Frutto di sperimentazioni in Val Susa
Grappoli gelati, da raccogliere rigorosamente prima che il sole li scaldi, e da pigiare altrettanto gelati: è così che in Val di Susa, a Chiomonte (Torino), è nato il primo "Vino del ghiaccio", frutto di una sperimentazione della Comunità montana Alta Valle di Susa. Il neonato vino si presenta con tutte le caratteristiche per diventare qualcosa di raro, non solo perchè si tratta della prima produzione, ma anche perchè le bottiglie saranno circa duecento per un totale di una sessantina di litri.
Dai 13 quintali di uva raccolta a metà gennaio si otterra' soltanto il 5% di quanto si ricava da una normale produzione. La ragione sta nel fatto che ogni acino fornisce solo poche gocce di succo. L' assaggio, in ogni caso, non potrà avvenire prima di fine anno, perchè è necessaria una lunghissima fermentazione (quasi dodici mesi). Il risultato sarà un vino ad elevata concentrazione zuccherina: 300 grammi per litro.
"Guardando le ceste e le gerle piene di uva calate dalle terrazze - ha commentato il presidente della Comunità montana, Mauro Carena - ho pensato con un sorriso a chi ci ha preceduto e in queste vigne ha tanto faticato, ma anche al ritrovato amore per il nostro territorio, che nelle produzioni tradizionali trova nuova occasione di lavoro, cosi' come di recupero e di tutela ambientale".
"E' il valore aggiunto - ha concluso - che le nostre montagne olimpiche possono portare in dote. Credere nella tradizione non significa conservare la cenere, ma tenere acceso il fuoco". Il progetto di sperimentazione del vino del ghiaccio è stato ideato da Maria Luisa Alberico, direttore della rivista "Donna Sommelier Europa" e la data scelta per la presentazione della vendemmia, il 20 gennaio, coincide con la festa patronale di Chiomonte.