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Addio bikini, benvenuto premaman

Nove mesi di pancia tutta tonda?Un must

15 Mar 2005 - 12:54

Single convinte e agguerrite donne in carriera fate largo, arrivano le mamme in premaman. A dare il via alla moda del pancione sono state le vip, ma ora la pancia tutta tonda impazza. Nei siti Internet (molti quelli dedicati alle gestanti), sui giornali (quante copertine mostrano donne in dolce attesa) e naturalmente in libreria. Fresco fresco di stampa, “Premaman a vita bassa” di Suzanne Finnamore è una sorta di “ecografia dei sentimenti” di un’inossidabile ragazza che porta il premaman, ma… a vita bassa.

Il primo pancione mediatico risale al 1991 quando sulle riviste patinate comparve la pancia rotonda di Demi Moore in dolce attesa. Da allora esibire le curve della gravidanza è diventato un must. Le future mamme possono finalmente evitare di eclissarsi dalla vita pubblica, perché “ingombranti” e possono cominciare a mostrare con naturalezza i quindici-venti chili di troppo. Addio fisico filiforme da passerella e benvenuta gravidanza.

Ecco allora che i “nove mesi da cetaceo” diventano l’occasione per scrivere un diario esilarante e ironico. Così dopo le varie collane di libri dedicate alla singletudine, alle donne in carriera, alle fanciulle a caccia dell’uomo giusto, ecco che sugli scaffali delle librerie arriva anche un simpatico romanzo che racconta con divertente precisione le settimane interminabili di una dolce attesa.

Suzanne Finnamore racconta con sarcasmo e schiettezza la gravidanza di una donna moderna, un’affermata pubblicitaria e moglie perfetta. Suzanne è un’attempata primipara che alla soglia dei quaranta scopre di aspettare un bebè e la sua vita viene completamente stravolta. La prima cosa che pensa scoprendo di essere incinta – scrive Suzanne - è: "Vittoriaaa! Mancano due anni ai quaranta. Ce l'ho fatta prima della scadenza..." La seconda: "Finalmente potrò ingrassare senza sentirmi in colpa! Non lo faccio per mancanza di carattere, lo faccio per il mio bambino..."

Per nove mesi la vita di Suze è comandata a bacchetta da un piccolo tiranno che la costringe a nauseabonde abbuffate, a piangere a sproposito, ad addormentarsi in pubblico. Il lavoro non conta più nulla, le amicizie si riducono alle sole gestanti, il marito diventa una presenza di troppo in casa. Tutto ruota intorno al marmocchio in arrivo, nei pensieri e nell’agire di Suzanne. Ironico e divertente il diario cambia però ritmo e tono nelle ultime 10-15 pagine. Il momento del parto, per quanto si dica che “le donne siano progettate per natura a dimenticarne i dettagli", è un susseguirsi di dolore ed emozioni uniche. “Il terrore di questa esperienza sta finalmente defluendo, sostituito dalla consapevolezza di te – scrive Suze, al termine dell'impresa, al suo piccolino – Non ti ho ancora visto, ma mi sembra lo stesso di volare: un pallone di felicità!”.

Barbara Songia