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Vespa, un mito senza tempo

E adesso si può anche collezionare

15 Feb 2005 - 12:51

Non solo uno scooter, piuttosto lo scooter per eccellenza, un mito, un modo di essere, di pensare e di esprimere se stessi. In una parola Vespa, da quasi sessant'anni prima donna del costume e del design made in italy, interprete di evoluzioni sociali e tendenze, testimone della storia del nostro Paese.
Il suo segreto? La capacità di rinnovarsi e di stare al passo coi tempi senza perdere niente della propria fisionomia. Come dimostra l'ultimo modello di casa Piaggio, il 149/mo, in uscita a marzo. Battezzato LX, lo scooter più venduto della casa di Pontedera si rifà il look, pur mantenendo le linee inconfondibilmente Vespa. Dedicata a un'utenza vastissima (giovani e adulti, uomini e donne), la nuova LX sostituisce le ET2 ed ET4 e affianca la classica PX (in produzione dal 1977) e la più grande Granturismo, di cui il nuovo modello riprende il "family feeling".

Intanto a lei, la due ruote che nell'immediato dopoguerra "rimise in moto" l'Italia, RCS Libri e Fabbri Editori dedicano Vespa Collection, 40 fascicoli e altrettanti modellini da collezione, mai disponibili finora per il segmento collezionistico, da acquistare in edicola ogni quindici giorni.

Vespa Collection ripercorre la storia di questo memorabile scooter a partire dalla Vespa 98 del 1946 la prima Vespa di serie, attraverso la 50 Special del 1969, la Vespa a scocca piccola, oggi tornata più che mai di moda e la Vespa Hoffmann Koningin del 1954, la cosiddetta "Vespa Tedesca", una tra le migliori realizzazioni  fuori dagli stabilimenti di Pontedera. Fino ai giorni nostri.

Era la primavera del 1946 quando, dall'intuizione di Enrico Piaggio e dal progetto di Corradino D'Ascanio, geniale progettista aeronautico, la prima Vespa venne concepita. Un veicolo rivoluzionario, con scocca portante, il cambio sul manubrio, il motore sulla ruota posteriore e il braccio di supporto all'anteriore (simile a un carrello d'aereo) che consente una facile sostituzione della ruota.

Nell'aprile di quell'anno i primi 15 esemplari uscirono dallo stabilimento di Pontedera. La prima Vespa era una vera utilitaria a due ruote, un veicolo che non aveva nulla a che fare con le scomode e rumorose motociclette del tempo, che emanava classe ed eleganza già dalla prima occhiata. Il successo fu immediato.
Alla fine del 1949 ne erano stati prodotti 35mila esemplari. A metà degli anni Cinquanta, Vespa sbarca in Germania, Gran Bretagna, Francia, Belgio e Spagna. E dopo pochi anni anche in India e in Indonesia.

Poi è la volta degli USA. Ma quel magico periodo non è che l’inizio: presto Vespa sarà prodotta in 13 nazioni e commercializzata in 114 Paesi nel mondo. Anche in Australia, in Sud Africa (dove viene battezzata “Bromponie”, il pony della brughiera), Iran e Cina. E viene copiata: il 9 giugno 1957 le Isvestja salutano l’avvio della produzione in URSS, a Kirov, della Viatka 150 cc, un “clone” pressoché perfetto di Vespa. Piaggio aveva iniziato ben presto a estendere la propria gamma anche nel settore del trasporto leggero: poco tempo dopo la nascita di Vespa, nel 1948 inizia la produzione del motofurgone Ape a tre ruote, derivato dallo scooter; e subito il veicolo si afferma nell’immaginario collettivo per i suoi mille possibili impieghi.

Negli anni della "dolce vita" Vespa diventa sinonimo di scooter, i reportage dei corrispondenti stranieri descrivono l'Italia come "il Paese delle Vespa" e il ruolo giocato da Vespa nel costume, non solo italiano, è documentato dalla presenza del veicolo in centinaia di film cult e pubblicità.
Ed è una storia che continua anche oggi. Audrey Hepburn e Gregory Peck in "Vacanze Romane" infatti sono solo i primi di una lunga serie di attrici e attori internazionali che negli anni sono stati ripresi sullo scooter più famoso del mondo, in film che vanno da “Quadrophenia” ad “American Graffiti”, da “Il talento di Mr. Ripley” fino a “La carica dei 102”, per non parlare di “Caro Diario”. Nelle foto, nei film e sui set, Vespa è stata "compagna di viaggio" di Raquel Welch, Ursula Andress, Geraldine Chaplin e poi Virna Lisi, Milla Jovovich, Marcello Mastroianni...

La sua forza consiste soprattutto nella sua capacità di tramandarsi a generazioni diverse di giovani e meno giovani, sempre mutando la sua immagine, ma mantenendo la sua identità: prima veicolo per la mobilità di tutti, poi due ruote per la stagione del boom economico. E negli anni Sessanta e Settanta mezzo di propagazione per la rivoluzione delle idee che i giovani di quegli anni portano a compimento: campagne pubblicitarie come "Chi Vespa mangia le mele" hanno segnato un'epoca della nostra storia.
Fino ad oggi. E certamente anche domani. Un mezzo protagonista nell'ambiente metropolitano per chi voglia muoversi in città con eleganza e distinzione, alla guida di uno scooter dallo stile inimitabile.