Meglio i gravi che gli acuti
La musica fa bene e non solo alla televisione, come ha appena dismostrato il successo del Festival di Sanremo. La musica fa bene anche e soprattutto alla salute. E con quest'ultima è legata a doppio filo. Parola di esperti: i suoni sono infatti energia, come dimostra la "forza d'urto" degli acuti emessi dai grandi soprani della lirica, e il corpo umano è una 'cassa di risonanza' che li percepisce e interagisce con essi. Accade ogni giorno con i suoni dell'ambiente circostante, e succede nelle corsie ospedaliere in campo medico, diagnostico e persino nella lotta ai chili di troppo. A spiegare il link fra note e benessere sono stati gli esperti presenti ad un convegno 'Musica & Bellezza. Note di salute', promosso dall'Isplad (International-Italian Society of Plastic-Aesthetic and Oncologic Dermatology).
"Il nostro organismo è sì regolato da reazioni biochimiche", spiega Piergiorgio Spaggiari, fisico e medico, direttore generale dell'azienda ospedaliera di Cremona, "ma ancora prima da reazioni biofisiche, che non sono in contrasto, bensì complementari a quelle biochimiche". In altre parole, organi e tessuti "sono composti da circuiti risonanti" che rispondono ai campi energetici circostanti, musica compresa. "I suoni sono infatti energia", sottolineano gli esperti. "Basti pensare a Maria Callas che con la sua voce riusciva a rompere bicchieri di cristallo".
Sono dunque numerosissime le applicazioni delle onde sonore sul fronte della salute. Dall'ecografia, "primo suono della vita", agli ultrasuoni delle apparecchiature diagnostiche, fino alla lunga lista di laser utilizzati in medicina, nonché in dermatologia plastica: "Per sciogliere gli accumuli adiposi nelle persone obese e sovrappeso, o per combattere gli inestetismi della cellulite".
E la "ricettività" del corpo umano alla musica inizia ancora prima di nascere. "Il bambino è sensibile alle note già nella pancia della mamma", conferma il numero uno dell'Isplad, che fra i suoni amici del bebé suggerisce "non quelli acuti, ma quelli gravi come l"ohm' degli esercizi di meditazione". Insomma, Mozart può attendere: per cullare il nascituro è meglio la musica 'new age'.