Un test contro la temibile complicanza
E uno dei principali nemici per le donne in attesa in un bambino: è la pre-eclampsia, ovvero la forma di ipertensione acuta che si manifesta dopo la ventesima settimana di gravidanza, accompagnata da edema, con conseguenze anche gravi per la salute di mamma e bimbo. La malattia in Italia colpisce il 3% circa delle gestanti, ma nel prossimo futuro sarà messo a punto un test in grado di individuare le donne a rischio prima che si verifichi lemergenza.
La buona notizia, come riferisce la rivista Le Scienze, è che un gruppo di ricercatori statunitensi della Mayo Clinic, guidati da Brian Bros e Funminiyi Ajayi, ha annunciato di avere trovato unassociazione fra livelli troppo elevati di una proteina, chiamata HtrA1, e la pre-eclampsia. Le donne con pre-eclampsia presentano un aumento del rischio di gravi complicazioni, quali distacco di placenta, insufficienza renale acuta, fino allo sviluppo delleclampsia, ossia lo stadio avanzato di questo disordine, caratterizzato dalla comparsa di convulsioni, in grado di mettere a rischio la vita sia del feto sia della madre. Leclampsia in Italia colpisce lo 0,4% delle gestanti. Allo stato attuale delle conoscenze, non esiste uno strumento efficace per individuare le donne a rischio e lunica misura di prevenzione possibile consiste nel controllo costante della pressione arteriosa. I controlli sono raccomandati con particolare frequenza alle donne che già soffrono di pressione alta o con una storia familiare di ipertensione. La scoperta consentirà in un prossimo futuro di mettere a punto un test in grado di individuare le pazienti a rischio prima che si manifesti la malattia.