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L'eleganza scende in campo

Come sono sexy tenniste e tennisti

07 Mag 2008 - 12:00

Chi lo intraprende, per semplice diletto o per motivi agonistici, non può che amarlo. Anche chi lo guarda e lo ammira come spettatore, ne apprezza tutto. La disciplina, la classe, l’indiscusso prestigio, l’attenzione per la forma e la cura dei dettagli, e anche e soprattutto l'eleganza. E' il tennis, probabilmente, la disciplina sportiva più elegante. E forse anche più sexy. Chi non ricorda l'intimo di pizzo di Lea Pericoli o i completini mozzafiato delle varie Sharapova, Williams o Vaidisova?
Ma non solo. Da Panatta a Federer passando per Nadal, sex appeal e sensualità non hanno risparmiato nemmeno i signori tennisti, che hanno addirittura lanciato uno stile e un look personali.

Da Wimbledon al Roland Garros, da Melbourne a Flushing Meadows, sia sul campo di gioco che fuori, sulle gradinate, questo sport è comunque sinonimo per tutti di stile, gusto e savoir faire.
E così mentre nel Foro Italico di Roma si disputano i prestigiosi Internazionali BNL d'Italia 2008 e i guru della racchetta da Nadal a Federer, dalla Sharapova alla Henin, si sfidano catalizzando l'attenzione di tutti gli appassionati, una mostra, "L'eleganza in campo: un secolo di moda e di stile", inaugurata al Foro Italico in concomitanza con il torneo, ripercorre, come in un racconto per immagini, la storia dello stile sui campi da tennis, non solo per quanto riguarda l’abbigliamento e le calzature, dove il diktat è classe e sobrietà, misto ad un pizzico di malizia e narcisismo, ma anche in riferimento al comportamento che i campioni riservano all’avversario e al pubblico.

Compeed, leader nei cerotti a base di idrocolloide e Listerine numero uno nella produzione di colluttori sono i promotori di questo evento cultural-mondano. Compeed istituisce, in questa occasione, anche il premio ‘ELEGANZA COMPEED’ per il/la tennista designati dalla stampa in base a canoni di stile, correttezza nella presenza sul campo da gioco e nei confronti del pubblico, mentre Listerine dà la possibilità, online sul sito www.bomb-ton.it, con l'iniziativa "Una bocca a prova di ‘ace’", di commentare tennisti e pubblico degli Internazionali, l'andamento degli incontri, l'atteggiamento di giocatori e giocatrici e di segnalare anche look e sorrisi a prova di bianco, eleggendo anche il giocatore "total white", rifacendosi alla divisa ancora oggi imposta per regolamento sui campi in erba di Wimbledon dall'All England Club.

La mostra è un omaggio all’evoluzione dell’arte calzaturiera dalla nascita degli Internazionali, gli anni Trenta, sino ad oggi, evoluzione accompagnata da immagini ‘storiche’ degli atleti e degli ospiti del Torneo che hanno contribuito all’affermazione del concetto di ‘eleganza’.
La storia del tennis, del resto, va di pari passo, con quella dei suoi protagonisti, della cui carica sensuale il mondo glam si è accorto sin dall'inizio fagocitandoli e in qualche modo strumentalizzandoli, soprattutto negli ultimi anni.

In Italia, la popolarità di questo sport, che affonda le proprie radici nei giochi latini (pila trigonalis), poi bizantini e, infine, nella francese ‘jeu de paume’, ebbe inizio negli anni ’30 proprio con la nascita degli Internazionali di Roma, per raggiungere il culmine negli anni ‘60/‘70/’80: merito soprattutto dei successi dei più famosi, belli ed eleganti, come Nicola Pietrangeli o Adriano Panatta che - con la squadra - vinse la Coppa Davis nel 1976; per non citare le prodezze di Lea Pericoli, l’insuperata tennista famosa per i suoi 27 titoli nazionali, ma anche per il malizioso intimo di pizzo che, in campo, occhieggiava beffardo sotto la gonnellina.
Una garbata sfacciataggine che sollevò non poche critiche da parte dei ‘puristi’ ma che ne decretò il passaggio nell’Olimpo del tennis. Non a caso, oggi, i suoi vestiti di “scena” sono esposti al Victoria and Albert Museum di Londra, a dimostrazione che l’originalità, come forma di comunicazione, premia sempre, anche nello sport disputato ai massimi livelli.

