storie di moda

Amelia Design Studio. La moda come illusione da indossare, tra rigore e libertà

Cecilia Molardi per la Fall-Winter 2025 propone “Ulisse e il Mare”, linee geometriche ed essenziali per una collezione genderless alla scoperta del mondo  

di Elena Misericordia
26 Nov 2025 - 05:00

Cecilia Molardi è la founder e direttrice creativa del brand di abbigliamento Amelia Design Studio. Il rapporto dell’artista cremonese con la moda ha inizio sin dalla tenera età, quando, ancora bambina, considerandola un gioco – il “mondo della possibilità”, come la definiva sua mamma –, concepiva la sartorialità come un mezzo di comunicazione verso il mondo esterno: dall’immaginazione alla realtà. Al di là degli studi universitari, fatale è stato il rapporto con il teatro. 

Amelia Design Studio. La moda come illusione da indossare, tra rigore e libertà

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© Ufficio stampa
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L’incontro con la regista Chantal Melior, durante gli anni dell’Erasmus a Parigi, si è infatti rivelato determinante per il suo percorso di crescita. Rimane affascinata dalla fisicità del metodo Lecoq, incentrato su spazio e movimento, come se la parola scaturisse dal corpo. Sono quindi gli appuntamenti con la costumista, durante le preparazioni di uno spettacolo teatrale, che la fanno avvicinare al mondo della creazione. È così che per Cecilia la moda diventa strumento per esprimere un’identità intima e profonda, sviscerando ciò che si nasconde nelle stanze più segrete dell’anima.

Per la collezione Autunno-Inverno 2025/26 "Ulisse e il mare", trae ispirazione dall'Odissea di Omero e dalla sua rappresentazione teatrale di Robert Wilson. 
La pièce, formidabile emblema dell’insopprimibile bisogno di conoscenza dell’uomo e del suo inarrestabile viaggio in cerca delle radici della propria esistenza, influenza il modus operandi della designer nella realizzazione di capi che uniscono geometria, fluidità e comfort, per una proposta che esplora i confini tra forma, funzione e libertà. 

I colori dei completi sartoriali in lana e cotone sono prevalentemente scuri – vedi il nero e il blu – a rappresentare gli abissi del mare e l'ignoto. Le note di bianco, invece, simboleggiano la luce verso la scoperta del mondo e della propria natura più intima. Le linee sono nette ed essenziali. 
Una collezione squisitamente genderless, che ridisegna personaggi e storie, proponendo illusioni da indossare.

Chi è Cecilia Molardi? Quali sono le tue origini e qual è stato il tuo percorso di formazione? 
Sono nata a Cremona nel 1992. Durante un laboratorio teatrale a Parigi, ho scoperto il metodo Lecoq, che ho quindi approfondito all’Accademia di Teatro Arsenale di Milano, dove mi sono diplomata. Durante le preparazioni di uno spettacolo teatrale, sono rimasta affascinata dal lavoro delle costumiste e mi sono avvicinata al mondo della moda. Parallelamente, insieme a mia mamma, ho iniziato per gioco a cucire borse che abbiamo poi deciso di vendere ai mercatini dell’artigianato. Conquistata da questa nuova strada, mi sono iscritta all’istituto di moda Burgo di Milano, dove mi sono diplomata in modellistica e sartoria.

Quando e com’è nato il brand Amelia Design Studio? Come mai la scelta di questo nome? 
Il brand è nato nel 2024, ma in realtà è il frutto di un percorso molto più lungo. Esso trae origine dal mio trascorso come hobbista nei mercatini dell’artigianato, dalla mia esperienza nel negozio-laboratorio che avevo a Cremona, dai miei studi, ma anche dalla mia formazione teatrale. Amelia Design Studio è per me un vero e proprio spazio narrativo. Il nome Amelia è un nome di famiglia che viene tramandato da generazioni. Siccome la tradizione si è fermata con me, ho deciso di riportarla in vita dando questo nome alla mia attività. Esso mi accompagna fin dall’inizio, dai primi mercatini con mia mamma, dove ci chiamavamo Crafty Amelia, al negozio-laboratorio Amelia LABoutique, sino ad arrivare, infine, ad Amelia Design Studio.

