Una grande monografica per il pittore
E stato un grande escluso della storia dellarte: Sebastiano Luciani, detto "Del Piombo", noto agli storici dell'arte, ma sconosciuto ai più, vittima del pregiudizio e delle diffamazioni dell'epoca che lo volevano lento, irrisoluto e autore di opere in realtà copiate dai disegni dell'amico Michelangelo. Invece, nella mostra allestita da Luca Ronconi a Palazzo Venezia di Roma, aperta al pubblico fino al 18 maggio (poi alla Gemaldegalerie di Berlino dal 28 giugno al 28 settembre), Sebastiano del Piombo rivela tutta la sua grandiosità attraverso ottanta opere, tra grandi tavole, ritratti a grandezza naturale, piccoli dipinti su lavagna e disegni preparatori.
C'è tutto Del Piombo, insomma, "tranne due opere - ha spiegato Claudio Strinati, sovrintendente al Polo Museale Romano e curatore della mostra - giustamente non concesse. Si tratta della 'Resurrezione di Lazzaro' della National Gallery di Londra e della 'Morte di Adone' di Firenze, danneggiata dalla bomba agli Uffizi, quindi fragilissima e inamovibile, così come quella inglese. E poi - ha aggiunto Strinati - c'è la 'Pietà di Viterbo, opera vissuta, profonda e, soprattutto, uno dei primi quadri notturni dell'arte italiana, un poema epico della notte pieno di sentimento".
Le opere di Del Piombo sono oscure, introspettive, complesse, mai ovvie né banali, valorizzate dal suggestivo allestimento curato da Luca Ronconi e Margherita Palli, che ne esalta tutte le caratteristiche. Un allestimento, che, come spiega lo stesso Ronconi, "ha voluto cogliere il rapporto fra l'artista, i suoi quadri e l'ambiente che li ospita, Palazzo Venezia. L'intenzione era quella di fare in modo che il visitatore potesse ammirare i quadri uno per uno, senza però precludere il colpo d'occhio".
Questo viaggio nell'arte del veneziano è reso possibile innanzi tutto dall'illuminazione che lascia emergere le opere, avvolte nel buio, separandole dal contesto. Ciascuna, infatti, è stata illuminata singolarmente, con un sistema mirato che tiene conto delle caratteristiche proprie di ogni singolo quadro e che si avvale di tecnologie mai usate prima per una mostra o in un museo. In particolare, è stata utilizzata la tecnica Led che permette di mantenere un'illuminazione costante, a bassa temperatura e con alto risparmio energetico. A fare da sfondo al percorso espositivo, la colonna sonora realizzata per l'occasione dal compositore Nicola Campogrande.
Formatosi alla scuola di Giambellino e Giorgione, Sebastiano Del Piombo portò nella città eterna il colorismo della sua terra e grazie all'amicizia con Michelangelo (che cercava di arginare attraverso Sebastiano il successo di Raffaello) sposò l'imponenza scultorea della figura.
La retrospettiva, promossa dal ministero per i Beni e le Attività Culturali e sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica Italiana, ripercorre l'intera vicenda artistica dellartista proprio a Roma, città in cui il pittore veneziano visse la sua pienezza artistica. Dal calore cromatico degli esordi all'astrazione geometrica ai toni cupi dell'ultimo periodo, l'articolato percorso espositivo di Palazzo Venezia invita, secondo Claudio Strinati, "alla tolleranza e a pensare con la propria testa perché le opere di questo artista sono uno stimolo ad aprire la mente". La mostra, poi, continua idealmente anche fuori da Palazzo Venezia, alla ricerca delle opere che Del Piombo lasciò nella città durante il suo periodo romano. In particolare, "La flagellazione di Cristo" nella cappella Borgherini della chiesa di San Pietro in Montorio e "La nascita della Vergine" in Santa Maria del Popolo, ultima opera dell'artista.
Sebastiano del Piombo 1485 - 1547
Fino al 18 maggio 2008
Roma - Palazzo Venezia, Via del Plebiscito 118
Orari: tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00
venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.00
La biglietteria chiude unora prima
Biglietti: 10,00 interi 8,00 ridotto e gruppi