Ma anche il Dna può aiutarci
Il segreto per allungare la vita? Facile, come bere un bicchiere d'acqua. Anzi sta proprio in un bicchier d'acqua. Di elisir e ricette di lunga vita ce ne hanno propinate di ogni genere e grado. C'è chi insiste sull'attività fisica, chi propone menù miracolosi, chi consiglia pillole magiche e chi ancora punta tutto sulla filosofia orientale, su yoga e meditazione.
Scienziati, alchimisti e maghi hanno inseguito questo sogno per millenni. Tra alambicchi, esperimenti e calcoli matematici sono stati sul punto di elaborare la formula per la longevità, che invece potrebbe essere talmente banale da sembrare uno scherzo. Oggi infatti qualcosa di simile all'"Elisir di lunga vita" è stato scoperto, da uno scienziato stimato come Mickhail Schepinov, ex professore all'Oxford University, il cui studio è stato pubblicato dalla rivista New Scientists.
Ed è una vera sorpresa. Non pozioni o pillole magiche, ma un bicchier d'acqua. Per l'esattezza, acqua arricchita con una rara forma di idrogeno, che potrebbe allungare la vita di chi la beve addirittura di dieci anni.
C'è chi ha definito Schepinov un mitomane, ma la teoria dello scienziato non sembra, e qui il detto è più azzeccato che mai, far "acqua" da nessun foro.
Una cosa seria, insomma: secondo Schepinov, l'idrogeno dovrebbe essere usato anche per "arricchire" gli alimenti, come la bistecca e le uova, per allungarsi la vita.
Il perché è facilmente spiegato: il deuterio, un'isotopo dell'idrogeno, impiegato massicciamente è in grado di difendere i tessuti e le cellule del corpo dai radicali liberi, sostanze chimiche pericolose prodotte quando il cibo è trasformato in energia, e corresponsabili del cancro, l'Alzheimer, il Parkinson e l'invecchiamento in sé. Il deuterio, secondo Shchepinov, "appesantisce" la materia, rafforza i legami tra e intorno alle cellule del corpo, rendendole meno vulnerabili agli attacchi. In particolare l'acqua arricchita con deuterio, che è due volte più pesante del normale idrogeno, ha già dimostrato di essere un efficace elisir nei vermi, che hanno visto allungarsi la vita di dieci anni, e dei moscerini, vissuti addirittura fino al 30% in più. La comunità scientifica accoglie incuriosita questa teoria: "Ho sentito molte idee folli su come allungare la vita", spiega il Dr Judith Campisi, del Buck Institute for Age Research in California, "ma da questa sono incuriosito". Mentre per Tom Kirkwood, dell'Università di Newcastle, "L'idea di Shchepinov è interessante ma la storia di questo settore è ingombra di ipotesi che sono solo parzialmente supportate da dati".
Intanto un team di ricercatori americani guidati da David Sinclair della Harvard Medical School di Boston, punta sul Dna per annunciare la scoperta del responsabile dell'invecchiamento.
Sarebbe una proteina l'asso nella manica di questo nuovo studio pubblicato sulla rivista Cell. Ritarderebbe il deterioramento cellulare allungando gli anni verdi.
Si tratta di una molecola, la "sirt1" a guardia dell'assetto dei geni attivi nelle cellule giovani. Con gli anni, questo modello di attività genica va in tilt e noi invecchiamo.
Lo studio è stato condotto su alcuni topolini. Potenziando la produzione della molecola, 'sirt1', i ricercatori hanno evidenziato che i topolini restano giovani più a lungo, e la loro vita si estende dal 24 al 46%.
Insomma l'elisir di giovinezza si troverebbe nientemeno che nel nostro Dna.
La proteina Sirt1 e già conosciuta per le sue proprietà di allungare la vita quando si sceglie una dieta ipocalorica. E famosa anche perché rappresenta la chiave degli effetti del resveratrolo, l'ingrediente buono del vino rosso. I ricercatori dell'Harvard Medical School hanno adesso scoperto che ha un ruolo fondamentale anche nel mantenere stabili le funzioni del patrimonio genetico di tutti i mammiferi, dunque anche dell'uomo. In pratica la proteina preserva l'attività genetica destinata a deteriorarsi con il tempo, mantenendo il più possibile inalterate le funzioni. La proteina controlla l'impacchettamento del Dna nella cromatina, e ne mantiene la giovinezza spegnendo o accendendo alcuni geni. E in caso di danno 'corre' a ripararlo. Dunque farmaci in grado di stimolare la produzione della proteina potrebbero rappresentare un extra-bonus di giovinezza.