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Un aeroporto per Agrigento

Bocca: la città sarà meta di lusso

05 Feb 2009 - 10:51

Entro la fine di febbraio Marco Zambuto, il giovane e trasversale sindaco di Agrigento, valuterà la fattibilità del progetto per la realizzazione da parte di un privato di un aeroporto ad Agrigento. A finanziare l’operazione in toto saranno i fratelli Moncada, dell’omonima azienda agrigentina, colosso in materia di costruzioni e energie rinnovabili.

“E’ un altro esempio di investimento per lo sviluppo dopo l’operazione della Rocco Forte nei pressi di Sciacca – dichiara Bernabò Bocca, presidente di ConfTurismo – La Sicilia sta finalmente suscitando grandi interessi economici”.
“Si tratterà di un primo passo – spiega il Sindaco – dato che all’inizio sarà un’aviosuperficie per piccoli velivoli, ma nel giro di qualche anno si amplierà fino ad essere un vero e indispensabile aeroporto per i collegamenti con le maggiori città italiane e non”. Sarà costruito fra Agrigento e Palma di Montechiaro, sarà quindi in posizione strategica per consentire anche voli per le isole degli arcipelaghi siciliani.

L’annuncio di questa proposta di aeroporto– che il Sindaco si augura venga messo in funzione in un anno o poco più –, dopo la bocciatura del vecchio progetto che lo voleva nella zona di Racalmuto, viene proprio a pochi giorni dall’inizio dei lavori di un’altra necessaria infrastruttura viaria. Il 23 febbraio infatti verrà posta la prima pietra della Superstrada Caltanissetta-Agrigento, che sostituirà la E640, o strada della morte, che rende difficoltoso, talvolta impossibile, il trasporto di merce degradabile (come la frutta autoctona) in tempi accettabili.

“Se Agrigento riuscirà a uscire dall’isolamento con il resto del mondo – aggiunge Bernabò Bocca – diventerà una delle maggiori risorse economiche del centro-sud Italia”. In effetti la Sicilia è già nei depliant dei tour operator di tutto il mondo, ma lo scoglio dei collegamenti aerei, stradali e ferroviari, praticamente assenti, è stato causa del rallentamento nel suo sviluppo, che dall’altra parte hanno favorito competitor stranieri come la Tunisia o il Portogallo. Oggi la città è proiettata verso la rinascita e “può farlo velocemente, anche nel giro di 3 o 4 anni – precisa Bocca – La Sicilia in generale deve rendersi indipendente dai finanziamenti pubblici, ha potenzialità enormi e chi investe lo sa bene. Finora c’è stata, in parte a torto, reticenza ad investire perché mancava la garanzia della sicurezza. Superato anche questo ostacolo la Sicilia, con Agrigento in testa, sarà perla del Mediterraneo 12 mesi all’anno”. Il Sindaco Zambuto ci tiene a sottolineare che già oggi Agrigento “non è più territorio in balia della malavita, perché i grandi quanto i piccoli imprenditori locali, vedi i Moncada o i Catanzaro, hanno detto “no” al pizzo, si sono ribellati, dando un preciso segnale di cambiamento”.

Nadia Baldi

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