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La storia del Molino Stucky

Da antico opificio a hotel da sogno

10 Giu 2008 - 16:16

Ottocento e Novecento e considerata tra i più mulini più belli d’Italia. il primo progetto fu commissionato nel 1884 dall’’industriale veneziano Giovanni Stucky all’architetto tedesco Ernst Wullekopf. Prevedeva un funzionale edificio in mattoni rossi: solo in seguito sono stati aggiunti la torre, i depositi di farina e l’elegante facciata neogotica con il mosaico che rappresenta la dea Flora, divenuta poi simbolo del Molino e della sua prosperità.

Da allora si sono susseguiti ampliamenti continui, fino ad arrivare a coprire un’area di oltre 30.000 metri quadrati, nel quale si producevano circa 50 tonnellate di farina al giorno e in cui lavoravano 24 ore su 24 circa 1500 operai. L’attività della struttura era intensa, soprattutto grazie alla tecnologia d’avanguardia di cui il Molino disponeva che, per mezzo di un meccanismo fisico di caduta dall’alto, permetteva di trasferire il grano dalle navi direttamente al processo interno di macinazione: il mulino era quindi un importante punto di riferimento economico per Venezia.

Il Molino Stucky Hilton Venice, nell’isola della Giudecca, è nato dal restauro di una delle architetture industriali più note della città, costruita a cavallo tra I conflitti mondiali, l’incalzare della concorrenza dalla terraferma e la morte di Giovanni Stucky hanno dato avvio a una lenta crisi che ha portato il Molino a cessare l’attività nel 1955. Nel 1988 il Ministero per i Beni Culturali ha deciso di apporre il vincolo su tutta la struttura e ha stabilito la sua trasformazione in un complesso alberghiero e culturale, anche se l’opera di restauro vera e propria ha preso il via solo nel 2002. Nel 1998 il Gruppo Acqua Marcia ha ottenuto la concessione edilizia per la realizzazione di un centro residenziale che nascesse dal restauro del Molino Stucky; nel 2002 si è aggiunta la concessione anche per il polo alberghiero. Sono così cominciati i lavori per la costruzione dell’albergo e del centro congressi. La gestione di Hilton, insieme alle caratteristiche proprie della struttura, permettono di sviluppare il segmento dei viaggi business a Venezia, solitamente slegato dalle tradizionali stagioni turistiche, offrendo nuove soluzioni.

In linea con il vincolo di effettuare un restauro conservativo dell’intero complesso, il volume architettonico più consistente del Molino, quello che sorgeva sulle fondamenta dell’ex chiesa di San Biagio, è stato destinato ad albergo e ora corrisponde alla reception ed alla lobby. Sono state inoltre salvaguardate tutte le strutture portanti verticali, tra cui le storiche colonne di ghisa che rendono unico il corridoio di collegamento tra la reception ed il Molino Restaurant. Sono originali dell’epoca anche le scale interne ed esterne, compresa quelle della Torre.

La facciata esterna del Molino Stucky, da decenni inserita nel contesto urbano come una cortina di mattoni continua, è stata conservata per esaltarne l’aspetto storico e fa ormai parte dello profilo veneziano così come il campanile di Piazza San Marco. La divisione originale interna del grande silos, corrispondente ora all’edificio che ospita la maggior parte delle camere, ha rappresentato una vera sfida per gli architetti autori del progetto di recupero, diretti dal Prof. Francesco Amendologine, docente di Storia dell’Architettura presso l’Università di Venezia e uno dei massimi esperti in conservazione del patrimonio artistico italiano. Il silos, area in cui venivano immagazzinate tonnellate di grano, era suddiviso in canali verticali interni in cui i vari tipi di granaglie venivano miscelati per caduta. I canali e le condutture hanno la forma di “diamanti rovesciati” e ora contraddistinguono i soffitti dei corridoi e delle camere dell’edificio.

Per l’importanza architettonica e per la sua stessa collocazione nell’ambito del complesso, la Torre gioca la funzione di fulcro naturale; il piano terra ospita l’ingresso da cui si apre la grande hall. Se si sceglie il percorso orizzontale si accede internamente, attraverso due edifici collegati, al centro congressi; mentre il percorso verticale conduce fino all’ottavo piano dove sono ubicati uno spazio pubblico, lo Skyline Bar e la piscina panoramica, ed uno privato, la Suite Presidential. Una vista mozzafiato che arriva fino a Piazza San Marco si gode dalla grande terrazza panoramica che ospita sia l’area bar che la piscina dell’albergo, collegati agli altri edifici attraverso le antiche passerelle aeree in ferro che, oltre a conservare l’aspetto originario, rivelano la leggerezza e la dinamicità di un edificio solo all’apparenza squadrato ed austero. La luce inonda gli spazi interni direttamente dall’alto attraverso la soffittatura tipica degli impianti industriali di inizio Novecento, caratterizzata dalla struttura triangolare, dove uno dei lati orizzontali è completamente ricoperto di vetro.

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