Dal secolo scorso ad oggi molte cose sono cambiate. Prima degli anni 30, periodo in cui l’abbigliamento nel tennis subì la svolta più drastica, le tenniste indossavano gonne lunghe, bluse dal colletto inamidato e tacchi un pochino alti, mentre gli uomini giocavano in pantaloni lunghi e camicia. Tutto rigorosamente bianco.
L’esigenza di maggior comodità e libertà di movimenti vinse però sul senso del pudore consentendo l’uso della gonnellina e i pantaloncini corti che si sono trasformati da semplice “divisa” a veri e propri capi di abbigliamento alla moda.
Una caratteristica tipica del tennis, che la dice lunga sui suoi vezzi modaioli, è da sempre la possibilità di indossare durante la partita, orecchini, collane, braccialetti o altri accessori che, negli altri sport, non sempre è facile indossare senza compromettere la prestazione agonistica.

Nel corso del tempo è cambiato però anche il corpo degli atleti e non solo il look: sempre più spesso, tennisti e tenniste di fama internazionale diventano icone di bellezza o sex symbol. Un chiaro esempio ne è stata Anna  Kournikova  che senza aver mai vinto un titolo del Grande Slam ha guadagnato quanto campionesse del calibro di Maria Sharapova, tennista altrettanto bella ma straordinariamente più brava. Un tempo le atlete erano obbligate ad avere un look piuttosto severo mentre oggi, specialmente  nel tennis, eleganza, bellezza e bravura si coniugano straordinariamente bene nello sport. 

Non a caso quest’anno a Melbourne abbiamo assistito a una “beautifull final” giocata da due reginette di bellezza: Maria Sharapova e Ana Ivanovic. Oltre alla loro bravura la stampa inneggia infatti alla loro avvenenza, al  loro look ricercato, ai loro flirt.

Oggi, le case di abbigliamento sportivo fanno a gara per accaparrarsi le campionesse come testimonial per l’ultimo modello di racchetta o di scarpa da tennis.
Anche gli “uomini del tennis”, in fatto di vanità, non sono da meno: Roger Federer, prima della Masters Cup, approdò in un patinato servizio di moda su Vogue, prima con uno smoking bianco, firmato Gucci, poi con un abito Yves St. Laurent.
Nello stesso periodo, il campione dichiarò in un’intervista: "Ho imparato a vestirmi. Prima usavo soltanto jeans, poi ho capito che noi tennisti sbagliamo a girare il mondo con la tuta. Non ci curiamo dell'eleganza, privilegiando la comodità. Quando sono diventato numero uno del mondo mi sono reso conto che avevo delle responsabilità. Dovevo rappresentare in maniera adeguata il mio sport".

Ma non solo il tennis “moderno” si è concesso le trasgressioni della moda.
Ottavio Missoni, grande nome dello sport e delle passerelle, nel corso di un’intervista, nella quale indicava in Tiger Woods e Lea Pericoli i due atleti più eleganti della Storia, ha affermato: "L’intesa tra moda e sport non è nata negli ultimi decenni, ma risale a quasi un secolo fa. Fin dai tempi dei grandi tennisti francesi come Suzanne Lenglen o René Lacoste o, in tempi più recenti, la nostra Lea Pericoli. Questi grandi giocatori, in un certo senso, dettavano i tempi alla moda. Quel gonnellino che lasciava intravedere certe rotondità, era frutto di una scelta autonoma. Lea Pericoli, per esempio, sapeva esattamente cosa voleva mostrare mentre era impegnata in un rovescio o raccoglieva la pallina.
Oggi, invece, accade il contrario: è la moda che si avvicina ai campioni sfruttandone la grande popolarità."

Fare un confronto tra tennis di ieri e di oggi è un compito arduo; le mode le tecniche di gioco, i materiali, impediscono un paragone tra il giocatore di ieri, tecnico e meno atletico, e l’atleta dei nostri giorni, forse meno dotato di maestria, ma  con una preparazione psico-fisica più consona ad un modo diverso di interpretare il gioco.
Restano immutati: l'impegno, la fatica, lo stress, la ricerca di maggiori limiti di rendimento.
Con un occhio di riguardo alla forma e al look: perché, nel tennis, l’eleganza è da sempre la parola d’ordine.

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