Qual è la tua personale visione della moda e quali contaminazioni ricevi dal mondo del teatro a te molto vicino? 
La moda è per me espressione. Se da bambina era prima di tutto un gioco per creare qualcosa di nuovo, successivamente è diventato un modo per manifestare sé stessi nella propria essenza. Grazie al teatro, ho iniziato a vedere la moda come espressione non solo individuale, ma anche artistica e collettiva. Nel teatro la moda è costume, che definisce personaggi e ambientazione, diventando narrazione. Questa sua connotazione visiva mi affascina molto e, al tempo stesso, contamina il mio modo di ideare e creare le mie collezioni.Inoltre, il mio percorso teatrale ha sicuramente indirizzato la mia percezione della spazialità: il metodo Lecoq si basa sull’analisi del movimento, attraverso la quale l’attore impara a creare azione, spazio e tempo, col proprio corpo. Questa percezione geometrica si riflette inevitabilmente nei miei capi, che uniscono elementi schematici ad elementi più fluidi, permettendo libertà di movimento.

Quali sono le cifre stilistico-distintive delle tue creazioni? 
Unione tra elementi geometrici ed elementi più fluidi. Linee pulite, ma allo stesso tempo morbide e comode. Attraverso le mie collezioni, propongo capi unisex, in quanto comodità, movimento e libertà sono elementi universali e imprescindibili. 

Per la collezione FW 2025/26, “Ulisse e il mare”, a cosa ti sei ispirata? 
Mi sono ispirata all'Odissea di Omero e alla sua rappresentazione teatrale di Robert Wilson. In particolare, mi ha ispirata il modo in cui regista americano, in Odyssey, ha concretizzato sul palco, attraverso immagini visive, l’insopprimibile bisogno di conoscenza dell’uomo. Con riferimento all’opera di Omero, invece, ho preso spunto da Ulisse, dal suo bisogno profondo di conoscere e conoscersi, dal suo viaggio per mare e dal mare stesso.

Quali sono i capi di punta della stagione e in quali aspetti emergono i richiami al poema di Omero e alla relativa rappresentazione teatrale di Robert Wilson? 
Prodotto chiave è il completo giacca e pantalone, di impronta sartoriale, con vestibilità ampia e comoda. Il suo design viene rivisitato ogni collezione in base al tema. Per la stagione Fall-Winter 2025/26, la giacca presenta elementi geometrici, ad esempio nella vestibilità un po’ boxy e squadrata, ma anche nelle spalle ampie e nel risvolto finale della manica, che ritroviamo pure nei pantaloni. Queste linee geometriche richiamano l’allestimento e gli spazi creati da luci e attori in Odyssey di Robert Wilson. I colori predominanti dello spettacolo hanno influenzato i colori della collezione: blu, nero, azzurro, bianco. Il nero e il blu dei miei completi richiama il colore degli abissi e dell'ignoto, da temere e da esplorare. La camicia in organza lucida bianca rappresenta la trasparenza, la scoperta del mondo e di se stessi. La maglia rete all'uncinetto azzurra è un richiamo alle reti da pesca, ma anche alla rete di Penelope. Da una parte simbolo dell’inganno e dall’altra dell’importanza di trattenere l’essenziale e lasciare andare ciò che non serve.

A quale pubblico ti rivolgi? 
Mi rivolgo a tutti, ma in particolare a chi cerca un abbigliamento che non segua semplicemente un trend, ma che rifletta la propria individualità. Chi apprezza un’estetica pulita, nuova e libera, confezionata attraverso un percorso artigianale.

Progetti e sogni per il futuro? 
Portare avanti questo progetto al meglio, imparando ogni giorno. Dal punto di vista più pratico, offrire un prodotto di qualità, dalla ricerca dei materiali alla confezione, concentrandomi sempre di più sull’aspetto etico. Dal punto di vista più artistico, riuscire a sviluppare la mia visione, con l’intento di proiettare chi guarda le mie creazioni – o le indossa – all’interno del mio racconto. Proprio come fa il teatro, la cui magia sta nell’indurti a credere che, ad esmpio, un petalo rosso possa essere un bacio…