Qualche dritta per i ristoranti ad hoc
La cucina cinese è completamente diversa da quella conosciuta in Europa. Mai un luogo comune è risultato essere più vero: i locali di Hong Kong non offrono nulla di simile a quanto siamo abituati a mangiare nei ristoranti cinesi made in Italy. Non esiste un sapore o un aroma che corrisponda perfettamente. Due mondi diversi anche a tavola: ecco servita unaltra contraddizione del Fiore dellOriente.
Lodore agrodolce caratterizza la cucina locale basata su pesce (fritto o zuppa a piacere), riso e soia. Ce nè per tutti i gusti e per tutte le tasche. Da bravi turisti ci siamo mischiati con i cinesi e abbiamo apprezzato il dim sum, il piatto base della gastronomia locale che può costare anche solo 50 centesimi di euro. La gente ne va pazza e, a pranzo, i ristoranti non offrono quasi che quello, abbinato a tazze di thè al gelsomino. Sorpresa finale in ogni senso - il dolce con frutta e i costosissimi nidi di rondine.
Pranzo o cena costano poco: tre portate non superano quasi mai i cinque euro. Per apprezzare gli aromi dellOriente di una volta è sufficiente spingersi al di fuori delle vie dello shopping e cercare i chioschi dei pai dong dove lunico ostacolo si manifesta al momento della scelta del menù. Popolari anche i cha chan teng, ristoranti dove la cucina occidentale viene adattata a gusto e conti locali. Un esempio? Zuppa, bistecca, patatine, dessert e caffè a sette euro.
Tra le migliaia di locali di Hong Kong, qualcuno merita una citazione. Ne abbiamo scelti tre. Suggestiva la cena al Top Deck del Jumbo Floating Restaurant, a Wong Chuk Hang: si tratta di una vecchia nave ristrutturata e ancorata ad un centinaio di metri dalla baia, raggiungibile con un traghetto gratuito. Dei tre piani, due sono da sempre riservati ai turisti con altrettanti ristoranti tipici. Di recente una nuova società ha messo gli occhi sul piano scoperto, trasformando la coperta in un elegantissimo locale a cielo aperto. Luci soffuse, arazzi, thè, musica in leggero sottofondo ne fanno un ristorante di tendenza, nello stile europeo ma dal cuore cinese. Il terzo piano è diventato un luogo di incontro per la Hong Kong bene. Per gli appassionati del genere, da non perdere il mix tra sushi e sashimi al Top Deck.
Sempre raggiungibile via mare ma completamente diverso il Rainbow Restaurant, a Lamma Island. Affacciato sul mare, il locale non lascia niente allestetica ma punta sul concreto, sulle offerte culinarie di pirmo livello al punto da aver vinto recentemente un premio internazionale. Il must è assaggiare il pesce, la cui freschezza è riscontrabile nelle vasche antistanti i tavoli. Le portate sono sette, il prezzo più che accettabile. Non ci lamentiamo degli affari si lascia scappare la titolare del Rainbow, prossima ad aprire un secondo ristorante galleggiante dove il turista potrà fermarsi a dormire, pescare e mangiare il suo pescato.
Altro tenore e target altissimo invece per la trilogia di Aqua, in Peking Road a Kowloon. Si tratta di locali che definire di tendenza appare addirittura riduttivo.
Nella centrale Peking Road, si comincia con Hutong, al 28esimo piano e uno degli skyline più suggestivi della penisola di Kowloon. Ambientato in una Cina di cui si sono perse le tracce, questo locale offre piatti della cucina della Cina del Nord, tipici di regioni come Sichuan e Shangdon. E un posto per industriali e per chi conta davvero ad Hong Kong. Niente manager o quadri: la cena è riservata ai pezzi da novanta, il pranzo consente qualche turista infiltrato. La consumazione minima è 380 dollari di Hong Kong.
Qualche piano più in alto (29 e 30 per lesattezza) Aqua - nelle gradazioni Roma-Tokyo-Spirit - invece offre una combinazione innovativa della cucina italiana e di quella giapponese. Nel settore italiano si gusta la vista sulla baia e sulla città, in quello nipponico si sprofonda tra tatami e lusso vario. Nel Roma la cucina si ispira ai piatti dellItalia meridionale, nel Tokyo spazio per sushi e shasimi. Aqua spirit è il mezzanino, un bar panoramico in perfetto Buddha-style. (s.l.)