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La bistecca cresce in laboratorio

Carne biotech più sana e igienica

Bistecca con l’osso, cotoletta o scaloppina? Comunque la si scelga, la carne finisce sempre più spesso sotto accusa: fa salire il colesterolo, viene da animali nutriti con mangimi a rischio, è gonfiata con gli ormoni.

Tra poco tutto questo sarà un ricordo. Una nuova tecnologia dei tessuti, messa a punto negli Stati Uniti, renderà possibile la “coltivazione” della carne in laboratorio per ottenere un alimento più sano per i consumatori e ridurre l'inquinamento prodotto dagli allevamenti nelle fattorie.

Lo rivela la rivista Le Scienze, che riferisce di uno studio statunitense pubblicato su "Tissue Engineering”. La carne “coltivata” non è una novità assoluta: gli scienziati della NASA, infatti, avevano già fatto crescere tessuti di pesce in provetta, ma nessuno finora aveva proposto seriamente un metodo per coltivare carne a livelli commerciali. Gli autori della ricerca, Jason Matheny dell'Università del Maryland e i suoi colleghi, descrivono due possibili metodi per ottenere questo risultato.

Le cellule di tessuto muscolare di ovini, suini, polli o pesci possono crescere in grandi strati su membrane sottili. Questi strati di cellule verrebbero poi staccati dalle membrane e accatastati per aumentarne lo spessore e ottenere qualcosa di simile alla carne. Un secondo metodo, invece, consiste nel far crescere le cellule su piccole particelle tridimensionali capaci di allungarsi in seguito a piccoli cambiamenti di temperatura. Il tessuti risultante potrebbe essere usato per produrre carne elaborata come bocconcini di pollo o hamburger.

"La coltivazione di carne - spiega Matheny – offre molti vantaggi. Per esempio, diventa possibile controllarne gli elementi nutritivi, come gli acidi grassi omega-6. E poi si ridurrebbe l'inquinamento dovuto all'allevamento di bestiame". In uno studio pubblicato sulla rivista "Physics World", il fisico britannico Alan Calvert ha calcolato che gli animali mangiati dagli esseri umani producono il 21 per cento del biossido di carbonio attribuito alle attività umane.

Dobbiamo prepararci a dire addio al pollo ruspante da cucinare allo spiedo o alla bisteccona di filetto al pepe verde? Speriamo di no, almeno per un po’ di tempo almeno. A parte il fatto che, tra il pericolo “mucca pazza” e truffe alimentari di ogni genere, anche una paillard ai ferri può rivelarsi piena di insidie.