E se mangi...combatti lo stress
Ormai alle porte dell'estate arrivano cattive notizie per le donne costrette a fare i conti con i chili di troppo non ancora eliminati da fitness e palestra e palestra. Sembra, infatti, che l'attività fisica 'spenga' la fame nelle magre, ma non nelle obese.
Così, dopo aver 'bruciato' calorie su tapis roulant e step, queste ultime sono più inclini a fare di nuovo il pieno. Lo rivela Katarina Borer dell'University of Michigan, responsabile della ricerca presentata all'Endocrine Society's 90th Annual Meeting a San Francisco.
E se le donne "in carne" devono fare i conti con i chili che non se ne vogliono andare, gli uomini con la pencetta ricorrono sempre di più al bisturi del chirurgo plastico per superare la 'prova costume' e cancellare, con un colpo di bisturi, ciccia e maniglie dell'amore.
L'unica consolazione per tutti, uomini e donne con il "vizietto" della gola arriva da un altro studio pubblicato online su 'Nature Neuroscience', e condotto dai ricercatori dell'University of Texas Southwestern Medical Center di Dallas, Usa, secondo il quale è del tutto inutile sentirsi in colpa se, per superare momenti di tensione o piccole emergenze quotidiane, la tentazione è di buttarsi sul cibo.
Mangiare è un'arma antistress prevista da madre natura. I livelli dell'ormone della fame grelina si impennano non solo in risposta al bisogno di cibo, ma anche come reazione allo stress indotto da ansia e depressione.
Ambedue gli studi aiuteranno sicuramente i nutrizionisti e i medici a comprendere meglio i limiti del controllo dell'appetito negli obesi. Per quanto riguarda il rapporto fame/attività fisica, la chiave di tutto starebbe nella leptina, l'ormone che negli animali riduce l'appetito se aumenta il grasso corporeo.
Se i livelli di leptina crescono, scatta un meccanismo che spegne la fame e spinge a fare attività fisica per bruciare calorie. Ma via via che le persone ingrassano, sembrano diventare 'sorde' all'azione spegni-fame dell'ormone. "Insomma, questo non fa più il lavoro che si suppone faccia nelle persone magre", dice Katarina Borer. Il suo gruppo ha studiato 20 donne in post-menopausa, 10 magre e altrettante obese. Tutte sono state sottoposte a un regime dietetico monitorato e a una serie di sessioni di attività sportiva. Così i ricercatori hanno potuto osservare che l'obesità interferisce con i livelli di leptina prima, durante e dopo l'esercizio. E che l'attività fisica non spegne affatto l'appetito delle extra-large.
Lo studio americano invece sul meccanismo antistress legato alla fame è stato condotto sui topi suggerendo che lo stress cronico aumenta i livelli di grelina nell'organismo e indica che questa sostanza riduce i comportamenti tipici di una situazione di ansia e depressione. Un meccanismo di compensazione che funziona come un 'pronto intervento' antistress, ma che "sfortunatamente ha un effetto collaterale: il bisogno di mangiare di più e, di conseguenza, il rischio di ingrassare". La ricerca, commenta il primo autore Michael Lutter, "supporta l'idea che l'ormone della fame non svolge una singola funzione". Al contrario, il sistema grelina "coordina le risposte allo stress nel loro complesso", ed è strettamente legato "all'umore e ai livelli di energia". In altre parole, mangiare rilassa e fa sentire più forti.
In quanto agli uomini narcisi, che a palestre e diete preferiscono i chirurghi, tra gli interventi più gettonati si piazzano quelli di liposuzione all'addome, che non lasciano cicatrici evidenti e che, complice il clima non ancora estivo, continuano ad essere richiesti insieme al rinfoltimento dei capelli, che resta comunque l'intervento preferito dai maschi e si può eseguire anche d'estate se in zone limitate del cuoio capelluto.
Vietata, o almeno a rischio invece d'estate la liposuzione, che nei mesi caldi dovrebbe essere limitata al massimo. Anche se poi oggi le tecniche mini-invasive consentono di intervenire per i piccoli ritocchi, che permettono di andare in spiaggia dopo una ventina di giorni. Per eliminare gli accumuli di grasso, infatti, "si interviene inserendo dall'ombelico piccole cannule di 2 millimetri che permettono di aspirare il grasso". spiega Ezio Maria Nicodemi, specialista in chirurgia plastica, docente a contratto alla Scuola di specializzazione a Tor Vergata. Possibile anche la liposuzione con l'uso di ultrasuoni, che "distruggono il grasso in maniera molto mirata".
Dopo l'intervento è tuttavia necessario portare fasce che comprimono la parte aspirata.Spiaggia vietata, comunque, "per almeno una ventina di giorni: bisogna ricordare che si tratta sempre di un intervento chirurgico", avverte l'esperto, ribadendo comunque che: "in estate gli interventi di chirurgia plastica vanno limitati".