La nuova geometria dell'amore
Altro che curve mozzafiato, corpi modellati, abiti all'ultima moda, acume e savoir faire. Per sedurre il requisito fondamentale, alla fine, è, per lui come per lei, un viso simmetrico. E a rivelarlo è la scienza. Alcuni ricercatori dell'università scozzese di Stirling, che hanno pubblicato uno studio su PLos One, hanno infatti tracciato le regole di questa nuova 'geometria dell'amore', evidenziando come la specularità dei tratti somatici del volto conferisce proporzioni dall'accentuata caratterizzazione sessuale.
Insomma a far sobbalzare il cuore e scaldare la passione è la simmetria delle forme del viso.
"I volti simmetrici", spiegano i ricercatori, "accentuano il dimorfismo (cioè l'insieme delle differenze fra i due sessi) nella specie umana come in quelle più simili a noi, cioè i primati. Dunque il viso di un uomo è tanto più maschile quando è simmetrico, come la simmetria sul viso di una donna ne sottolinea la femminilità". La ricerca ha misurato i tratti somatici di popolazioni europee e africane, e delle principali scimmie da cui discende l'uomo, rimarcando come la simmetricità rappresenti un 'valore aggiuto' per la ricerca di un partner. Due le ipotesi più accreditate per spiegare il meccanismo inconscio che sovrintende all'attrazione.
Una punta sulla possibilità che siano "le esperienze sociali e visive a regolare il meccanismo dell'attrazione, attribuendo un valore maggiore ai volti regolari, considerati sinonimo di qualità superiore".
L'altra e più accreditata ipotizza invece che un viso simmetrico "equivalga a una maggiore qualità del patrimonio genetico del legittimo proprietario, o a una maggiore fertilità. Perché è indice di una crescita fisica sana e di una capacità di sconfiggere le malattie".
Questa teoria è stata più volte confermata nel corso degli anni. Uno psicologo indiano, ad esempio, Devendra Singh, ha di recente pubblicato uno studio sulla rivista britannica "Proceedings of the Royal Society, Biological Sciences", per dimostrare come la vita stretta, e la conseguente conformazione 'a clessidra', sia da sempre il chiodo fisso dell'universo maschile.
Anche Singh si è basato sulla teoria secondo cui i canoni di bellezza e di attrazione sono da sempre direttamente collegati a caratteristiche di "simmetria" e normalità estetiche e fisiche, a loro volta riconducibili alle capacità riproduttive di entrambi i sessi.
In poche parole, l'uomo è da sempre stato attratto da una donna con un fisico conformato in tal modo da evidenziare fertilità e inclinazione alla riproduzione e lo stesso è valso al contrario. Fianchi e giro vita raprresenterebbero in questo senso per la donna i canoni di valutazione.
Non è un caso infatti che prima della pubertà e dopo la menopausa le donne abbiano lo stesso giro vita dei maschi, mentre nell'età fertile una tipica rappresentante del gentil sesso accumuli intorno ai fianchi e alle cosce il cosiddetto grasso riproduttivo, fonte delle calorie necessarie a sostenere una gravidanza.
Le "curve" sarebbero quindi una sorta di unità di misura del potenziale riproduttivo. Tutto ciò che interferisce con la fertilità, come l'obesità, la malnutrizione, la gravidanza, la menopausa, cambia molto le fattezze di una donna. Normalmente una femmina sana, nel periodo fecondo, ha un rapporto tra la vita e i fianchi compreso tra 0,6 e 0,8: cio significa che la circonferenza della vita corrisponde al 60-80% di quella dei fianchi, indipendentemente dal peso corporeo. Molte donne le cui misure non rientrano in questo valore standard sono sane e possono avere figli ma, come risulta da uno studio compiuto da alcuni ricercatori olandesi nel 1993, anche un leggero incremento nella misura della vita rispetto a quella dei fianchi può essere indice di problemi di carattere riproduttivo. Da un punto di vista evolutivo, è difficile immaginare che gli uomini non rispondano a tali segnali rivelatori.
E, in effetti, vi rispondono eccome e il gusto degli uomini in fatto di forme è sorprendentemente stabile, come dimostra appunto Singh.
Con il suo studio il professore ha anche effettuato un confronto delle misure delle ragazze apparse sui paginoni centrali della rivista Playboy e delle vincitrici del concorso Miss America dal 1923 al 1990. I loro corpi si sono snelliti con gli anni, ma il rapporto tra vita e fianchi è rimasto compreso tra i valori 0,68 e 0,72. Un simile risultato si è avuto quando Singh ha mostrato alcune figure femminili a dei maschi di età compresa tra 8 e 85 anni e di estrazione culturale e nazionalità diverse.
Al di là di minime differenze di gusto, la figura femminile dominante è stata quindi sempre quella di una donna di peso medio con un rapporto tra vita e fianchi pari a 0,7.
A dimostrazione di questa teoria ci si mette pure Leonardo da Vinci, che in fatto di donne ne sapeva sicuramente molto.
I suoi canoni di bellezza senza tempo, condivisi anche da altri Maestri rinascimentali, hanno ispirato alcuni ricercatori dell'University of Nebraska. In uno studio, pubblicato dalla rivista 'Pattern Recognition', gli scienziati hanno affermato che i criteri neo-classici che Leonardo da Vinci e gli antichi maestri seguivano quando volevano dipingere un volto dalla bellezza perfetta, sono ancora attuali.
Sei le regole che gli artisti applicavano quando impugnavano un pennello, cinque delle quali rispondono ai canoni attuali. Tra i criteri, che la larghezza della faccia fosse quattro volte quella del naso; e che fossero uguali l'altezza della fronte e della parte inferiore del volto, e la lunghezza del naso. L'unico criterio risultato inattuale è il rapporto naso-bocca: nel Rinascimento, si preferiva una bocca meno piena (secondo un rapporto di 1,5 rispetto alla larghezza del naso), mentre adesso il rapporto 'preferito' è 1,6. Quale che sia la verità, evidenziano gli scienziati che hanno deciso di proseguire i loro studi sulla percezione della bellezza, "sono i tratti del volto simmetrici a smuovere uomini e donne".