoca frenetica in cui viviamo, più che un peccato capitale, sembra essere un vero e proprio lusso. Se da un lato l’accidia è energia non impiegata, immobilità e assenza di interessi, dall’altro si può considerare espressione della tanto desiderata “slow life”.

E infine, parliamo di lussuria, che esprime il desiderio ossessivo e incontrollabile di piacere. In senso positivo, però la lussuria, è un modo di vivere la sessualità, impulso primario dell’essere umano,  fuori dai limiti di schemi e costrizioni.

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