Le lasagne ci riportano da mamma
Il sapore di mamma? E quello di lasagne. Papà invece sa di carne alla brace, mentre laffetto dei nonni si rievoca con i dolci. E per ricordare un vecchio amore? Qui ci vuole un risotto. Ecco lAmarfood, dal il titolo del film di Fellini Amarcord più food, la parola inglese che significa cibo: si tratta insomma della capacità di evocare ricordi e atmosfera del passato attraverso gli alimenti, perché il sapore, l'atmosfera della cucina dove si è cresciuti, i profumi dei piatti dell'infanzia e dell'adolescenza non ci abbandonano mai per tutta la vita.
Non si tratta di un semplice luogo comune: a confermarlo ora cè uno studio promosso dal Mauri Lab osservatorio/laboratorio internazionale, creato dall'omonima azienda italiana di formaggi presente in ogni parte del mondo- Lo studio è basato su 90 interviste ad esperti (psicologi, psicopedagogisti, aromaterapeuti, antropologi alimentari, ed esperti di nutrizione) e con la realizzazione di cinque focus group a cui hanno preso parte 100 donne e uomini tra i 18 e i 55 anni. Lo studio non lascia dubbi: come diceva Proust allinizio del suo capolavoro "Alla ricerca del tempo perduto", una madeleine ha il potere di riportare agli anni dellinfanzia. Il cibo può trasformarsi in una specie di macchina del tempo nella quale, addirittura, ogni pietanza corrisponde a un particolare legame affettivo. Mettersi ai fornelli rafforza insomma il legame inconscio con il passato e, quindi, aiuta a rievocare quei rapporti affettivi capaci di combattere la sensazione di solitudine.
La ricerca, pubblicata sul sito www.wellnesscucina.it, suggerisce che tanti mali della vita moderna possono trovare sollievo attraverso l'emozione generata dalla preparazione o dall'assaggio di alcuni piatti o ingredienti. Sei esperti su dieci non hanno dubbi: "quando si prepara o si assaggia qualcosa, non si cerca solo di soddisfare l'appetito; dal cibo vogliamo anche che nutra la nostra voglia di emozioni". Il potere evocativo dagli alimenti viene dalla loro capacità di stimolare tutti i sensi e di coinvolgere linconscio attraverso lattivazione di ricordi e associazioni. In più, se alla semplice degustazione di un piatto si unisce anche la sua preparazione, l'effetto risulta amplificato. Questo aspetto diventa particolarmente importante nella nostra società in cui ci sono quasi 2 milioni di single che vivono da soli, oltre 600 mila studenti fuori sede e manager e imprenditori che affrontano in media 21 trasferte lavorative l'anno.
Non solo. La preparazione e lassaggio di alcune pietanze possono aiutare a contrastare il senso d'ansia che ormai accompagna la vita di tutti i giorni (43% delle risposte). Infatti, nei momenti in cui ci si sente sofferenti, il fatto di mettersi in cucina e preparare un piatto legato a ricordi e sensazioni d'infanzia ci fa rivivere le emozioni positive del passato e aiuta a superare la crisi. Attraverso il cibo si possono poi creare dei "momenti affettivi" in grado di unire la coppia (51%), anche quando il menage non fila proprio a gonfie vele.
Secondo gli esperti, il legame tra cibo ed esperienze del passato si manifesta in tre modi differenti. Il primo in assoluto è di tipo compensativo (41% dei casi): la mancanza o la lontananza di un affetto spinge a cucinare quel piatto come se fosse un mezzo per rendere meno pesante l'assenza. È quello che succede, ad esempio, agli studenti fuori sede che scelgono i piatti con cui richiamano alla memoria la mamma e il papà. Per il 33%, la scelta di una certa vivanda viene invece da un desiderio "celebrativo", come avviene a molti ex che si preparano il piatto preferito dal vecchio partner perché non hanno superato la rottura. La terza strada è evocativa di un certo periodo della propria vita oppure della propria terra d'origine (20%). Un caso esemplare è la voglia di un piatto tradizionale come la pizza quando ci si trova allestero.
Secondo lo studio, cè anche una panoramica dei diversi piatti e la loro associazione alle figure affettive più importanti. Ad esempio i primi piatti in generale (62%), e la pizza fatta in casa (56%), i dolci (49%) le polpette o il polpettone (46 %), sono subito legati allidea della mamma. La palma mammesca spetta in assoluto a lasagne e pasta al forno (66%) Il papà, invece, è òegato di solito ai cibi che la mamma preferiva non mettere in tavola troppo spesso: soprattutto le carni alla brace o ai ferri (49%), ma anche i panini (41%), i fritti (35%), il pollo con le patate (36%). Lo stesso vale per la nonna: con lei infatti si possono mangiare le cose che la mamma non concede, come torte e dolci in generale (62 %), ma anche i panini per la merenda (58%). Anche lex partner ha un suo menù, spesso associato a una cena a lume di candela, con i risotti (41%) la pasta al salmone (38 %), il roast beef (32 &) e il pesce al forno (34 %).