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Figlio iperattivo? Può essere ADHD

L'unico modo per contenere i sintomi

17 Giu 2004 - 16:37

ADHD è la sigla che indica il Disturbo da Deficit d’Attenzione e Iperattività. Una sindrome che in età evolutiva colpisce con frequenza, ma è ancora poco conosciuta, in Italia, difficilmente diagnosticata. AIFA onlus - Associazione Italiana Famiglie ADHD - ha voluto un incontro di approfondimento sul tema. L’obiettivo è fare chiarezza su un disturbo la cui incidenza sta assumendo dimensioni preoccupanti. In caso di incertezza sul comportamento del proprio figlio, la cosa migliore da fare è rivolgersi all'Aifa per essere consigliati e indirizzati, se necessario, verso uno specialista.

Nella grande maggioranza dei casi un bambino ADHD in Italia è condannato a restare senza alcun aiuto concreto. Qualcosa, però, sta cambiando. Una speranza in più viene dal risultato tangibile dell’impegno di AIFA nella promozione della conoscenza di questo disturbo

Paolo Curatolo, Ordinario di Neuropsichiatria Infantile all’Università Tor Vergata (Roma) e Presidente dell’International Child Neurology Association, è uno dei massimi esperti italiani di ADHD. “Si tratta di un disturbo caratterizzato da inattenzione, iperattività e/o impulsività in misura tale da compromettere il funzionamento quotidiano del bambino - spiega – E’ un disturbo di origine neuro-biologica, e le persone che ne sono affette possono presentare diverse alterazioni del Sistema Nervoso Centrale: volumi inferiori di materia cerebrale, ridotto metabolismo cerebrale di glucosio, un funzionamento meno accurato del meccanismo noradrenergico e dopaminergico”.

Secondo Gabriele Masi, dell’Istituto Scientifico per la Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’adolescenza Stella Maris di Pisa “un aspetto particolarmente delicato è costituito dalla diagnosi perché i sintomi dell’ADHD non sono statici, ma si modificano con la crescita del bambino e dell’adolescente. Tali sintomi, inoltre, non sono specifici solo di questo disturbo: circa i due terzi dei bambini con ADHD presentano sintomi relativi ad altri disturbi o associati a situazione sociali o ambientali disagiate. La terapia per l'ADHD, perciò, deve basarsi su un approccio multimodale, tale da prevedere una terapia mirata psicoeducativo-comportamentale e il ricorso, in casi particolarmente critici, a una terapia farmacologia”.

Diagnosi

1) iperattività, impulsività e disturbo d'attenzione; 

2) una forma meno frequente in cui compare solo il deficit di attenzione (presente soprattutto nelle femmine); 

3) prevalente iperattività e impulsività.

Accanto a queste forme, possono essercene apparentemente altre determinate dal sommarsi del disturbo di base con disturbi comportamentali secondari o con altri disturbi psichiatrici. Lo strumento diagnostico principale è il DSM - Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders - un questionario in grado di esplorare i sintomi tipici che appartengono ai tre aspetti comportamentali classici della malattia.

Il DSM-IV deve essere considerato un test di primo livello che serve ad esplorare i comportamenti del bambino per comprendere se è plausibile ipotizzare questo disturbo. Spetterà poi ad un centro di secondo livello o a neuropsichiatri esperti confermare con ulteriori indagini cliniche il sospetto diagnostico.

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