Nel passato per sfuggire al presente
Una scia di profumo, un paesaggio, una vecchia foto. Basta poco per rivivere la magia del primo amore. Quello che non si scorda mai. E per ritrovare il quale sempre più italiani sarebbero disposti a fare follie. Una vera e propria sindrome quindi, come spiega uno studio pubblicato da Riza Psicosomatica, che può colpire ad ogni età. E che testimonia un bisogno crescente di andare a caccia nel passato per recuperare quella tappa incancellabile anche se superata della propria storia personale.
A qualsiasi prezzo, persino pagando un investigatore privato. I motivi? Dalla semplice voglia di sapere che fine ha fatto chi ha provocato quel primo batticuore per immaginarsi come sarebbe stata passarvi insieme la vita, al desiderio di sfuggire magari a un deludente presente.
Ed è soprattutto la fuga da un presente poco soddisfacente, spiega la psicoterapeuta Beatrice Toro, il motivo principale che spinge a cercare nel passato emozioni e felicità. "Il primo amore è carico di elementi ideali, è più denso di fiaba rispetto alle esperienze che vengono dopo, proprio perchè queste ultime si muovono su un binario già conosciuto. Più si vive, più esperienze si hanno, e più diminuisce la fantasia, mentre aumenta il realismo", aggiunge l'esperta.
Mettersi alla ricerca del primo amore è quindi un modo per rivivere la propria vita attraverso un filtro, che però fa sì che non si viva mai la realtà per come realmente è, bensì idealizzandola e trasformandola in una sorta di schermo sul quale proiettare desideri e aspettative.
"Sono meccanismi che possono essere attivati dalle frustrazioni, dallo stress", spiega Toro, "emozioni che fanno scattare in noi difese psicologiche. In un momento di stress, ad esempio, ci immaginiamo che ci sia una persona che un tempo ci capiva, e questa persona nella nostra mente diventa 'perfetta'. Non è comunque necessariamente un processo negativo, ciò che è sbagliato è rimanere 'intrappolati' in questo sogno. Un modo per rendere costruttiva questa fantasia potrebbe essere, ad esempio, chiedersi quali sono le qualità importanti che attribuiamio o associamo a questa persona, ed usare questa informazione come stimolo per le storie future. Puo' quindi essere un modo per fare il punto su noi stessi".
Sul banco degli imputati una società nella quale identità e valori hanno perso i loro precedenti posizionamenti nelle scale personali di ognuno, senza acquisisrne di nuovi. Ecco che la ricerca del primo amore è un po' il modo per prolungare l'adolescenza a tutti i costi. Chi si mette alla ricerca spera di poter rivivere quel tipo di romanticismo che in realtà appartiene ad un periodo preciso, e concluso, della vita.
Il sociologo Franco Ferrarotti sostiene inoltre che al primo amore si debba attribuire una dimensione fiabesca, dovuta probabilmente al carattere di irripetibilità ed unicità che lo contraddistingue, la quale fa sperare nella possibilità di "poeticizzare" l'amore, ormai diventato merce di scambio in una società di consumi come quella attuale.
"L'economia di mercato è talmente forte che tracima e trasforma tutta la società", prosegue Ferrarotti, "i rapporti diventano quindi mercificati, contrattuali. Basti pensare ai contratti prematrimoniali, alla consuetudine, tanto in voga negli Stati Uniti, di far firmare al partner più 'povero' un contratto che regoli le sue pretese economiche in caso di divorzio. La mercificazione dei rapporti ci spinge ad evocare in maniera quasi poetica un'epoca precedente al consumismo, in cui i rapporti erano più genuini."
In una società in cui l'eros è diventato un prodotto di consumo, fuggire nel passato alla ricerca del primo amore appare così come l'ultimo disperato tentativo di fuggire dalla banalità vissuta nel presente. Questo rivolgersi al passato non è determinato dalla effettiva straordinarietà
dell'esperienza vissuta, ma da una insoddisfazione del quotidiano: ci si rifugia nel passato perchè il presente è deludente. A volte questa insoddisfazione si esplicita in una spinta verso il futuro: il dire, ad esempio, troverò il grande amore domani. Più spesso, sfiduciati nel domani, ci si rivolge al passato.
Il consiglio, per chi cerca a tutti i costi di rintracciare il primo amore, concludono gli epserti è comunque quello di vederlo come un incontro nuovo, con il suo grado di imprevedibilità e di novità. Lo scarto tra il sogno e la realtà è inevitabile, bisogna essere pronti ad affrontare qualcosa di diverso. La vita non si ripeterà mai due volte, ma la seconda potrebbe essere meglio della prima.