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Fumo: per smettere servono i geni

Tumore al polmone, c’è un nuovo test

03 Giu 2008 - 10:18

Il sistema migliore per smettere di fumare è scritto nel Dna. Gli scienziati hanno scoperto infatti alcuni geni capaci di influenzare la risposta alle cure anti-fumo. Questa scoperta arriva dagli Stati Uniti e promette di gettare le basi per nuove terapie su misura per abbandonare la sigaretta. La battaglia contro il fumo vede schierati in prima fila anche i medici odontoiatri, con una serie di consigli per salvare la bocca dai danni provocati dalla nicotina. E ci sono buone notizie anche sul fronte della prevenzione del tumore al polmone nei soggetti fumatori.

Il primo studio, pubblicata sulle pagine della rivista “Archives of General Psychiatry” rivela che nei prossimi anni, basterà un prelievo di sangue per scegliere la cura più efficace in grado di liberarci dalla dipendenza dalla nicotina. Gli esperti della Duke University si sono basati sull'analisi del Dna di 550 fumatori in terapia anti-fumo, scoprendo  67 varianti genetiche coinvolte nel meccanismo d'azione delle più comuni terapie antifumo. In particolare per quella sostituita della nicotina (Nrt, nicotine replacement therapy), sono state scoperte 41 varianti, mentre la cura quella basata sul buproprione ha 26 varianti. Il coordinatore dello studio, il biologo molecolare George Uhl, dell'Istituto americano di ricerca sull'abuso di droghe, ha dichiarato che i risultati dello studio costituiscono un passo in avanti importante per arrivare a comprendere  come mai alcune persone riescono a smettere di fumare più facilmente di altre.

Nella lotta contro il vizio del fumo sono schierati in prima fila anche i medici dentisti, con una guida realizzata dall'Andi (Associazione Nazionale Dentisti italiani) su “Tabacco e salute orale”, presentata in occasione della giornata mondiale contro il fumo. ''La vocazione di Andi è al momento preventivo - spiega il presidente nazionale Roberto Callioni - L'intento è quello di sensibilizzare iscritti e pazienti sui danni che il consumo di tabacco può comportare”. A preoccupare particolarmente, ricorda il comunicato dell'Andi, è l'effetto cancerogeno del fumo anche sul cavo orale, una forma tumorale che ha un tasso di mortalità del 70%. Per sensibilizzare i cittadini su questa neioplasia, l'associazione ha indetto l’”Oral Cancer Day”, in calendario per il 10 ottobre.

Una buona notizia arriva invece sul fronte della prevenzione del tumore al polmone anche tra i fumatori: sono infatti stati giudicati soddisfacenti i primi risultati della sperimentazione di un test sul sangue per predire il rischio da parte di chi fuma di contrarre la malattia. Il test potrà essere utilizzato anche per diagnosticare i tumori nello stadio iniziale. I primi risultati, ancora in una fase preliminare di studio, sono stati presentati al congresso della Società americana di oncologia (Asco), in corso a Chicago. Un traguardo che potrebbe risultare decisivo, dal momento che gli alti tassi di mortalità per questa patologia sono legati alla diagnosi tardiva. La nuova metodica diagnostica è stata messa a punto dai ricercatori dell'Università di Colonia, in Germania. Il test, spiega il coordinatore dello studio, Thomas Zander, “si è dimostrato capace di identificare il tumore al polmone in uno stadio precoce e anche di predire il rischio nei fumatori di insorgenza della malattia entro due anni”.

Il test del sangue, semplice e non invasivo, ha identificato nel sangue di pazienti con cancro del polmone e fumatori i marcatori tipici della patologia. In pratica, ha individuato nei malati una particolare “firma genetica” del Rna, assolutamente diversa da quella presente nelle persone sane con cui i ricercatori li hanno confrontati. Il test del sangue identifica proprio questi segni lasciati dal tumore. Il test si è rivelato in grado di scovare i segni predittivi della malattia, "con un'accuratezza dell'88% - spiega Zander - sicuramente migliorabile, ma abbastanza attendibile". Lo stesso esperto ci tiene a precisare che lo "studio è ancora preliminare, e sono necessarie molte altre ricerche. Ma è davvero importante”.

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